Il ricordo di quello che era accaduto quando era morta a causa di un tumore la migliore amica di Abby è offuscato . Era successo quando lei era al terzo anno di liceo.
Ovviamente lei l'aveva presa diversamente da me quando avevo saputo la morte del mio di migliore amico; lei aveva taciuto per giorni, sì continuava a sorridere ma era un sorriso forzato, continuava a mangiare ma di meno, si rinchiudeva nella sua stanza con la musica alta ma quel tanto da non disturbare nessuno. In pratica aveva sempre cercato di prendere "bene " il lutto in modo da non essere un peso per nessuno, in modo da non creare problemi a mia madre e continuare ad essere la figlia perfetta che non va fuori di testa nemmeno quando perde una persona cara.
Ma nessuno sà che di notte i suoi demoni uscivano e tirava fuori tutto quello che durante il giorno cercava di tenere dentro.
Erano passati mesi da quando era morta Ashley.
Quella notte mi alzai per andare a prendere un bicchiere d'acqua e passai davanti alla sua stanza.
Sentii dei piccoli singhiozzi attutiti e il rumore di qualcosa che sbatteva e andava in frantumi.
La stanza dei miei era dall'altra parte del corridoio, troppo lontana da poter sentir qualcosa.
Sarei potuta andare da mia madre a spifferare tutto facendo cadere la maschera di perfezione di Abby.
Ma non le avrei mai fatto una cosa del genere. Era mia sorella. Non me lo sarei mai perdonato.
Aprii lentamente la porta e la vidi sdraiata sul letto che si dibatteva. La richiusi immediatamente a chiave.
Mi avvicinai e aveva la fronte imperlata di sudore così come i capelli. Teneva gli occhi serrati e busbigliava frasi incomprensibili. Mi spaventai ma rimasi con lei. La stanza era in disordine se non distrutta; la carta da parati era stata ridotta in mille pezzi, pezzi di vetro erano sparsi sul pavimento, così come i libri e i vestiti stracciati.
Lei continuava ad agitarsi ed io per calmarla l'accarezzavo e le sussuravo all'orecchio che ero lì con lei, di non aver paura. Ed era lì che lei aprì gli occhi gonfi e rossi dal pianto. Aveva le labbra tutte screpolate e secche e cercò di sussurrare qualcosa con la voce roca che non sembrava nemmeno fosse la sua. Ma non dovetti farmelo dire; dal suo sguardo capii subito cosa mi stava implorando: non avrei detto nessuno di quello che era successo. E così feci.
Quella notte restammo abbracciate e dormii accanto a lei finchè non smise di piangere.
Non l'avrei mai detto a mia madre; non avrebbe capito e mai lo avrebbe fatto.
Quella notte rimase un segreto solo tra noi due. E nessuno lo seppe mai.
Lì fu il momento in cui capii che ognuno di noi nascondeva un segreto e che il vuoto che aveva non si sarebbe mai potuto riempire per quanto lei cercasse di nasconderlo. Una parte di lei, non so per quanto migliore fosse , era scomparsa. Sì, agli occhi di tutti rimase la Abby dolce che tutti amavano. Ma solo io vidi, anche se per solo una notte, la sua parte oscura, la parte che cercava di reprimere il più possibile. Poi pian piano quella verità scomparve dalla mia mente e i miei occhi la videro come tutti la dipingevano.
Non ne parlammo mai e io non tirai mai fuori l'argomento. Non seppi mai se continuò a star male, ma poi con il tempo me lo dimenticai. Dimenticai di aver visto mia sorella stare nella stessa situazione in cui dopo tanto tempo lo sarei stata io. Dimenticai di aver visto per la prima e l'ultima volta la vera Abby.
E star vedendo Mark tremare e singhiozzare me lo sta facendo ricordare.
Mi sto odiando. Ho passato anni a detestarla. E per cosa poi? Lei è stata l'unica ad aiutarmi e a capirmi quando ho saputo di Josh. Ma questo l'ho compreso troppo tardi.
Lo so che il suo rapimento non c'entra niente con me, ma non posso fare a meno di sentirmi in colpa.
Se quella notte non l'avessi lasciata a casa e non fossi stata così egoista magari ora starebbe qua con me. Magari ora ci sarebbe lei a tremare al posto di Mark. E avrei visto di nuovo i suoi demoni ...
-No! No ...- Sussurra tra un singhiozzo e l'altro.
Scuote la testa.
-Mark sono io.. America!- faccio per avvicinarmi ma lui urla -Vattene via!- Non sta parlando con me, ha gli occhi serrati.
L'agitazione mi sta salendo in circolo.
Questa situazione mi ricorda il mio sogno.
È impossibile. Scaccio subito via quell'orribile pensiero.
Non so che fare. Ora come ora potrebbe perfino aggredirmi.
Continuo a chiamarlo ma niente.
'Fanculo corro il rischio.
Questo è il momento di restare lucidi. E nessuno dei due lo è. Perciò gli prendo le spalle e gli dico di svegliarsi - è solo un incubo- gli dico per tranquilizzarlo ma lui questa volta mi prende per il collo e mi butta giù per terra. È a cavalcioni su di me e tiene la presa stretta intorno al mio collo. L'ossigeno si sta esaurendo. Proprio quando mi rendo conto di essere nella merda vedo che ho una gamba libera.
Lui pensa ancora di essere dentro al suo incubo.
-Perdonami..- gli sussurro con un filo di voce e gli tiro un calcio proprio sul naso. Lui cade all'indietro e si sveglia agitato. Ha gli occhi sgranati. Ha paura.
Io tossisco e mi accascio sul pavimento priva di energie e ossigeno. La gola inizia a farmi male e a pulsare.
-C- Cosa è successo?- chiede affannato e con gli occhi sgranati dalla paura. Sta ancora tremando.
Non gli rispondo subito. Non so cosa dirgli. Non so neanch'io cosa sia successo.
-St- stavi...- balbetto -Stavi andando fuori di testa e..- non riesco a finire la frase che lui si alza di scatto e mi afferra per le spalle avvicinandosi a me. -ti prego- ringhia -ti prego dimmi cosa è successo. Per favore.- nei suoi occhi vedo solo paura e terrore.
Deglutisco anche se non c'è niente da deglutire avendo la gola secca.
In questo momento ho una paura fottuta di lui. Lo so perfettamente che non era sua intenzione farmi del male. Non era in sè. Ma dai suoi occhi capisco che non è stata la prima volta che è successo. È una mina vagante.
-Prima... ti vado a prendere un bicchiere d'acqua, d'accordo?- gli faccio un piccolo sorriso per niente convincente purtroppo, ma sono ancora scioccata.
Lui annuisce debolmente, si scosta e rimane seduto con la testa fra le mani.
Corro in cucina; sono appena arrivata al lavandino quando inizio a vomitare l'anima. Dei conati escono prepotentemente dalla mia bocca. Così forti che Mark mi chiede allarmato se sto bene.
Io non gli rispondo.
No. Non sto per niente bene.
Non è stata colpa sua penso tra un conato e l'altra.
Non non lo è stata ma l'ha fatto lo stesso.
Quando finisco, le gambe non reggono e mi accascio sul pavimento. E una lacrima solitaria percorre la mia guancia.
Voglio solo che tutto questo finisca.
Voglio solamente che tutto questo non sia mai accaduto.
Ma tutto questo cosa?
Non so neanche che cosa sta succedendo.
Non so perchè ci sono soldati che ammazzano la gente, che fanno esplodere le case e che rapiscono persone. E che fanno chissà altro.
Voglio ritornare a casa.
Ma a casa dove? Non ce l'ho più una casa.
Voglio abbracciare mia sorella.
Anche lei non c'è più.
Voglio solo ritornare alla mia cazzo di vita prima che tutto questo casino avesse inizio.
-Non ce la faccio..- sussurro. -Non ce la farò mai- È la prima volta che lo dico ad alta voce.
Non sono stata così convinta di fallire e di non farcela come in questo momento.
A questo punto non so nemmeno più come me la caverò.
Cosa farò?
"Is this the real life?
Is this just fantasy?
Caught in a landslide.
No escape from reality"
Le parole dei Queen mi risuonano in testa. Queste e altre parole di altri testi, di altri artisti.
Mi manca starmene chiusa in camera mia ad ascoltare le canzoni dei miei cantanti preferiti per ore e ore.
Ormai vivere di ricordi non serve più a niente. Neanche stare qui a piagnucolare.
Non sta succedendo solo a me. E Mark ne è la prova.
Sospiro prima di tornare di nuovo su, ma questa volta prendo un coltello dal cassetto delle posate e lo nascondo sotto la manica della mia maglia.
Quando ritorno lui è ancora nella stessa posizione in cui l'ho lasciato.
-Non è la prima volta che mi succede- Sussurra con un tono duro e freddo.
-lo so..- lui si gira stupito -l'ho visto dai tuoi occhi- spiego.
Mi siedo di fronte a lui e gli porgo il bicchiere d'acqua.
Ha gli occhi gonfi di chi ha pianto molto.
-Sono venuti da noi una notte- ha lo sguardo perso -Io e mia sorella siamo riusciti a scappare ma..- stringe il bicchiere -loro.. li ho visti che uccidevano i nostri genitori e da quella notte quell'immagine mi tormento ogni notte- chiude gli occhi - mi svegliavo in preda al panico urlando spaventando Emily finchè non ci trovarono e.. la uccisero - la sua voce si incrina. -Da lì i miei incubi sono peggiorati. Una volta mi sono svegliato che stavo accoltellando il terreno..- scuote la testa -Li sogno che vengono uccisi ripetutamente sotto ai miei occhi e io non riesco a fare niente. È sempre così.. è come se fosse una ruota che non si ferma mai. Muoiono sempre!- e getta il bicchiere riducendolo in mille frantumi.
- Capisco se hai paura di me- mi guarda negli occhi e poi con un cenno della testa indica la mia manica.
-Non puoi biasimarmi ... stavi cercando di uccidermi- lui scoppia in una fragorosa risata, così tanto da farmi sussultare.
Restiamo in silenzio finchè non lo rompo - Comunque ti capisco.. riguardo agli incubi..- sussurro.
Quando alla fine, non ricevendo risposta, penso che forse non mi abbia sentito lui risponde che lo sa.
Questa volta sono io che lo guardo stupita -ti ho sentita quella volta nel bosco.- arrossisco.
-Bè almeno io non ho cercato di ucciderti- ribatto
-Questo non cambia il fatto che la mattina dopo avevi un aspetto orribile.- Non avrei mai pensato che il suo stupido sorriso mi sarebbe mancato.
-Mi dispiace- dice per poi alzarsi. -Vado a dormire sotto- aggiunge per poi sparire nell'oscurità.
Più guardo il bicchiere in frantumi più credo che tutto questo sia così irreale tanto quanto non in realtà non lo è.
Prima di andare di nuovo a dormire sono certa su 4 cose :
1)Non sono l'unica a non riuscire a controllare di notte i propri demoni
2)Questa cosa, qualunque cosa sia, non sta accadendo solo a me.
3)Per quanto io abbia detestato mia sorella lei è stata l'unica a capirmi. Almeno fino in questo momento.
Ultima cosa, ma non meno fondamentale 4) non sono sola.
Per la prima volta da un tempo che sembra indeterminato riesco a dormire sonni tranquilli. Mi addormento beatamente. Con il mio coltello sotto al cuscino.Goodbye Angels.