POV JHON B
Era una notte buia e silenziosa quando arrivai alla casa di Ward, la moto ruggiva sotto di me come una bestia pronta a scattare.
Mi fermai davanti alla porta, il cuore batteva forte. Non riuscivo a togliermi dalla testa quello che mi aveva detto Ward.
C'era qualcosa di strano, qualcosa che non andava, e io dovevo scoprire cosa fosse.
Salivo le scale, ogni passo che facevo sembrava più pesante dell'altro.
Mi avvicinai alla porta della stanza di Sarah e la aprii senza fare rumore. La trovai distesa sul letto, con le cuffie nelle orecchie. Le tolsi delicatamente le cuffie e mi avvicinai, sentendo l'adrenalina che mi saliva nelle vene.
"perché hai una pistola?" mi chiese, cercando di mantenere la calma.
La guardai negli occhi, cercando di capire se stesse nascondendo qualcosa. "Hai raccontato a tuo padre dell'oro?" chiesi, la voce bassa, minacciosa. Volevo sapere la verità.
"Non ti ho tradito", rispose subito, ma io non mi accontentai. "Non è quello che ti ho chiesto, gliel'hai detto?" La feci indietreggiare con lo sguardo, cercando una risposta. Lei tremò, ma continuò a guardarmi.
"No, certo che no", disse, ma non la credevo.
"Allora come lo sa?", dissi, avvicinandomi a lei con violenza, bloccandole i polsi. "Rispondimi!"
"Così mi spaventi", mormorò, ma non era quello il punto. Avevo bisogno di sapere la verità.
"La vita fuori dalla bolla ti fa paura?" le chiesi, con un tono che non riuscivo a controllare. Un'altra voce, più lontana, urlò: "SARAH!" Ma io feci un segno a Sarah di stare in silenzio. Non potevo permettermi di essere interrotto ora.
"Dove mi porti?", chiese, mentre ormai eravamo nel giardino di casa sua.
"Dove possiamo parlare", risposi, cercando di mantenere la calma. Ma la verità stava uscendo. Sarah non capiva. Non capiva cosa stava succedendo, e nemmeno io. Ma avevo bisogno di dirglielo.
"Jhon B, ma che ti succede?", disse, mettendomi le mani sulle guance. Io le afferrai i polsi e la guardai negli occhi.
"Tuo padre... ha ucciso il mio di padre", dissi, e per la prima volta sentii il peso delle parole. Sentii come se un enorme peso mi stesse schiacciando. Lei mi guardò incredula, stordita.
"Cosa?" rispose, togliendomi le mani dalle guance. Non poteva credere a quello che le stavo dicendo. Ma era la verità.
"Adesso ascoltami bene", continuai, cercando di non farmi sopraffare dalla rabbia. "Io credo che lavorassero insieme per trovare la Royal Merchant. Deve esserci stato una specie di litigio, e nessuno sa cosa sia successo a mio padre tranne Scooter."
"Smettila!", urlò, ma io non potevo fermarmi. Non riuscivo più a fermarmi.
"Lui era coinvolto", insisetti.
"Smettila!", disse, come se potesse fermarmi con quelle parole.
"L'ho scoperto sulla barca", dissi, e i ricordi tornarono come un'onda travolgente. "Tuo padre ha provato a uccidermi."
"No, basta!", urlò. "Lui non voleva fare del male a nessuno, mi ha detto che l'hai accoltellato."
"Ma di che stai parlando?" le risposi, disperato. "Lui ha ucciso mio padre!"
"No, no, io non ti credo, sei un bugiardo!" Mi disse, con gli occhi pieni di rabbia. Mi sentivo come se stessi perdendo ogni cosa, come se stessi lottando contro un muro impossibile da abbattere.
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Ti amo, mi dispiace
FanfictionJohn B e Cloe, membri dei Pogues, cercano il padre scomparso che ha lasciato ai due ragazzi una mappa del tesoro e indizi misteriosi. Con l'aiuto degli amici, affrontano pericoli, segreti e nemici, scoprendo antichi misteri legati al loro passato...