14. Sottomissione

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Non so cosa pensare, anzi... cosa che per ora non oserei fare. Ovviamente la cosa mi spaventa un po', però dovevo solo rilassarmi e cercare di dimenticare. Le ore passate a sentirmi pesante, a sentire i candidi profumi di quei Demoni, a sentire il loro respiro... quasi come quello di umano. Quelle ore a combattere erano stancanti... era stato un miracolo che ero riuscita a dare colpi e a schivarli. Ma nonostante ciò... non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Steve sul mio sangue. Erano veramente gli effetti a cui facevo su di lui? E forse anche su Nick? Erano veramente queste le conseguenze? Sarei mai stata in grado di stare al loro livello? Non lo so e non lo sapevo. Sono al pensare a quelle parole e a come mi succhiava il sangue avidamente mi faceva venire i brividi. Be'... dovevo essere più felice, visto che oggi Selena mi aveva invitato a fare un giro sulle montagne e senza il branco. Non potevo definirlo per forza "branco", visto che non ne faceva ancora parte. Ero felice, ma al tempo stesso turbata, infelice... sapere che tra qualche giorno sarei entrata a fare parte del branco e che tutta la serietà di James in forma lupo erano concentrati esclusivamente a me mi faceva impazzire. Sarà stata almeno la 37esima volta che dico di non voler essere sottomessa. Non mi va... posso capire che ci sono delle regole che devono essere profondamente rispettate, come quelle di non ribellarsi all' alfa, non sfidarlo oppure ubbidire ai suoi ordini. Ma... ci dovrebbe essere un modo per essere liberi, per non soddisfare i suoi bisogni... ci dovrebbe essere per forza qualcosa che mi possa scagionare. Io volevo stare con Nick, non che da un momento all'altro il branco mi manda dei segnali e devo scappare. No, assolutamente no. Andai verso la cucina con una fame che neanche mi immaginavo di avere. Mangiai e bevetti qualcosa prima di uscire tranquillamente da casa. Mio padre era sul divano e a quanto mi pareva, stava seguendo il telegiornale. Delle volte pensavo che sarebbe stato meglio dirgli tutta la verità, ma l'avesse saputa, l'avrei di certo messo in pericolo. Sapevo che un giorno all'altro lui avrebbe scoperto la verità su di me, su Nick e su tutta Mistic Falls e quando l'avrà fatto, io non estirò un attimo a fargli domande su mia madre.

"Papà, ci vediamo." Lo salutai con la mano e lui ricambiò il mio saluto con un cenno della testa poco attento. Mi voltai verso la porta e alzai un sopracciglio, per poi valcare la soglia. Cominciai a camminare con passo spedito. Non dovevo pensare a quello che era successo ieri, eppure la mia mente era invasa dal profumo e dalle loro frasi. Chissà se Selena aveva raccontato tutto a James... chissà se io avrei fatto bene a raccontare a Nick... sarebbe stata la cosa giusta? Per un momento cercavo di riflettere nel modo in cui Nick sarebbe forse riuscito a prendere i miei documenti e quelli di mia madre.
La camminata era piuttosto agonizzante e freddolosa. Ero nervosa, forse fin troppo. Dovevo buttare la mia rabbia su qualcuno... ma su chi? Arrivai al grande e spazioso corridoio e sbirciai con gli occhi qualcuno che conoscevo bene. Alla fine, fulminai il branco a sinistra, a dei metri da me. Jack, come il suo solito era distaccato e freddo. A dire il vero, delle volte con un brutto caratteraccio era appoggiato a un tronco d'albero che osservava attentamente Paul e James che si tiravano dei pugni scherzando e ridendo. Non potevo dire nulla su Paul, era il lupo più in gamba che riuscisse a tirarmi su il morale. Era fantastico. Invece, quel brutto idiota... che rideva. Mi dai sui nervi, mi faceva sclerare. Dopo che mi aveva messo in imbarazzo sotto gli occhi di Nick... lo odiavo, con tutta me stessa. Ma questa piccola parte di me non poteva negare che i suoi abbracci e i suoi baci non mi piacevano, anche se lo avrei voluto tanto. Osservai socchiudendo in malo modo gli occhi e cominciai a camminare infuriata e spedita verso di lui. Ecco con chi potevo scatenarmi... ero a pochi metri da lui, quando Jack gli disse qualcosa, ma i miei occhi videro solo le sue labbra muoversi. Jack fece un cenno con la testa indicandomi e quando James puntò quegli occhi da brivido naturale sulla mia figura, mi infuriai ancora di più. Si fermò e le sue mani che volavano senza un senso nell'aria, si appoggiarono ai suoi fianchi. Mi osserva socchiudendo gli occhi e alzando un lato della bocca, come se mi stesse aspettando, come se mi volesse provocare. Non pensai a quello che volevo fargli, perché mi ricordai che Steve non era l'unico a leggere nei pensieri. Allungai il passo e la sue espressione si fece sorpresa e seria, proprio perché lui non si aspettava che avanzavo più velocemente verso di lui. Quando lo raggiunsi con le mani gli diedi uno strattone e lui fece qualche passo indietro serio.

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