Capitolo X "come il fruscio della brezza marina"

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Qualche minuto dopo fece irruzione nella stanza una donna robusta e alta da far paura. Dalla chioma nera come la cenere, ma lo sguardo in qualche modo rassicurante. Indossava il lungo camice da infermiera, che si stringeva in vita mettendo in evidenza quei chili in più.
Prese fiato per parlare, aveva un sorriso in faccia che non poteva preannunciare che buone notizie.
-ciao Kagome... giusto?- la ragazza annuì
-ti abbiamo fatto diverse analisi per assicurarci che la malattia non ti avesse procurato meningite o altre gravi conseguenze-
Kagome annuì.
-ma è tutto nella norma, certamente...- continuò frettolosa agitando le mani. Aveva un chè di inesperto, giovane.
-quindi la ragazza sarà dimessa dall'ospedale domani stesso. Dovrà assumere comunque un antibiotico che vi prescriveremo quando lascierete l'ospedale, se si dovesse verificare di nuovo una situazione del genere, anche solo poche linee di febbre, avvertite immediatamente-.
Trasse un lungo respiro, soddisfatta di aver terminato il suo discorso. Sorrise gentilmente, ma uscì dalla stanza senza aspettare risposta.
Ci fu qualche attimo di silenzio.
-beh... puoi tornare a casa!- esordì Inuyasha, incerto, anche se dentro di sè era felice che Kagome potesse tornare alla sua villetta. Anche se era benissimo consapevole che analisi o guarigioni non c'entravano nulla.
Ma in quel momento, pensò che tutto stesse andando per il meglio; pensò che Kagome stesse combrattendo la maledizione, e che avrebbero trovato un modo per eliminarla del tutto. Per la prima volta, da capo della vicenda, riuscì a pensare al futuro, e non un futuro difficile, a cosa gli potesse servire. Ma a un futuro con Kagome. A quei piccoli dettagli che mai aveva considerato, e che ora parevano importantissimi.
Sorrise a sè stesso.
-Inuyasha...!- la bellissima voce della ragazza lo riscosse.
-s-sì!- la guardò poi.
-posso tornare a casa...- ripetè lei, sussurrandolo.
Poi spalancò leggermente gli occhi, che in quel momento erano illuminati da piccole scaglie dorate tra quel mare castano scuro.
-quanto ho dormito, esattamente?-
La madre iniziò a pensare, contando sulle dita. Ma Inuyasha aveva la risposta pronta. Aveva contato ogni singolo giorno in cui Kagome non aveva aperto occhio. Ed ora, questo gli procurava quasi una bella sensazione; non se ne era quasi nemmeno reso conto.
-tredici giorni- disse, convinto. -tredici giorni e una mattinata- si apostrofò poi. Guardò Kagome negli occhi, scrutandola, era felice in quel momento; felice come non lo era mai stato. Quei lunghi tredici giorni infernali valevano la pena di quegli occhi accesi di un nuovo colore dorato, brillanti, profondi come il più profondo degli oceani, che ora lo guardavano sorridenti, più sorridenti di come potrebbe essere qualsiasi sorriso. Quegli occhi in grado di dire in una frazione di secondo, più parole di quante un essere umano sia in grado di dire in una vita intera.
Nonostante l'atmosfera non fosse delle migliori, l'occhiata sfuggente tra due ragazzi aveva provocato un'ondata frizzante, di una strana passione, che sembrava non potesse essere contenuta in quella piccola stanza d'ospedale.
Inuyasha ora era seduto sul bordo della seggiola, pendente con tutto il corpo verso il lettino della ragazza.
La situazione poteva sembrare imbarazzante, eppure sia Kagome che il mezzodemone si sentivano a proprio agio, in quella strana aura che solo loro sembravano percepire.
-sono molto felice, Kagome- disse la madre. La ragazza ebbe la sensazione di sentire il rumore di quel bellissimo silenzio colmo di parole che si rompeva.
Sorrise alla madre, e incominciò a contare i secondi che mancavano al giorno dopo, impaziente di ritornare a casa.
Di sera, mentre le due Higurashi dormivano, Inuyasha scostò una ciocca di capelli dal viso della ragazza, delicatamente. Osservò i suoi occhi, che anche chiusi esprimevano in tutto e per tutto ciò che pensava. Pensò che vi avrebbe persino potuto leggere i suoi sogni. Il naso aveva un tratto delicato, e convinto allo stesso tempo, la forma era perfetta come il resto di lei.
Le labbra semichiuse accesero il mezzodemone alla sola vista. Erano piene e dannatamente sensuali, che gli venne voglia di baciarle. Sorrise, pensando che ogni volta che dormiva l'avrebbe baciata ancora più volentieri, quel viso innocente, così vicino ma così infinitanente lontano perso nei sogni.
Ascoltò il suo respiro regolare come fosse una droga, non se ne perse uno.
Fino a che il sonno non prese possesso di lui, e si addormentò. Si addormentò pensando al bacio che si erano dati solo poche ore prima. E al fatto che gliene avrebbe dati altri e altri ancora, tutta la vita. Lo dava stranamente per scontato, si sentiva sicuro.
Inuyasha aprì lentamente gli occhi, sorrise vedendo il viso di Kagome di fronte al suo, lo stesso sguardo che ha una persona quando legge un libro, e si perde nella storia. Sereno, concentrato ma anche rilassato e assente. E infinitamente sexy. Inuyasha si rimproverò mentalmente per avere certi pensieri di prima mattina.
-buongiorno- disse la voce dolce e impastata di lei. Doveva essersi appena svegliata.
-giorno... che fai?-
Lei sorrise -ti osservo- disse lei, come se fosse la cosa più normale del mondo. Questa lanciò uno sguardo a sua madre, dall'altra parte della stanza. Quando vide che non c'era, si volto nuovamente verso il mezzodemone.
-e pensavo che sei troppo sexy mentre dormi-
Inuyasha rimase sorpreso dalle parole della ragazza, ma sorrise di ricambio.
Ad un tratto lei scoppiò a ridere.
-ok, ok. Più che sexy sei terribilmente buffo con quelle orecchie terribilmente bellissime; ma per me la cosa è sexy...- continuò a ridere. Inuyasha si ripeté nella mente la parola bellissime, con il tono che aveva usato lei, per descrivere le sue orecchie. Guardandola così quasi non resistette per cedere e baciarla. Ma all'ultimo riuscì a controllarsi, ricordando la promessa di portarla all'autostrada. Doveva tenersi il meglio per dopo. Sorrise di nuovo, ultimamente sorrideva fin troppo spesso; in cosi poco tempo, Kagome lo aveva cambiato, e la cosa non gli dispiaceva.
La guardò, lo sguardo perso nel vuoto, quell'espressione appena corrucciata che emanava concentrazione. Era bellissima, come sempre.
La ragazza si risvegliò dal suo stato di trance, riprese a contemplare il mezzodemone, osservando le sfumature di ogni tonalità possibile di giallo e qualcuna d'arancio, presenti nei suoi occhi.
Era incredibile come in uno spazio così piccolo, limitato, potessi trovare il mondo intero. Vi rivedeva i colori del deserto, vita di stenti, coraggio, forza di volontà, solitudine, e i colori di un tramonto: la fase più bella e calda della fine di un giorno, di un sentimento, di qualsiasi cosa. Quel lasso di tempo in cui non ti persuade ancora tutta quella malinconia e nostalgia che accompagnano il finale, bensì il pensiero di un nuovo inizio, i ricordi di un'antica luce che non tornerà mai a splendere. Ma più di tutto, la scintilla che rappresenta la speranza che ti convince che la fine non è mai, davvero, una fine.
Kagome in quel momento pensò a Inuyasha, tentò di inserirlo in quelle riflessioni, ma non capiva ancora come associare un tramonto, o l'isolamento ad una persona.
In fondo, al sentirle, non rispecchiavano Inuyasha. Sembrava più un inizio pieno di mistero, celato dietro a quegli occhi. Un mistero con cui non ci si poteva annoiare, nè darsi pace.
I due sembravano voler trattenere l'intensità del momento impressa negli occhi, nel cuore, e sulla pelle. Era incredibile la sensazione che popolava la ragazza e il mezzodemone al solo guardarsi. Un pò perchè entrambi possedevano occhi capaci di scrutarti l'anima e di mostrarti la propria. Un pò perchè c'era quella magia, quella confusione, che sembrava non volerli lasciare in pace; sin dal primo "re"incontro, c'era quel non so che di magico nell'aria frizzante di una mattina autunnale. Un'atmosfera in grado di fermare il tempo.
E quella stessa magia che li aveva messi in pericolo.
Ma più di tutto, quel filo che intrecciava inesorabilmente il destino dei due ragazzi. Forse ancora troppo presto, per essere definito amore, seppur fosse probabilmente l'unica parola che rimbombava nelle loro menti. Quel dubbio che finchè non lo ammetti a te stesso, ma forse ancora di più, finchè non lo ammetti a quella persona, ti assale e non ti dà tregua. Io lo amo?
-ho capito...- la voce maliziosa del mezzodemone spezzò quel fantastico silenzio.
Con una mossa veloce spostò le lenzuola bianco panna dal corpo della ragazza seduta, e la prese in braccio, a modi principeschi.
Kagome si lasciò sfuggire un urlo, divertito, aggrappandosi totalmente al ragazzo. -non ne posso più di aspettare..! Quanto tempo vogliono tenerti rinchiusa qui!- Inuyasha tentava di rimanere serio, ma non trattenne un sorriso smagliante che incantò Kagome un'altra volta.
Poi gli occhi della ragazza si posarono sulla finestra della stanza, osservando il suo riflesso. Spalancò gli occhi, arrossendo immediatamente insieme a una smorfia di disapprovazione fin troppo esagerata.
-beh? C'è qualche problema?!-
Inuyasha guardò dove stava guardando Kagome, passando però oltre il riflesso della finestra. D'altronde era uno così, Inuyasha; anche se con Kagome aveva cominciato a prestare attenzione a molti bellissimi dettagli, guardava sempre avanti, alle volte sognando, come in quell'istante, altre programmando, prevedendo con razionalità. Adesso, come in ogni secondo passato con la ragazza, la sua razionalità veniva come assorbita da quegli occhi. Poteva solo sognare futuri improbabili, lontani.
-Inuyasha!- Kagome lo guardava esterrefatta, una mano sulla guancia dopo avergli mollato un lievissimo schiaffo per svegliarlo da quello stato di trance.
-s-sì!!- il mezzodemone sobbalzò, distratto, ma Kagome non vi prestò attenzione. -sono in camicia da notte! È la terza volta che te lo ripeto... se mi mettessi g...- la ragazza urlò nuovamente, interrompendosi.
-ma che...?!?!-
-sei tu che mi hai chiesto di metterti giù...- Inuyasha alzò un sopracciglio.
-ah ah ah... molto divertente...- Kagome finse l'offesa nonostante non riuscisse a trattenersi dal sorridere
-eppure non ti credevo una ragazza che si crea problemi per queste cose...-
Continuò il suo scherzo il ragazzo.
Kagome divenne più seria, il sorriso sempre sulle labbra. Lo fissò intensamente -sei tu- sussurrò.
Inuyasha drizzò le orecchie.
-sei tu- disse ora più forte, Kagome.
-sei tu che mi fai sorridere anche quando non ne ho voglia, tu che mi hai cambiata completamente in meno di un secondo. No... anzi..- gesticolò leggermente, scuotendo la testa -in tutti questi anni, sono cambiata insieme al tuo ricordo. Ora che sei tornato, non rispondo più di me stessa.-
-in senso buono spero...-
-in senso buono...- due sussurri celati in un silenzio sino a farne parte. Come il fruscio della brezza marina, o il canto delle cavallette. Particolari cui non presti attenzione, senza sapere che ti stai perdendo la canzone più dolce. Eppure quella canzone rimarrà lostesso nella tua memoria, e se non riesci a distinguerla, è perchè questa già diventata parte di te. Come i sentimenti dell'amore. Come i dettagli insignificanti che significano tutto. Quei piccoli gesti d'affetto di cui è composta una storia.
Avrebbero dovuto aspettare quel momento programmato... se lo ripetevano entrambi, mentre le loro labbra si univano in una danza leggera e delicata, con un chè di sensuale. Ma ogni bacio che si rispetti, sceglie da solo il suo momento, trasportandoti senza controlli. Trasportandoti in quegli attimi in cui non esiste passato, futuro, e forse neanche il presente. Quegli attimi in cui provi così tante emozioni che nemmeno te ne accorgi.
Un bacio che vuole dimostrare solo amore. Un bacio che termina con il più dolce e affettuoso degli abbracci.
In cui ti sorprendi di come facciano i baci a sorprenderti ogni volta,
anche la centesima.

@ngolo dell'@utrice
Scusateeeee!!! Sono in mega ritardo, ma spero che il capitolo sdolcinato vi piaccia, e valga l'attesa.
Adioss!!! Alla prossima e vi voglio bene

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