Capitolo 33 Monotonia

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Monotonia. Ecco il giusto aggettivo per descrivere la mia vita . Tutto quello che facevo era diventato monotono.
Avevo la nausea, vomitavo, lavoravo, facevo la doccia, mangiavo dormivo per poche ore prima che la nausea ripartisse e il giro ricominciasse.
Mi ricordo che in una lezione il professor Jakson aveva spiegato che era sintomo di dolore. Era il sinonimo del non voler pensare. La gente teneva occupata la propria giornata con azioni uguali, completamente programmate per evitare di dover fare altro e quindi trovare un momento di pausa per pensare.
Tutta la mia giornata era completamente programmata dal calendario. Era passato un mese dall'ultima volta che li vidi. Che vidi quei due insieme. Che vidi Lucy appiccicata al padre di mio figlio. Ora padre è una parola molto difficile da usare per lui, visto che io ero solo un insulsa scommessa.
Ray e Alex non parlavano di loro ,ma io sapevo che loro li vedevano. Che li avevano visti insieme come sapevo che non si sarebbero lasciati, che non avrebbero rinunciato alla loro stupenda scopata giornaliera ed alla loro fama del cavolo per me .
Insieme creavano la coppia perfetta, la coppia che tutti volevano essere,quella popolare, quella sulla bocca di tutti, quella di lei più grande di lui, quella di lei vestita da troia con vestiti super di marca, con una famiglia perfetta.
In questi giorni mi ha chiamato Matt quattro volte, ma io non ho risposto, fa troppo male pensare che suo nipote é dentro di me e che è successo tutto per una scommessa. Infatti ho preso la decisione di non dirglielo, né a lui ne alla mamma. Nessuno lo saprà, Drew si farà una vita senza di me e il suo bambino ed io ci faremo una vita felice insieme. Lontano da qui. Lontano da Yale. Seattle. Perfetto. Apro il computer e mi metto a cercare una casa in affitto ,ma non voglio vendere questa casa. Tornerò, molto presto ho solo bisogno di una pausa di quattro mesi. Poi tornerò qui riprenderò a lavorare e farò di tutto per la mia/o piccolina/o.
Il poche ore riuscì a trovare un appartamento,con una camera ed un bagno perfetto per me ed anche a poco prezzo. Avevo molti risparmi ed visto che da ora in poi la scuola l' avrei dovuta pagare da sola come da patto con mamma, avevo molti soldi sul conto per questo , ma dubito che ora mi serviranno veramente per la scuola.
Chiamai la proprietaria della casa e mi disse che sarebbe stata libera solo dal prossimo mese ed io accettai.
Il lavoro lo avrei trovato più tardi adesso dovevo solo ritirare la domanda d'iscrizione. Il mio peggior incubo. Volevo laurearmi,ma questo non era il futuro che il destino aveva scelto per me. Dovevo solo avere la certezza di avere soldi abbastanza per quando il mio amore sarebbe nato. Per ora facevo due lavori e il guadagno era ottimo. Dovevo solo avvertire i ragazzi e poi avrei potuto staccare la spina.

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