Chapter 45

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Per una volta nella vita avevo davvero paura di ciò che potesse essere accaduto.
Avevo davvero paura che l'unico pezzo funzionante della mia vita già folgorata mi venisse portato via, ogni giorno era così, sempre la solita paura, erano due settimane che di Harry nemmeno l'ombra, ero tornata a scuola, ma non lo vedevo e se lo adocchiavo subito dopo era come scomparso, ero quasi totalmente sicura che Harry avesse lasciato perdere quel mio "ricominciamo da capo", o forse non voleva proprio, lo scocciava, magari ero stata troppo ingenua per avergli dato un'altra possibilità.
Erano da ormai due settimane che avevo una specie di crisi notturna, mi alzavo di notte camminando per la stanza mentre consumavo il mio viso con delle lacrime fredde.
Tra cinque giorni sarebbe stato Natale e io sarei rimasta a casa di Louis, mentre lui sicuramente sarebbe andato da qualche parte, mi aveva rimproverato svariate volte sul darmi una regolata e divertirmi, ma per me era come se dentro di me l'ultima fiamma di felicità si fosse spenta o addirittura congelata dal mio stesso animo.
All'inizio avevo preso la questione Harry solo come una semplice cotta simile a quelle adolescenziali, ma solo ora dopo due settimane dall'ultima volta in cui mi disse "ci sentiamo in giro" sorridendo mentre mi abbracciava, ero riuscita a capire quanto realmente amavo lui.
Mi aveva fatto soffrire, quello sì, ma aveva anche acceso quella luce che si stava spegnendo nel mio cuore dopo Mike.
In queste settimane ho anche saputo che El è riuscita a trovare appartamento vicino al campus, è venuta qualche volta a trovarmi dopo le lezioni, ma quando se ne andava via la vedevo sempre triste dato il mio aspetto.
Anche Lara è venuta spesso a trovarmi, mi ha parlato molto nonostante capisse che stavo prestando poca attenzione a ciò che dicesse, ma lei lo faceva e basta giusto per farmi compagnia, mi ha anche portata all'acquario, l'unico momento in cui ho davvero riso nel vedere Lara che cercava di imitare le foche un po' in modo goffo e divertente.
Poi ho incontrato una ragazza del mio stesso corso di letteratura, forse era nuova perché non l'avevo mai vista, ma comunque sia mi ha capita guardandomi, o meglio scrutandomi, dal suo banco stretto e piccolo in prima fila, solo alla fine della lezione si è avvicinata a me, lei mi ha parlato del modo in cui avevo lo sguardo perso e del modo in cui guardavo come non aveva mai visto Harry, lei l'ha notato, strano ma lei se n'è accorta. Da quel giorno lei, di cui nome è Erah con capelli corvini, ogni giorno mi parlava, mi parlava proprio, non di cose senza senso, ma mi parlava di ciò che riusciva a scovare attraverso il mio sguardo vuoto, lei in qualche modo riusciva a vedere il dolore, diceva di aver visto Harry molte volte mentre ero girata verso di lei immersa in una conversazione guardare attraverso la porta socchiusa della classe vuota o attraverso gli angoli delle colonne.
Mi ha anche portata a Port Angeles, lontane da tutti, mi ha raccontato molto di lei, e non so per quale motivo ma essendomi fin da subito fidata di lei le ho raccontato tutto di me, anche delle mie cicatrici, difficile da credere ma è così, abbiamo passato una giornata meravigliosa e anche lì ho riso, quando due vecchietti che sembravano tutto tranne che sobri ci hanno chiesto se uno di loro sarebbe stato bene con i capelli biondi e magari con una parrucca, Erah li ha risposti con una spontaneità e senza ridere, ma dopo che sono spariti abbiamo cominciato a ridere, si, finalmente ho riso per davvero di nuovo, anzi ora che ci penso ogni volta che i miei occhi incontrano quelli di Erah riviviamo quell'esperienza e spontaneamente ridiamo, quando sto con lei rido e sto bene.
Louis invece è stato davvero la mia ancora di salvezza in questi giorni.
Ogni tanto, quando la notte mi alzavo a piangere contro lo stipite della pioggia con le gambe al petto lui arrivava a cullarmi e gentilmente mi faceva rimanere a dormire tra le sue braccia forti, era il mio miglior amico, con lui ero davvero me stessa in tutti i sensi.
Un giorno in particolare, ero al bagno, credo sia stato circa quattro giorni fa, c'era la lametta del temperino della matita per gli occhi, stavo ricadendo di nuovo al mio più grande sbaglio, ce l'avevo tra le dita, appoggiata sul polso, la stavo quasi per premere violentemente quando Lou, non so come, ma entrò in bagno allarmato e quando notò cosa stessi cercando di fare me la butto mentre mi stringeva in un abbraccio, ciò di cui avevo bisogno.

AFTER STORM. {h.s} #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora