- Cosa?..-
Non può essere. Tutto questo è ridicolo. Lei è ridicola.
-Tu non saresti dovuta nascere.
Sei un mostro!- urla.
-Cara...-le si avvicina mio padre e le mette la mano sulla spalla.
E lei d'un tratto si rende conto di quello che ha appena detto.
Spalanca gli occhi e fa per avvicinarsi ma io sto già correndo per le scale.
Sono stanca. Stanca di tutto e di tutti.
Non sono così forte da poter affrontare tutte queste cose.
Le lacrime iniziano a scendere.
Voglio solo stare sul mio letto e piangere. Piangere finchè non mi sarò addormentata. E così succede.È notte fonda. Si sente solo il frinire dei grilli.
Sono in un bosco. Mi addentro di più, in mezzo all'oscurità e vedo alcuni alberi in fiamme, ma il fuoco non li consuma. Sembrano delle torce gigantesche.
Dietro c'è un grande lago e mi dirigo lì.
Mi avvicino e vedo il mio riflesso sull'acqua.
Chiudo gli occhi, continuando ad ascoltare il crepitio degli alberi che bruciano e il canto dei grilli. Percepisco il risveglio della notte, di quel posto.
È come se quel bosco mi stesse chiamando. È come se tutto intorno a me stesse prendendo vita.
Apro gli occhi. Mi sento potente,invincibile.
Mi guardo nel riflesso e i miei occhi sono neri come la pece; le pupille non ci sono.
E sto prendendo fuoco. Letteralmente.
Ma non sento niente. Anzi mi sento viva. Come quegli alberi. Li tocco e d'un tratto mi ritrovo sott'acqua. Cerco di risalire ma è come se qualcosa mi stesse trattenendo.
Sposto lo sguardo e vedo che una mano,da sotto la sabbia, mi sta prendendo il piede. Urlo.
Scalcio ma niente. Sento l'acqua entrarmi nel naso e nella bocca. Invece delle mie urla, escono solo bolle d'acqua.Mi sveglio di soprassalto con la sensazione di soffocare. Mi manca l'aria.
Faccio del respiri profondi.
Scosto la coperta; non c'è nessuna mano fantasma.
Sento i battiti del mio cuore rallentare.
Il mio cuscino è bagnato di sudore e lacrime.
Vado in bagno a lavarmi la faccia.
Ho un aspetto orribile; sono pallida come un lenzuolo, sembro morta, ho delle occhiaie rosse e le labbra insanguinate. Il rosso dei miei capelli è l'unica cosa che mi dà un po' di vivacità, se così si può dire.
Le poche volte in cui dormo, poi mi risveglio a causa degli incubi.
Mi avvicino allo specchio a guardare gli occhi: non sono neri ma neanche azzurri come prima, sono grigi.
Mi siedo sul letto. Mi sento troppo debole.
Guardo la sveglia , sono le 9; l'ora del coprifuoco.
Infatti inizia a suonare l'allarme generale.
Sento bussare.
Sussulto per lo spavento, il cuore inizia a battere più forte e le mani iniziano a tremare.
-Posso entrare?- chiede Abby.
Faccio due respiri profondi per calmarmi.
-Sì...- ho la voce che trema.
Lei entra , mi guarda e vedo dalla sua espressione che è spaventata. Non la biasimo. Ho un aspetto malsano e mi sto comportando come un pazza.
-Vieni di sotto a mangiare con noi?- mi chiede come se stesse parlando con un cucciolo ferito.
Faccio di sì con la testa.
Mentre scendiamo dalle scale, lei mi sorregge.
Per quanto io l'abbia detestata in questi ultimi anni, lei é stata l'unica persona che mi e stata vicina quando ho avuto i miei incubi o quando sono svenuta. Lei ci è stata sempre per me, ache quando io l'ho mandata via. Ma a quanto pare non sono riuscita ad allontanarla.
Le sorrido come per ringraziarla.
Lei mi guarda stupita, ma poi sorride anche lei.
Quando arriviamo in cucina, cala il silenzio e i due mi guardano sospettosi e stupiti allo stesso tempo.
Mi siedo.
Dopo 10 minuti, mia madre rompe il silenzio: -Io e tuo padre ne abbiamo parlato e siamo giunti alla conclusione che non sei in te stessa, a causa della morte di Josh , perciò ti perdoniamo. Ti perdono per il tuo comportamento..."
-Da pazza intendi?- Interrompo sarcasticamente.
Lei chiude gli occhi irritata e prosegue - perchè sappiamo che non è colpa tua e che tutto questo...- dice aprendo la braccia- non era prevedibile...- sospira.
Scoppio in una fragorosa risata risaltata ancora di più dal silenzio tombale.
Tutto quello che sta dicendo non ha alcun senso.
Guardo mia sorella che ha la testa china sul piatto. Sembra nervosa.
- Inoltre abbiamo deciso di mandarti in una casa di cura in modo da farti superare lo shock che hai subíto e farti ritornare l'America di prima..- dice sorridendo.
Mi alzo di scatto dalla sedia che cade facendo sobbalzare tutti, tranne mia madre che probabilmente si aspettava questa mia reazione.
-Cosa?!- sbotto.
Lei fa per parlare ma la interrompo subito.
-no.. no, tu non puoi farmi questo- urlo scutendo la testa energicamente.
Ora sì che sembro pazza.
Guardo mio padre che è impassibile.
-Papà.. dille qualcosa...- lo supplico.
Lui chiude gli occhi e scuote la testa -tesoro.. questa decisione l'abbiamo presa insieme..-
Rido istericamente.
-Non ci ha lasciato altra scelta- interrompe mia madre.
Mi sta fissando negli occhi .
Mi mordo il labbro inferiore.
Guardo mia sorella.
Mi sta supplicando con gli occhi.
Non capisco. Davvero vuole che non dica niente e mi faccia rintanare in in una casa di cura piena di matti?
La rabbia sale.
La guardo di nuovo e mi sta fissando tristemente con le lacrime che le rigano il viso.
E allora capisco.
Nel suo silenzio mi sta dicendo di ribellarmi. Di dire tutto quello che penso una volta per tutte. Di dire quello che penso anche da parte sua. È questo che mi sta dicendo in silenzio. È questo che i suo occhi mi stanno gridando.
Rido e tutti mi guardano sconvolti.
Sopsiro.
-Se sono pazza..- inizio con un voce talmente fredda da essere irriconoscibile.
-Non è per josh..- scuoto la testa energicamente.
- non è perchè ho avuto un incidente e perchè è morto.. siete voi la causa della mia pazzia. Non avete fatto altro che lasciarmi crogiolare nel mio dolore, mi avete abbandonata nel mio silenzio e mi avete fatto dormire con dei sonniferi del cazzo! Non mi avete mai aiutata anzi avete intensificato la mia perdita. E l'avete dimenticata come se niente fosse. Avete dimenticato quello che è successo in pochi secondi. E avete pure preteso che io facessi lo stesso! - guardo tutti per vedere qualche reazione, ma niente. Sono tutti e due con la testa china.
- Bè scusate ma non posso dimenticare quello che è successo. E non è per Josh, ma è per me. E non mi scuso per il mio comportamento da "pazza"..- entatizzo la parola pazza ed è lì che mia madre si alza di scatto e mi dà un ceffone in pieno viso facendomi sbattere contro la perete.
Rido. E la guardo malissimo.
-ora ti senti meglio?- Lei mi prende per le spalle e mi fa di nuovo sbattere contro il muro.
Mia sorella urla e mio padre corre verso di noi.
Io invece sono calmissima perchè sto vedendo la vera donna che ho chiamato "mamma" da sempre. Tutti la stanno vedendo. Tutti stanno vedendo proprio in questo momento che la maschera è caduta ed è venuto allo scoperto il suo vero volto.
Le sue mani sono attorno la mia gola.
Non sto facendo niente per difendermi. Non sto neanche piangendo.
Vedo tutto sfocato.
Lei dirigna i denti e stringe la presa.
- Puoi dire addio a questo mondo e al tuo martirio-sussura al mio orecchio.
Io sorrido - Li ho già detti addio tanto tempo fa- dico con la voce strozzata.
Lei spalanca gli occhi. Ora è lei la pazza.
E proprio in quel momento arriva mio padre e le afferra le braccia facendole mollare la presa dal mio collo.
Io cado in ginocchio e tossico. Inalo più ossigeno che posso.
Mia sorella corre verso di me. Mi massaggia la schiena e continua a piangere.
Io al contrario non sto versando neanche una lacrima.
Mi abbraccia fortissimo.
Chiudo gli occhi e sospiro.
E solo in quel momento mi accorgo che mia madre sta sbraitando e che sta cercando di afferrarmi di nuovo ma a impedirglielo è mio madre che la sta prendendo per i polsi.
Tossisco e sorrido vedendo quella scena.
Lei si arrabbia ancora di più.
Sembra quasi una scena comica se tralasciamo il fatto che un mio amico è morto e che mia madre stava quasi per uccidermi.
Ma tutto questo non fa ridere.
-Non ti perdonerò mai per tutto questo.- le dico.
Guardo mio padre.
-Non ti perdonerò mai per averglielo lasciato fare-
Guardo mia sorella.
-Mi dispiace. - sento gli occhi lucidi -Mi dispiace per tutto.- e l'abbraccio.
Dopodichè scappo.
Apro la porta a inizio a correre come non ho mai fatto.Don' t look back.
Lascio alle mie spalle tutto e tutti.
Parte della mia vita. Una parte di me.
È meglio così mi ripeto
È meglio per tutti.
-America!- sento gridare in lontananza.
Non guardare indietro. Continua a correre. Non fermarti.
Non posso tornare indietro. Non più. Non ora.
Da piccole in estate io e Abby andavamo sempre in un grande lago e giocavamo in una stalla abbandonata lì vicino. Era tutto così bello.
Scavalco la recinzione e mi dirigo alla stalla.
Mi guardo intorno, non si sente e non si vede nulla.
Solo il frinire dei grilli rompe il silenzio della notte.
E dopo essere stata sicura di non essere stata vista da nessuno entro nella stalla.
Non dovrei stare qua penso.
Potrebbero arrestarmi o peggio.
Sono una pazza. Solo una pazza potrebbe fare questo.
Mi potrebbero scoprire.
C'è il coprifuoco.
Non dovrei essere qui.
La mia testa inizia a pensare mille cose allo stesso tempo.
Sento salire il panico.
Faccio un respiro profondo.
Non vedo niente.
Mi muovo toccando la balle di fieno.
Dentro di me penso di aver commesso un errore invece mi sdraio e inizio a piangere.E mi addormento.
È troppo tardi.