14 - Radioactive

23 7 46
                                    




Mi voltai completamente verso di lui. Ora era di fronte a me, e il mondo intorno sembrava scomparire. Anche la musica sembrava farsi più ovattata. Mi sentivo in trappola ma non lo ero davvero, avevo l'intero corridoio dietro di me. Nonostante ciò, i suoi occhi non mi permettevano di muovere un muscolo.

"Togli la maschera, Helen Montrose." Mormorò lui. La presa sul mio polso si allentò, e il braccio mi ricadde lungo il fianco. Il pizzo del mio vestito, aderente e soffocante, sembrava stringersi ancora di più attorno il mio corpo, pizzicandomi la pelle come mille minuscoli aghi.

"Non sono Helen." Sussurrai di rimando cercando di camuffare la mia voce. Sapevo benissimo che sapeva chi fossi.

"No," scosse la testa e fece un passo avanti, mentre io restavo immobile, come pietrificata. Nella mia testa ero già fuggita, ma il mio corpo si rifiutava di muoversi. "Non questa sera."

I suoi occhi brillavano di un blu così scuro da sembrare nero, e le luci rosse soffuse del corridoio giocavano con i suoi lineamenti, sfumandoli e rendendo il suo viso quasi irreale. Il trucco che gli copriva il volto, ormai leggermente sbiadito, mi rassicurava. Avevamo entrambi una maschera a dividerci l'uno dall'altro. "Non so di cosa parli," alzai il mento. Dentro di me, sapevo di star bluffando, ma dovevo sembrare sicura. Non potevo permettermi di abbassare la testa, non stasera. Stasera non ero Helen.

"Si che lo sai." Sorrise, ed io mi sentii sprofondare.

Rimasi in silenzio, cercando di regolare il respiro mentre un'ansia opprimente mi cresceva nel petto. La vicinanza di Julian era come un filo teso che mi faceva oscillare tra due estremi opposti. Una parte di me voleva scappare, mettere quanta più distanza possibile per ritrovare un po' di lucidità. Un'altra parte desiderava l'esatto contrario: fare un passo avanti, avvicinarmi ancora di più, fino a sentire il calore del suo respiro sulla pelle.

Non sapevo cosa mi spingesse così irresistibilmente verso di lui. Era come se una forza invisibile mi attirasse oltre ogni ragione. Qualunque fosse il motivo, ero convinta di non meritarmelo.

Poi mi bloccai e il mio pensiero si spostò su Aiden.  Non lo sentivo da una settimana. Probabilmente, questa volta, sarebbe finita davvero. Forse sarei stata io a porre fine a tutto, chi lo sa. Era sempre così, quando si arrabbiava. Scompariva per un po' di tempo e poi tornava, come se nulla fosse. Ma io ero stanca. Stanca delle sue assenze, delle sue promesse vuote, della sensazione di essere sempre in bilico. Forse Ava aveva ragione, forse chiunque altro che mi avesse detto di allontanarlo dalla mia vita aveva ragione.

Eppure, in quel momento, era Julian l'epicentro di tutto. Ero attirata da lui in modo incontrollabile, non riuscivo a farne a meno. Mi sentivo così bene, così leggera. Quasi come se fluttuassi.

"Non sai niente di me," la voce mi uscì in un filo fragile. Ma con il corpo cercavo di dimostrargli che ero sicura di quello che stavo dicendo. Cercavo di tremare il meno possibile, o quanto meno di non farglielo notare.

"So cosa c'è sotto la tua maschera." La sua risposta arrivò con una calma disarmante. Nei suoi occhi c'era una sicurezza tale da spiazzarmi.

Sapeva che gli stavo resistendo, sapeva che ero in difficoltà.

Mi chiesi, per l'ennesima volta, cosa volesse da me. La sua vita sembrava così perfetta, intoccabile, luminosa. La mia, al contrario, era un groviglio di fili ingarbugliati di nodi. Era un gioco per lui, ne ero sicura. Ma io non avevo né la forza né la voglia di giocare, non più.

"Ti sbagli,"
"Forse," rispose velocemente, con un sorriso appena accennato, inclinando la testa come se stesse valutando quello che avevo appena detto. "O forse no."

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora