Capitolo 18

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Cala il tramonto e cerchiamo un riparo prima che faccia buio.
Abbiamo fatto 5 km e non abbiamo visto neanche una casa, perciò ci ripariamo sotto ad una grande quercia e accendiamo un piccolo fuoco, senza mettere tanti rami da ardere.
Prendo una coperta dal borsone e della minestra in scatola.
-Lo sai vero che non puoi mangiare solo zuppa in scatola?- Tira fuori dal suo zaino un contenitore di plastica e inizia a magiare dei broccoletti di bruxelles.
Faccio una smorfia di disgusto - lo so- ribatto continuando a mangiare la zuppa fredda e cercando di farmela piacere -ma ho solo questo e delle barrette- sbuffo. La frustrazione inizia a farsi sentire.
Lui scuote la testa e sul suo volto compare un piccolo sorriso.
Le fiamme creano ombre danzanti su tutto il suo viso, rendendo i suoi lineamente più duri e trasformando i suoi occhi in due cieli neri privi di stelle.
Mark veniva nella mia stessa scuola ma ha la stessa età di mia sorella.
Lo vedevo ogni mattina alla fermata; eravamo gli unici ad avere sempre le cuffiette alle orecchie e la testa bassa. Ogni volta che mi giravo a guardarlo aveva lo sguardo basso e fisso, quasi del tutto assente.
Devo dire che avevo sempre definito Mark un ragazzo misterioso. E non mi sbagliavo.
E anche ora che tutto è cambiato drasticamente, lui ha ancora lo stesso sguardo vacuo di un tempo, ma con la variazione che ora non lo trovo solo misterioso, ma anche, in un certo senso, pericoloso. E dire che a quel tempo credevo fosse quasi uno sfigato, addirittura. Pensieri superficiali per una ragazzina superficiale.
Ma dietro alla sua aria da innocente si nasconde un ragazzo sarcastico e coraggioso. Non so se se sia solo una facciata ma se veramente lo fosse, penso che dovrei saper impare anch'io fingere così bene.
Ci abbandoniamo tutti e due nei nostri oscuri pensieri. Restiamo per un po' tutti e due con le teste chine , lo sguardo perso e i pensieri a tormentarci.

Corriamo attraverso un prato fiorito con ai lati file e file di grandi e maestose querce rosse.
I suoi lunghi capelli castani ondeggiano nell' aria, creando piccole e dolci onde.
L'eco della sua risata cristallina accarezza le foglie rosse delle querce. E le mie orecchie.
-Prova a prendermi! - urla divertita girandosi e sorridendomi. Il suo sorriso è il più dolce e genuino che abbia mai visto in tutta la mia vita.
Più ci addentriamo all'interno della lunga via segnata dalla querce rosse, più la polvere di nebbia si alza. Creando un vero e proprio muro. Non la vedo più. È sparita.
-Abby!- urlo. Non vedo niente. Il panico si fà strada dentro di me.
- Abby, dove sei!- Sento la sua risata. Ma questa ora è diversa. È più cattiva.
-Abby! Abby!- urlo con tutta la forza che ho, ma come risposta ricevo solo l'eco della mia voce.
-Vattene!- urla disperata. - Và via! Sta lontano da me mostro!- E ricomincia a ridere.
-No..- sussurro con voce roca. -Basta Abby. Il gioco è finito - dico con voce tremante.
Lei ride sguaiatamente.
-Non vedi? Sei patetica!- urla piena di rabbia.
-Basta.. no..- chiudo gli occhi e mi prendo la testa tra le mani. -Smettila.. basta..- mi gira la testa e mi sta salendo la nausea.
-PATETICA!- e l'eco si diffonde dappertutto entrandomi perfino nella ossa.
-VAFFANCULO!- e inizio a piangere rannicchiandomi e mettendomi le mani sulla faccia.
-VATTENE! STA LONTANA DA ME! NON TI VOGLIO MOSTRO! NESSUNO TI VUOLE- urla divertita.
Mi alzo di scatto e cerco di andarmene immediatamente da lì, ma è tutto ricoperto di nebbia. Non vedo assolutamente niente.
Inizio a correre più veloce che posso,ma non trovo la fine del muro di nebbia.
Non ho più fiato.
-Stupida ragazzina! Ancora non hai capito? Non c'è nessuna via d'uscita- Mi schernisce.
Sono in trappola.

Mi sveglio di colpo.
Il fuoco si è spento lasciando dei rami carbonizzati.
Mi giro e vedo Mark che sta dormendo profondamente.
La luna è ancora alta nel cielo e ci sono poche stelle stanotte.
E solo quando mi giro per rimettermi a dormire, noto che il borsone usato come cuscino è bagnato. Mi tocco gli occhi e sento che sono bagnati, così come le guance. Ho pianto nel sonno. Con ancora gli occhi lucidi mi assicuro che Mark stia ancora dormendo. Spero che non mi abbia vista o sentita piangere. L'ultima cosa che voglio e che mi veda debole e vulnerabile, nonostante lo pensi già.
Non mi ci vuole molto prima di riaddomentarmi.
Abby...

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