Capitolo 13

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Passano giorni.Settimane.
Lascio la mia stanza solamente per andare al cimitero ogni giorno.
Non parlo. Comunico a gesti.
Nessuno dice niente riguardo a questo.
Gli incubi prendono il sopravvento ogni volta che chiudo gli occhi.
Mi alzo dal letto, dopo aver guardato il soffitto per circa una mezz'ora.
Mi dirigo in bagno a riempire la vasca di acqua calda.
Mentre aspetto mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco: gli occhi azzurri sono diventati grigi, senza vita. Gli occhi sono gonfi e rossi di chi ha pianto per giorni e con le occhiaie di un rosa intenso di chi non dorme da giorni . Le labbra sono tutte insanguinate e screpolate. Sono pallida come un lenzuolo e ho le guance scavate.
Mi tocco la faccia. Non ci posso credere.
Vado in camera e riflesso nello specchio c'è una ragazzina bassa e scheletrica. Mi si vedono le costole.
Corro in bagno, chiudo la porta e crollo. Piango ma non per tristezza ma per la rabbia. Mi prendo la testa tra le gambe e mi tiro i capelli per la frustrazione.
Entro nella vasca e mi godo il calore.
Immergo la testa.
Apro gli occhi e quello che vedo mi lascia senza fiato.
Lui è lì. Vedo il suo riflesso sopra il mio viso.
Urlo. Ma quello che esce è un urlo senza alcun suono.
Lui sorride. E la sua faccia diventa una maschera di sangue.
L'acqua diventa sangue.
Mi dimeno ma qualcosa di invisibile mi trattiene facendomi soffocare. All'improvviso sento una mano afferrarmi il braccio che riesce a tirarmi fuori da lì.
Boccheggio. Un po' per il panico, un po' perchè stavo affogando.
Mia sorella è terrorizzata e trema mentre cerca di prendere le pillole.
E anch'io sto tremando.
Mi avvolge un asciugamano e mi fa sedere sul letto.
Da quella sera mia madre mi fa prendere ogni singola mattina degli antidepressivi.
E ogni sera prima di andare a dormire prendo un sonnifero.
Ma non riescono a far dormire i miei incubi.
Quando mi sveglio ho il cuscino bagnato di sudore.
Mi sento disorientata, la testa comincia a girare e vedo sulla soglia della mia porta una figura sbiadita.
-Abby...- sussurro mentre mi alzo.
Cerco di avvicinarmi.
E sento la stessa risata di scherno di Josh.
Mi appoggio alla parete.
Le gambe stanno per cedere.
-Vattene! Lasciami stare!- grido piangendo.
E la vedo. Un'altra figura si avvicina a quella di Josh. E come lui, ride. Ridono di me.
Ma ha qualcosa di familiare.
Faccio per allontanarmi ma alla fine le forze mi abbandonano.
Cado e sbatto la testa.
Ridono ancora di più. Fino a quando la loro risata non si amplifica e diventa una risata mostruosa.
La figura femminile si avvicina.
Mi si chiudono gli occhi.
Per un secondo la vista diventa normale.
E quello che vedo mi terrorizza.
Spalanco gli occhi incredula.
La ragazza che sta abbracciando Josh e sta ridendo, sono io.
Lo stesso vestito bianco e gli stessi capelli. Ma gli occhi, gli occhi sono gialli. Quasi del colore del fuoco.
Poi tutto diventa sfocato. E dopodichè c'è solo il buio. Svengo.

Mi sveglio.
Sono sola nella mia stanza.
Mi alzo e vedo che tutto è distrutto.
Le mie cose sono tutte sul pavimento. Il mio specchio è rotto.
La mia scrivania è a pezzi.
No. Tutto è a pezzi.
Mi alzo.
Sembra che un tornado sia passato per di lì.
Le porte sono state scaraventate e i vetri delle finestre sono rotte.
Mi appoggio alla parete e qualcosa di appiccicoso sporca il mio vestito bianco, ormai diventato inspiegabilmente grigio.
Mi guardo le mani e mi sale un conato di vomito.
È sangue.
Mi giro e mi allontano immediatamente dalla parete facendomi male ai piedi con i pezzi di vetro sparsi sul pavimento.
Una grande "C" rossa è dipinta sul muro.
Sento odore di vernice nell'aria.
Mi avvicino le dita al naso.
È vernice. Solamente vernice.
Tiro un sospiro di sollievo.
Dei rumori provengono da sotto.
Sobbalzo.
Il panico mi assale.
E perdo la lucidità.
Non so che fare. Non riesco a muovermi per il panico.
Faccio dei respiri profondi.
E i rumori diventano più forti. Più frequenti.
Vedo che vicino al mio letto c'è un grande pezzo di vetro. Così lo prendo. Conto fino a 4 ed esco dalla mia stanza.
Sobbalzo ad ogni minimo e piccolo rumore.
Stringo i denti e cerco di non fare e mettere nessun tipo di suono.
E mi rendo conto che non solo la mia stanza è devesta, ma tutta la casa.
Man mano che che proseguo, i muri diventano rossi. E questa volta non sento l'odore di vernice, ma l'odore pungente del sangue. Sangue fresco.
Mi fermo.
Mi guardo i piedi. Sono sporchi di sangue. L'intero pavimento è imbrattato di sangue.
Emetto un gemito. E il rumore continua.
Seguo la scia di sangue che va in salotto.
Deglutisco.
Chiudo gli occhi.
Quando li riapro sono davanti al bosco.
E di fronte ci sono i miei genitori e mia sorella stesi per terra con gli occhio spalancati, di chi ha guardato la morte in faccia. Da qui riesco a vedere che li hanno tagliato la gola.
Non sto piangendo perchè davanti a loro c'è l'artecifice di tutto ciò. L'assassino dei miei genitori.
La persona che tormenta le mie notti.
Che non mi lascia stare.
L'unica causa di tutto questo.
L'unica causa.
L'unica causa della mia sofferenza. L'unica causa che deve essere uccisa e deve meritare ogni male.
Lì davanti a me con un sorriso trionfante e gli occhi pieni neri come cenere, ci sono io.
Il vestito macchiato di sangue. Di sangue innocente.
"Devi combattere contro te stessa. È sempre stato così" dice una voce roca maschile.
All'improvviso davanti non c'è nessun'altra me.
Ma c'è uno specchio.
C'è il mio riflesso.
Sono io che ha il vestito macchiato di sangue.
Sono io che ho il sorriso trionfante e gli occhi neri.
I miei genitori sono dietro di me.
Sono io che ho ucciso i miei genitori.
Il pezzo di vetro è sporco si sangue.
Le mie mani non sono più macchiati di vernice. Ma di sangue.
E ho in mano il frammento di vetro sporco di sangue.
Josh non c'è. Mi giro a cercarlo.
Ma all'improvviso sento una risata. Sono io.
No, è il mio riflesso nello specchio.
-Svegliati! - urla. -Svegliati!-
Sferra un pugno al vetro fino a spaccarlo.
Mi allontano.
-Svegliati! Svegliati maledizione !- ordina.
I suoi occhi sono terrorizzati.
Li guardo da vicino e mi accorgo che hanno delle pagliuzze azzurre.
Si guarda indietro. E sferra un altro pugno. La sua mano insanguinata afferra la mia gola e stringe.
-Non è reale- sussurro senza più voce.
Tutto diventa sfocato e buio.

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