Capitolo I "L'autostrada"

1.8K 69 6
                                    

L'aria fresca autunnale esordiva a farsi sentire. Quel giorno era particolarmente frizzante, pareva tranquilla, ferma in una specie di stallo, quasi un limbo, ma dava l'idea che dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro. Non c'era anima viva, il silenzio regnava su tutto e su tutti. Nonostante non soffiasse vento, il cappotto beije invernale bastava appena a coprire i brividi. La pelliccia del cappuccio le solleticavala nuca, scoperta: i lunghissimi capelli corvini tirati da una pinza, due ciocche si erano liberate e ricadevano disordinate ad incorniciare i tratti delicati del viso. Le mani stringevano le maniche della giacca, come a cercare un pò di calore. -dannazione, siamo a ottobre, è mai possibile questo freddo?- borbottò a bassa voce la ragazza, tra sè e sè.
-a quanto pare..-
Sussultò, qualcuno le aveva appena risposto, o se l'era sognato.
D'istinto si voltò bruscamente, la pinza sciolse il nodo di capelli e cadde a terra, ma sfruttando i suoi infallibili riflessi, lei la prese al volo, perfettamente sul palmo.
Il ragazzo stava appena dietro di lei, sorrise beffardo.
Questa finalmente alzò lo sguardo, rimase pietrificata alla vista delle due pozze ambrate che la fissavano di scherno. Il ragazzo portava una leggerissima felpa bordoux, slacciata sul davanti. Sopra un paio di jeans larghi.
La ragazza si risvegliò dallo stato di trans -m-ma non stai congelando?!- gridò portando d'istinto una mano sul braccio del ragazzo. Quest'ultimo ghignò, muovendo due orecchie faccenti capolino in testa. La ragazza le guardò, stupita. Quasi senza accorgersene mollò la presa della pinza, che si posò sull'asfalto in un tonfo silenzioso, e con uno scatto porto le mani a sfiorare quelle strane orecchie sepolte dalle ciocche dell'immensa chioma argentea sottostante. Il ragazzo sussultò, cambiò espressione. Il ghigno sul viso scomparve, con l'evidente strafottenza con la quale si era presentato. -ah.. ehm scu-scusami-
La ragazza ritrasse le dita da quel piacevolissimo tocco delicato. Le infilò in tasca, guardò il terreno ricoperto di foglie secche, sotto i suoi piedi. -scusa, mi hanno come ipnotizzata- sussurrò, un poco imbronciata.
-ragazza stravagante- riprese a tono divertito, da altezzoso.
-hai cominciato tu. Non dici niente per tutto il tempo e ora te ne esci con una critica.- parlò a voce più alta, nel tono una sfumatura offesa, ma comunque tranquilla, non provocatoria. Quasi le venisse naturale, non stava parlando con un completo sconosciuto, un amico di vecchia data dopo una lite.
Continuò a mirare in basso, mosse nervosamente la punta del piede, con prepotenza.
Il ragazzo sorrise, lei se ne accorse, lo percepì nonostante il suo sguardo non accennasse a sollevarsi.
-mi chiamo Inuyasha.-
Era un demone, per metà, gli avevano detto. Erano rari in quella città, ma venivano naturalmente discriminati; una specie inferiore per numero, ma non per forza fisica e mentale. Non sapeva cosa l'avesse spinto a rivolgere la parola alla ragazza lì di fronte. Gli dava un senso di familiarità. E poi non era certo stupido, aveva notato alla sola vista la diversità di quella ragazza, lì di fronte. Sembrava un essere a sè stante, separato dal mondo. Non gli era sembrato, vedendola borbottare tra sè e sè in modo impacciato e naturale; ma adesso, all'apparenza si sentiva quasi inferiore, come se la giovane donna potesse scrutarlo nel profondo senza guardarlo negli occhi. Sapesse tutto di tutti. Ma sapeva non essere così; tutt'altro, nella sua timidezza e riflessiva indifferenza si celava una ragazza timida e solare, senza occasione di farsi conoscere.
-Kagome- si limitò a rispondere lei.
-hai lezione a quest'ora, che fai qui?- continuò, il tono interrogativo quasi inesistente, sfumato da un sussurro.
Inuyasha socchiuse gli occhi, sorrise ancora.
-potrei farti la ste..-
-sono esonerata dalle lezioni.- lo interruppe, accompagnata da un gesto della mano.
Il ragazzo non diede a vedere alcuna traccia di stupore, anche se sentiva che lei poteva percepirlo. Tra i due, l'essere differente, estraneo, pareva lei. Non chiese altra spiegazione. Quasi fosse un gesto totalmente naturale, previsto, si incamminarono perfettamente coordinati per il sentiero che non pareva più così ghiacciato. Erano rimasti indifferenti e silenziosi entrambi, senza bisogno di parlare; ma il calore che già si stava diffondendo tra i due, entrambi lo sentivano. E non veniva ignorato.
Proseguirono affiancati per un pò. Senza una meta.
Dopo qualche minuto, la ragazza si bloccò, destandosi.
Lui si chiese come potesse un gesto così brusco e quasi meccanico a sembrare affascinante. Si fermò in tempo, accanto a lei. La guardò.
-va bene qui- disse lei. Per cosa, non era importante in quel momento. Andava bene e basta.
Per la prima volta, questa sorrise.
-mi segui perfettamente, quasi quasi non sei fastidioso.- affermò, chiudendo gli occhi.
Inuyasha sorrise ancora ma non ebbe il tempo di proferire parola. -e sorridi spesso- continuò lei.
-cominci anche tu con le critiche..- stavolta non le lasciò il tempo di rispondere -lo potrai percepire, ma non mi hai ancora guardato in faccia- inaspettatamente, Kagome non mosse un muscolo. Ghignò -lo farò quando mi andrà di farlo-.
La ragazza guardò appena alla sua destra, era una minuscola entrata per l'autostrada. Subito prima della sbocco c'era qualche arbusto, un'aiuola, forse, ma totalmente naturale, non curata. Si sedette lì in mezzo, nella sbarra metallica ai bordi della strada. Amava quel posto. Il perchè, lo sapeva solo il suo cuore nel profondo. Inuyasha le si sedette affianco, pochi centimetri a separarli. Con il suo atteggiamento freddo, era stato in grado di sciogliere il suo. In così poco tempo. Fissò la strada. Era la prima volta che qualcosa di totalmente artificiale gli pareva quasi bello. Forse in fondo sapeva già che se voleva conoscere la ragazza, doveva conoscere e apprezzare le bellezze nascoste di quel luogo: parte di lei.
-domani qui, alla stessa ora- pronunciò schietta. Non amava parlare troppo. Fece forza sulle esili ma sinuose gambe, parzialmente coperte dal lungo cappotto; purtoppo, pensò Inuyasha, senza cattive intenzioni; e si sollevò in piedi. In un movimento quasi invisibile, e incredibilmente leggero, specie danza degli spiriti, si accucciò a sfiorare la guancia di Inuyasha con le labbra. Per salutarlo.
Il ragazzo sorrise; quello era tutt'altro che un bacio. Era come un saluto, un messaggio come lo erano tutti i gesti di quella bellissima, misteriosa ragazza. Non cessò il sorriso, forse il più sincero, mentre la vide allontanarsi. Non le chiese di accompagnarla, il rifiuto era compreso nel saluto di poco prima, e lui voleva capirla, "seguirla", come aveva detto lei.
Domani alla stessa ora. Sarebbe stato speciale.

@ngolo dell'@utrice
Ciao amici!! Ok, questa ff è orribile, ovviamente. Ma continuate a leggere che si fa interessante.. promesso ... XDXDXD
Volevo un pò incuriosirvi, e sinceramente, far assumere alla storia un significato.. non so, quelle cose "profonde..." ok sto impazzendo. Comunque continuate a leggere anche se non c'entra n'emerita micchia con l'anime originale (manco 'li personaggi...)
GRAZIE!! :)

Promesso?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora