A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare.
Questa frase riassume tutto quello che mi è successo in così poco tempo.
Situazioni che non sono psicologicamente pronta ad affrontare.
Però so che devo andare avanti. Che la mia vita deve andare avanti.
Devo riuscire ad andare oltre a ciò che è successo, per quanto sia difficile. Però per fare ciò, devo cambiare me stessa. Perchè quello che è successo mi ha cambiata dentro; non sono più la America di prima.
Perciò mentre tutti sono andati a fare la spesa, io decido di uscire.
Prendo il bus e vado in un supermercato vicino al cimitero.
Prima di ritornare a casa, vado a far visita a Josh. I miei girasoli si sono rinsecchiti perciò li butto.
Gli racconto quello che è successo da quando non è più qui con me, di come mi sento e di tutto quello che mi passa per la testa. Cosa che nessun' altro capirebbe.
Lo saluto e ritorno a casa.
Vado subito in bagno.
Entro e chiudo la porta a chiave.
Mi guardo allo specchio.
Sono proprio uguale a mia sorella, ma con delle piccole differenze.
Questa America non mi appartiene più.
Penso alle conseguenze delle mie azioni. A quello che potrebbe dire mia sorella. A quello che penserebbe mio padre. E a quello che farebbe mia madre. Penso sopratutto a lei.
Lei ha sempre voluto che diventassi come Abigail. Ma purtroppo io non sono come lei. E non ho intenzione di esserlo. E mia madre deve accettarlo. Deve accettarmi per come sono.
Perciò prendo le forbici e inizio a tagliare alcune ciocche di capelli.
I lunghi capelli che prima mi arrivavano alla schiena, ora mi arrivano alle spalle. Prendo la tinta, e aspetto 20 minuti, e dopo un po' di tempo i miei capelli sono di un colore rosso intenso.
I miei occhi azzurri risaltano ancora di più.
Ora sono proprio diversa da lei.
Sono finalmente me stessa.
Sono America Winters e non una fotocopia venuta male di Abigail.
Mi guardo un'ultima volta e mi chiedo perchè mia madre mi abbia sempre voluta uguale a Abby.
Fin da piccola ci vestiva allo stesso modo, ci faceva lo stesso taglio di capelli. Finchè poi non sono diventata abbastanza grande da prendere da sola delle decisioni e non mi ha più potuto controllare. E da quel momento sono diventata per lei un disastro vivente, con cui ha dovuto imparare a convivere.
Mi ricordo di una vecchia foto di famiglia che avevamo scattato nella casa vecchia: io e mia sorella eravamo ancora piccole mentre i miei erano ancora giovani e felici.
Solo ora mi ricordo che in quella foto sembrava che io e Abby fossimo gemelle; eravamo proprio identiche. E dietro di noi, nostra madre che ci guardava sorridente e soddisfatta. Come se avesse appena compiuto una difficile missione: quella di renderci identiche.
Mi chiedo perchè mia madre abbia sempre cercato di cambiarmi.
Sono davvero un terribile disastro? O forse sono un orribile sbaglio che mia madre cercava in tutti i modi di rimediare. Di cancellare, per quanto fosse difficile.
Ma ha fallito.
Per quanto sia stata tremendamenete brava a nasconderlo, sono riuscita a scoprire il suo piccolo e sporco segreto.
Tutto questo è inquietante.
Sono in preda ad un attacco di nausea quando sento la porta chiudersi e dei passi sul parquet.
Sono arrivati.
Conto fino a 3.
Prendo un bel respiro, pronta ad accettare le conseguenze. Ed esco.
Li vedo ma loro non vedono me.
-America!- grida mia madre cercandomi.
-Sono qui- le rispondo a bassa voce. Pronta a quello che mi aspetta.
Loro si girano e in quel momento, giuro su Dio, di vedere la stessa espressione che avevano nel mio incubo; hanno dipinto sul volto il terrore.
Non mi aspettavo questa reazione da parte loro, ma solo da parte di mia madre.
Rimangono tutti a bocca aperta; mia sorella e mio padre guardano mia madre, che è diventata pallida.
Solo ora mi accorgo che in un certo senso sto rivivendo il mio maledetto incubo: hanno lo stesso sgardo vuoto e di terrore, sembrano morti e sono tutti e tre davanti a me. E io sono l'artefice di tutti questo. Con l'unica eccezione che non sono morti e che non li ho uccisi io.
Quando inizia a parlare, le trema la bocca: -Che hai fatto?!- mi urla disperata mia madre.
-Ho fatto solo quello che ritenevo giusto per me...- le parole mi esco in un sussurro. Ho la lingua asciutta.
-Zitta.- dice interrompendomi -Tu non sai cosa è giusto per te. Non sai nemmeno la differenza tra giusto e sbagliato!- fa una risata nervosa e finta piena di sarcasmo
- Sei solo una piccola sciocca ingrata - dichiara con voce sprezzante piena di odio e rabbia.
Fa per andarsene.
La rabbia prende il sopravvento e la parole escono come un fiume in piena. Senza alcun controllo.
-So cosa hai cercato di farmi!- urlo per attirare la sua attenzione.
Lei si ferma e si gira di scatto incredula.
-E sappi che non cambierò mai. Per quanto tu lo voglia non sarò mai come lei- dico indicando Abigail.
Lei abbassa la testa. Si sente in colpa.
È inutile che me la prenda con lei.
Non c'entra niente con questa storia. Il suo unico errore è stato quello di non essersi opposta a nostra madre. Ha sempre cercato di essere perfetta, quando tutte e due sappiamo che invece non lo è, per il semplice fatto che è un essere umano, pieno di sbagli e errori commessi. Errori che in questa casa non sono ammessi. Una parola di troppo o uno sbaglio di troppo, sei un disastro qui.
E questo non lo accetto.
Prendo per la prima volta coraggio, dopo tanti anni. E non ho paura di farlo.
- Per quanto tu ci abbia provato... sono rimasta così come sono: con mille difetti ma anche con tanti pregi, che di sicurò non avrò preso da te, perchè sei senza cuore. Letteralmente. Non mi hai mai voluto bene, non hai mai cercato di capirmi, di ascoltare tutte le cose che avevo da dire. Hai sempre controllato ogni mio singolo momento di vita.
- Ma non ci sei riuscita.- scuoto la testa - Non ci sei riuscita .. per il semplice fatto che, anche se inconsciamente, mi sono ribellata-
Mi odia. Tutti mi stanno odiando in questo momento. Ma non m'importa. Non m'importa di nessuno.
-Perchè?- chiedo curiosa della sua risposta. -Perchè l'hai fatto?- Lei fissa il pavimento. Ha la labbra serrate come se volesse trattenere un singhiozzo.
-Perchè sei stata uno sbaglio.. uno sbaglio fin da quando sei nata-