Capitolo IX "Il risveglio"

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Inuyasha continuava a tenerle la mano. Ogni tanto sul suo viso compariva più accesa quella luce, allora il mezzodemone la stringeva di più, come a darle un segnale, come a poterla svegliare.
-sei al sicuro, adesso. Ci sono io-

La madre di Kagome restava seduta lì, sulla seggiola di legno all'angolo della stanza.
Alle volte si svegliava, controllava Kagome, si stupiva di come Inuyasha riuscisse a restare sveglio così a lungo, forse era persino, nel profondo, leggermente invidiosa, di lui che poteva guardare Kagome tutto il tempo, si sentiva un pò in colpa.
Poi però sorrideva, pensava che fosse il destino, a legarli in questo modo. Aveva ricordato quello strano giorno in cui un bambino, demone per metà, era arrivato in casa loro grondante di sangue e di acqua. Eppure, nella sua sofferenza, con un leggero sorriso riconoscente sul viso.
Ricordava anche quando se ne era andato. Lei era sveglia, sentì la porta aprirsi. Ma da donna sveglia e intuitiva che era, ne capì il motivo, e non tentò nemmeno di trattenerlo. Si svegliò il giorno dopo come se nulla fosse successo, non ne parlò più, come era giusto. In fondo, se il destino lo legava a loro, sarebbe tornato.
Kagome, all'inizio, parlava spesso di lui, della sua apparizione dalla cascata, delle sue ferite, del mistero che sembrava avvolgerlo da capo a piedi, e allo stesso tempo, lo rendeva chiaro e trasparente.
Poi, lentamente, come è normale, iniziò ad accantonare i suoi ricordi, tra i sogni, o chissà, qualche vecchia favola. Ma non vi pensò più.
Poi la signora usciva lentamente dalla stanza, la porta cigolava, e correva a comprare qualcosa di buono da mangiare.
Quella mattina Kagome sembrava più serena, guardando gli occhi, pareva potessero aprirsi da un momento all'altro. E Inuyasha aspettava con ansia quel momento.
Ormai conviveva con la mano della ragazza nella sua, giocherellava con le sue dita lisce e delicate. Era inevitabile.
La signora Higurashi si avviò verso la grande finestra dall'altra parte della stanza. Girò la manovella e spalancò entrambi i vetri.
-in questa stanza non si respira più. Le farà bene un pò d'aria- disse, voltandosi verso Kagome ancora distesa sul lettino.
A volta speravano di girarsi e trovarla in piedi che gli sorrideva, come faceva sempre. D'altronde, sapevano che non era possibile; non per il momento.
-io vado a comprare un pò di buona focaccia, ho visto che hanno aperto un panificio nel vialetto dinanzi casa-
Disse, poi, a falso sorriso. Oramai Inuyasha era abituato alle sue espressioni calde e rassicuranti, ma allo stesso tempo stanche e impazienti.
Si limitò ad annuire.
Poi la donna addolcì la sua espressione -sono contenta che abbia qualcuno come te che le voglia così bene- sussurrò.
Il mezzodemone arrossì leggermente, ma non si scompose -la ringrazio- disse, come ipnotizzato dal pavimento.
La signora rise leggermente -ormai praticamente viviamo insieme, e mi dai ancora del lei?-
Inuyasha arrossì ancora
-da oggi vorrei che mi chiamassi Sayu, è il mio nome-
Inuyasha si ripetè più volte il nome nella sua mente, annuì. -ti ringrazio, Sa-sayo-
-così mi piaci- rispose lei, prima di scomparire dietro la porta.
Inevitabilmente nella mente del ragazzo, affiorò il nome Izayoi. Sua madre, era questo il suo nome. Non ricirdava moltissimo di sua madre, ma aveva solo ricordi meravigliosi. Tranne uno: il giorno della sua morte. Rabbrividì, insieme ad una strana rabbia che gli risalì la spina dorsale, ma scacciò il pensiero.
Osservò Kagome, ora sembrava una ragazza che dorme beata, più che malata e incoscente. Sorrise. Era così tranquilla; era anche impacciata, bellissima, intelligiente, intuitiva e pienamente sul suo livello d'onda, anzi, faticava a starle dietro. Era anche dolce e gentile.
Ripensandoci, assomigliava molto a sua madre.
Si era creata una strana atmosfera. Dalle finestre soffiava un goccio d'aria fresca che per un momento scompigliò la frangetta di Kagome.
Le ciocche ricadevano sul cuscino occupandolo tutto. Sembrava una sirena.
Inuyasha avvicinò il volto al suo, sfiorò l'orecchio con le labbra
-io... credo proprio di essere innamorato di te-
In quel momento, quasi in modo spaventoso, Kagome respirò più forte, ricominciò a respirare regolarmente. Per un momento, quasi impercettibile, socchiuse gli occhi. A Inuyasha sembrò che avesse tentato di dire qualcosa. Rimase con gli occhi spalancati a guardarla, mentre lei richiudeva gli occhi.
-Kagome!- disse, sfiorandole la spalla.
Dormiva. Ora ne era certo, non era svenuta, Kagome stava finalmente dormendo. Questo vuol dire che si era svegliata, anche se per un brevissimo momento. Pensò di dover andare a chiamare qualche medico, ma poi cambiò idea. Perchè rovinare un sonno così bello. La guardò. Stava chiaramente sorridendo, il sorriso più dolce e sincero che avesse mai visto.
Inuyasha sentì del vento, un pò troppo forte. D'un tratto un odore familiare gli salì alle narici. Alzò gli occhi al cielo, d'istinto.
-eih! Botolo ringhioso, che è successo a Kagome?-
Inuyasha rimase leggermente stupito, l'aveva accennato solo a Miroku, cui aveva detto che non sarebbe andato al locale finchè Kagome non fosse guarita del tutto. Ma al lupastro non aveva mai detto niente!
-e tu come...?!- non ebbe il tempo di terminare la frase che il demone lupo si fiondò accanto al lettino della ragazza, le posò una mano sulla fronte.
Inuyasha si irrigidì, gli venne inspiegabilmente l'impulso di sfracassare il cranio a Koga.
-ma non ha la febbre! Eih guarda, sta dormendo!- disse, ammirandola dormire.
-già, si è sentita meglio- gli lanciò un'occhiata di fuoco -ora puoi anche andartene- ringhiò.
Koga non si scompose -ascolta, cagnaccio. Io mi sono innamorato di Kagome, e non rinuncerò a lei tanto facilmente. È guerra aperta- disse, fissandolo negli occhi. Inuyasha si sentì ribollire dalla rabbia.
Come poteva essersi innamorato di lei avendola vista una volta sola? Beh, lui non era da meno.
-accetto, ma non hai possibilità di vincere-
Mentre diceva ciò, Inuyasha si aspettava già la risposta.
-questo lo vedremo- il demone lupo sorrise ghignando. Se ne andò in un turbine di vento, come era arrivato.
-che strana visita... è un altro amico di Kagome?- disse la donna con i lunghi capelli corvini di Kagome sciolti sulle spalle, entrando nella stanza.
Il mezzodemone sbuffò, girandosi verso Kagome.
-non la conosce nemmeno- disse secco, tutto d'un fiato. La signora Higurashi quasi rabbrividì dal tono usato dal mezzodemone. Sorrise, pensando a quanto fosse geloso.
La donna tirò fuori dalla borsa due sacchetti, con le scritte del nome del panificio disegnate sopra.
Strappò un pezzo di focaccia e se lo ficcò in bocca intero.
-ne vuoi un pò?- chiese quando ebbe finito di masticare, porgendo un pezzo di focaccia al ragazzo.
Inuyasha annuì, stranamente, e lo portò alla bocca.
-d'altronde, dobbiamo festeggiare, se Kagome ora dorme e si è persino svegliata...- disse la madre di Kagome.
Inuyasha accennò un sorriso, per poi alzarsi.
-io vado a fare una passeggiata- annunciò, per incamminarsi verso la porta. Sayu non trovò da ribattere, tutt'altro, pensava che il ragazzo avesse bisogno di uscire un pò.

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