CAPITOLO SEDICESIMO - parte 2

1.1K 168 42
                                    

Asya emise un respiro tremante, mentre stringeva con fin troppa forza la mano del ragazzo. Non riusciva a contenere quella gioia che adesso scuoteva il suo corpo come un terremoto.
-Tim...- balbettò trattenendo a stento l'euforia.  -Oddio...sei...stai-.
Le risultava difficile persino pronunciare una frase di senso compiuto; continuava a sorridere, e scuotere la testa come volesse capire se per caso stava sognando.
Il ragazzo piegò lievemente la bocca in un sorriso, come volesse mostrarle che stava bene, e tentò di sollevare la schiena. L'infermiera tuttavia lo bloccò subito; -Non si muova, rischia di causare danni alle fratture-. Lo aiutò a rimettersi disteso, con delicatezza.
-Come si sente?- disse poi.
Tim voltò molto lentamente la testa in direzione della donna, ma non disse niente.
Non lo sapeva, come si sentiva.
Era maledettamente confuso, forse stordito dai farmaci, e la sua mente non era ancora del tutto lucida.
-Dolore? Cosa sente?-.
-Sto bene. Lasciatemi in pace- rispose sbrigativo. Voleva soltanto che quell'infermiera se ne andasse via e smettesse di fare domande. Si sentiva esageratamente stanco, privo di energia.
-Va bene. Hem.. mi chiami se ha bisogno, presto arriverà il medico per un controllo- disse la donna rivolgendosi ad Asya.
La ragazza annuì, e tornò a posare gli occhi sul volto di Tim.
Sembrava confuso, e sofferente. Probabilmente le fratture gli facevano male, anche se non aveva detto nulla; non era mai stato il tipo da lamentarsi, neanche per cose come questa.
La ragazza si passò una mano sulla fronte; erano davvero tante le cose che avrebbe voluto dirgli; durante tutto il tempo in cui era stato in coma aveva avuto modo di pensare molto alle cose che per qualche motivo non gli aveva mai detto, e adesso che ne aveva l'occasione aveva una paura tremenda di perderla ancora. Tuttavia, lo leggeva nei suoi occhi: Tim era molto, molto stanco e di certo non aveva abbastanza energia e voglia per parlare, adesso.
Asya sollevò le spalle e si limitò a sorridere.
-Mi hai appena resa la persona più felice del mondo- disse.
Non era una frase fatta.
Lo pensava davvero.
Tim girò debolmente il capo, e puntò i suoi occhi scuri in quelli di lei. -Cosa è...cosa...- balbettò a fatica -Da quanto tempo...sono qui?-.
-Alcuni giorni- rispose Asya con aria dispiaciuta -Tim..io...mi dispiace per quello che..-.
-Shhh- la interruppe lui, sprofondando la testa nel cuscino bianco. -Non fare così....non è colpa tua-.
La ragazza abbassò lo sguardo e strinse i pugni. -Ma tu mi hai..-.
-Grazie- la interruppe ancora lui, spostando lo sguardo sul soffitto bianco sopra alla sua testa.
Asya si bloccò subito dopo aver udito quella parola e rimase per una lunghissima manciata di secondi a guardarlo, senza dire nulla.
Improvvisamente si sentiva a disagio  anche se non avrebbe saputo spiegare esattamente il perché. -Per cosa mi ringrazi?- chiese, timida.
Tim sorrise lievemente.
-Ti sentivo, sai? Quando..mi parlavi-.
Nella stanza calò il silenzio, mentre Asya intrecciava nervosamente le dita delle mani ascoltando in silenzio quelle parole.
Era quasi sicura che lui non avesse mai sentito niente di ciò che diceva, e invece...
-Mi hai aiutato tanto- continuò il ragazzo, emettendo un sospiro -Ascoltavo la tua voce e...questo mi dava la forza di lottare contro la morte-.
La ragazza deglutì nervosamente e nemmeno si accorse di aver iniziato a piangere. D'istinto si sporse in avanti ed abbracciò Tim stringendolo forte a sé, con le braccia che tremavano, avvolte dietro alla schiena di lui.
Il ragazzo avrebbe voluto ricambiare quella stretta, ma la debolezza che lo assaliva e la presenza delle flebo nelle braccia gli rendevano ogni movimento troppo complicato; così si limitò ad appoggiare il mento sulla spalla della ragazza, teneramente.
E quando Asya se ne accorse lo strinse ancor più forte.
-Così..mi fai male- borbottò Tim poco dopo.
-Oddio, scusami- esclamò lei allentando immediatamente la presa.
Giusto, le fratture. Che stupida; le aveva davvero dimenticate?
I due restarono abbracciati senza dire una sola parola per diversi minuti, mentre Asya soffocava i singhiozzi di un pianto che questa volta, tuttavia, era stato scatenato dalla gioia e non dal dolore.
Quel momento sembrava fin troppo bello per essere vero.
Le pareva di vivere in un meraviglioso sogno, dove aveva visto realizzarsi il più grande dei suoi desideri. 
Infine, lentamente, la ragazza si allontanò e passò una mano tra i capelli scuri di Tim, con immensa tenerezza.
Ancora non riusiva a crederci.

Masky - Hero Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora