Capitolo 9

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BIP

...

BIP

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BIP

Apro gli occhi e vengo accecata da una luce bianca.Vedo tutto sfocato.

Non so dove mi trovo.

Sento solo delle voci a me sconosciute. E ad ogni voce sconosciuta che sento, il battito del mio cuore inizia a farsi sempre più pesante.

Sento il bip accelerare. Non è un buon segno.

Vedo solo delle sagome intorno al mio lettino; continuano a ripetere di stare calma e di respirare. Ma non ci riesco.

Mi alzo per respirare meglio ma non funziona.

Sembra che da un momento all'altro il mio cuore scoppi.

Il rumore del bip, tutte quelle infermiere che stanno cercando di tenermi calma, non fanno che peggiorare la situazione.
Tutti i suoni sono amplificati.

All'improvviso ,mentre alzo il braccio per fermare un'infermiera dai capelli biondi paglia e la carnagione abbronzata che mi sfiora la guancia, mi accorgo dell'ago che punge la mia pelle ruvida, piena di graffi e ferite causate dall'incidente.

-Toglietemelo- ordino con voce roca e fredda, senza distogliere lo sguardo dall'ago.

Più sento la presenza dell'ago, più il panico mi assale e quel briciolo di autocontrollo rimasto sparisce.

- Toglietemelo! Ho detto! - tuono contro le infermiere impaurite.

Mi sento stanca.

Persa.

Inveisco contro le infermiere.

Cosa mi sta succedendo?

Non sono io.. mi sento strana.

Il respiro accelera e tutto diventa confuso.

La vista è annebbiata e i volti sconosciuti che ho visti pochi secondi fa diventano maschere uniformate e sfocate.

Apro e chiudo gli occhi cercando di mettere a fuoco i visi.

La stanza sta diventando troppo affollata e piccola, come se le pareti mi stessero schiacciando, facendomi mancare il respiro.

- Voglio i miei genitori .. dove sono!- urlo.

Arrivano nella mia stanza altre infermiere affrettolate e allarmate dalla mie urla.

Decido di togliermi l'ago e andare a cercare i miei genitori, ma proprio quando sto per prendere l'ago, un'infermiera, la più robusta delle 4 che sono intorno a me a cercare di calmarmi, mi afferra il polso.

Cerco di divincolarmi dalla sua presa, ma lei, insieme a un'altra, mi afferra le spalle e mi sbatte sul lettino.

Sbatto la testa.

Il dolore offusca ancora di più la vista.

E le lacrime cominciano a uscire.

- Lasciatemi!- Vedo che un'altra infermiera chiude la porta.

Non ho scampo.

Sbatto i piedi.

Graffio e mordo le braccia delle infermiere.

Urlo.

Piango.

Ma niente, non mi lasciano.

- No! No! Voglio andare a casa! Lasciatemi andare!-

Just one way -  solo un modoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora