apocalypse love ➳ camren

diciannove

Avevano appena finito di cenare e Sofi era corsa via a giocare con il bambino che aveva conosciuto stesso quella sera.

"Come siete riusciti a trovarci?" Chiese una signora dall'altra parte del tavolo.
"Oh, um, loro due," incominciò Lauren, indicando Normani e Dinah. "Hanno sentito l'avviso che avete inviato per radio, siamo partiti stamattina dalla campagna."

"Com'è la situazione lì?"

"Siamo stati attaccati due volte e non solo da zombie," disse Niall. "Zombie? È così che li chiamate?" Il dottore ridacchiò.

"Vedete," continuò il signore. "Ero il medico di una base militare in Iraq. Dovevo rimanere sei mesi in servizio, dopo di che mi avrebbero lasciato tornare in America. Ma già dal primo mese lì, io e mia moglie, ci accorgemmo che qualcosa non andava," sorrise tristemente al ricordo. "I bambini, le donne e gli uomini morivano per una stupida febbre. Durante l'ultima settimana del secondo mese di servizio, abbiamo trovato una donna occupata a sbranare un nostro militare vivo. Sentivo il bisogno di dover tornare qui e parlare con qualcuno che potesse aiutarmi a capire cosa stesse succedendo," continuò.
"La mia opinione? Beh, credo che il mondo sia migliore ora."

"In che senso?" Chiese Camila confusa.

"Abbiamo sempre vissuto in un mondo abbastanza crudele, giusto? La gente sarebbe stata capace di uccidere la propria famiglia per denaro e beh, quando sono tornato qui mi hanno semplicemente detto che non potevano fermare la guerra. La guerra porta pace, dicevano." Una risatina sarcastica uscì dalla sua bocca mentre sorseggiò il vino nel bicchiere di vetro.
"Forse perché sembrava stupido dire che l'unica cosa che la guerra portava, era denaro nei portafogli dei politici e di chiunque altro ne facesse parte. Il mondo in cui viviamo oggi è crudele, ma è una crudeltà che puoi vedere e toccare con mano e non è più una crudeltà falsa e nascosta come lo era prima che tutto questo accadesse. Prima la gente faceva finta di non vederla.
Mia moglie è morta a causa di uno di quei cosi che ci tormentano ogni giorno. Ho fatto alcuni esperimenti su di essa e mi dispiace dirvi che l'unica cura, è ucciderli tutti, uno ad uno. E se qualcuno mai ci riuscisse, le poche persone rimaste rimetteranno a posto questo fottuto mondo ritorneremo alla falsa e nascosta crudeltà che c'era una volta."

Lauren rimase pietrificata dalle parole che erano appena uscite dalla bocca del dottore, il quale sembrava abbastanza tranquillo riguardo alla situazione. Lanciò piccoli sguardi ad ogni membro del suo gruppo, i quali sembravano terrorizzati tanto quanto lei.

"Io mi chiamo Beth, comunque," parlò la donna che le aveva fatto qualche domanda poco prima. "Io sono Lauren," le rispose gentilmente la ragazza.

"Lei è mia figlia Hayley e quel bimbo laggiù è mio figlio Josh," continuò la donna.
"Io sono Jeremy e questa è la mia ragazza Carol," disse indicando la ragazza seduta accanto a lui, la quale salutò l'intero gruppo con un grande sorriso.

"Beh, io ritorno nella mia stanza perché il viaggio mi ha distrutta," disse Lauren.
"Vengo con te," disse Camila, sorridendo al resto del gruppo.
"Normani fai dormire Sofi con te per stasera, per favore," la supplicò Camila. "Certo, nessun problema," rispose la ragazza dalla pelle scura.

"Sai che ritornerà in camera nostra," sussurrò Lauren una volta uscita da quella stanza con Camila. "Lo so, ma ho bisogno di passare più tempo da sola con te, ora che ne abbiamo la possibilità," ammise la ragazza più piccola prendendo la mano di Lauren. "Direi di sfruttarlo al meglio prima che Sofi torni in camera da noi," scherzò Lauren facendo ridere la ragazza più piccola.

Entrarono nella loro stanza e Lauren si avviò velocemente verso il letto, gettandosi pesantemente su di esso. "Sono stanchissima," disse per poi far uscire un lungo sospiro dalla sua bocca.
Camila seguì la ragazza nel letto e lentamente si rannicchiò vicino a lei. "Questa non è una giustifica per non potermi coccolare," ridacchiò la ragazza più piccola.