23. L'inizio; e la fine?

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Come iniziai la mia giornata? La mia giornata era stata quasi rovinata dal vampiro che mi aveva costretta a nutrirmi con cattività di sangue umano. Di certo il dolore che mi avevano provocato quei denti quando erano cresciuti non poteva, ovviamente, essersi dissolto come nulla fosse. La sensazione della sera prima, i brividi che mi percorrerso tutta la spina dorsale era una fortissima, bellissima, purissima e dannata emozione di primo e assoluto grado nella mia prima e vera storia d'amore paranormale. Non era una cosa facile da dimenticare, perché in quell'istante avevo capito ed ero ormai del tutto certa, che Nick o... forse James mi avrebbero portato in un luogo morbido dove posavo solo la mia schiena, la testa e tutto il resto del corpo.
Purtroppo, la forte sensazione che mi faceva provare Nick quando mi baciava con i suoi tipi di tocchi diversi, con passione forte quasi come l'adrenalina e leggera come una piuma era strabiliante.
Ora... non avevo la più pallida idea di come definire il mio corpo, quello stato d'animo che mi sentivo tirare fuori ogni volta che mi nutrivo di sangue umano, proprio come adesso. Le mie zanne erano cresciute lentamente in bocca e le sentivo crescere per poi toccarmi la lingua da soli i miei denti erano affondati nella carne dolce e morbida di un ragazzo dai capelli color castano chiaro e dagli occhi grigio scuro. Mi sentivo totalmente dispiaciuta e il senso di colpa, che ogni volta sentivo al primo posto a causa della mia nascita, era passato all'ultimo. Nick era di fianco a me e prima che mi facesse questo avevo creduto che si volesse scusare con quello che era successo ieri; invece mi sbagliavo. Mi ero svegliata di colpo sentendo l'odore intenso e gustose di quel liquido rosso composto da piccole e vari parti, appena mi guardai attorno tutto era diventato fantasioso, i miei occhi li sentivo allargati e si muovevano velocemente nella ricerca e appena passai con lo sguardo Nick con un ragazzo che teneva in braccio vicino alla finestra spalancata da cui soffiava aria fresca, usai l'abilità della velocità per alzarmi dal letto e per andare in contro a loro camminai lentamente, quasi come se non riuscissi a resistere, ed era vero. Era l'inizio di quello che mi stava succedendo, di quello che mi stava suggerendo il mio istinto... ma la fine? La fine l'avrei mai trovata o almeno vista? Ero una Ibrida e gli Ibridi non hanno una fine, almeno se uno di questi non se la crea.
Provai a controllarmi, ma l'odore era così gustoso che non riuscii più a scorgere il senso di fermezza, da dove avrei potuto trovare la fine, ma come avevo già riflettuto non c'era per noi.
Era più forte di me, e per riuscire a tenere il controllo ci dovevano essere anni e anni di allenamento.
Ora ero qui, nella mia stanza, dove sul pavimento pulito stavano colando regolarmente delle gocce color rosso scarlatto come il fuoco sentimentale che mi scoppiava dentro il corpo dal collo del ragazzo indifeso, ormai svenuto. Il sapore del sangue non mi aveva mai attratto anche prima che scoprissi che fossi un' Ibrida, non avevo mai sentito il bisogno di rubare le energie agli umani, essi sembravano molto innocui, ma le loro emozioni non potevano mai spegnersi e questo era positivo.
Strinsi ancora con più forza la morsa delle mie zanne tra l'incavo del collo e della spalla del ragazzo; il sapore del suo sangue sapeva di zucchero, zucchero affilato e cioccolato fuso fondente. Non riuscivo a fermarmi, sentivo che avevo forze sufficienti per continuare a nutrirmi del ragazzo. L'odore diventava sempre più forte, come quando ti avvicinavi sempre di più al fuoco il calore aumentava, quasi da sentirlo a contatto con la pelle ed era la stessa cosa con il sapore e il profumo del suo sangue. Non ero consapevole se la stessa cosa succedeva a Nick o se si sapesse fermare solo dopo aver ingoiato qualche goccia. Se questo era l'inizio allora non avrei mai pensato che fosse in questo modo.

"Bambolina, adesso basta..." il tatto della sua mano sulla mia spalla non mi fece provare nulla ero avevo paura. Paura che questo fosse solo l'inizio delle mie emozioni, avevano paura che si spegnessero e avevo paura a fare del male se non avevo queste a controllarmi. "Bambolina..." quel soprannome non mi piaceva, mi faceva salire il nervoso; tuttavia era seducente e delizioso se detto dalla sua bocca, dalla sua voce. "adesso basta...!" La sua voce si stava scaldando.

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