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Lo baciai con dolcezza cercando di sedurlo più che potevo, ma non facemmo nient'altro. Non fecimo ciò che lui voleva. Quando mi svegliai ero sul letto senza le lenzuola che mi coprivano, avevo la tempia appoggiata al solido petto leggermente caldo per l'emozione. I miei capelli erano sparsi come i raggi luminosi del sole e l'emozione più strana che provai in quell'istante era un'emozione che non sentivo da quando uccisi Axel.
Avevo solo poche immagine quasi sfocato in testa di quello che era successo la sera prima, ma nonostante ciò me lo ricordavo perfettamente, la sua V attaccata a me che mi faceva venire ancora i brividi, il mio corpo che tentava inutilmente di staccarsi dal suo perché mi sentivo troppo inebriata dal suo profondo piacere e dalla sua passione. Sentivo mille brividi percorrermi tutte le parti del corpo e sentivo delle scariche in ogni punto in cui mi toccava.
Solo di poco riuscivo a descrivere di  ciò che sentivo nella mia testa. Il mio, i nostri respiriri erano soffocati e qualche volta per riprendere fiato ci furono solamente sorrisi di soddisfazione da parte di Nick e quando si avvicinava non riuscivo a resistere alla sua bellezza, non riuscivo a resistere quando mi baciava, quando mi guardava, quando mi toccava. Tutte quelle cose che solo a me faceva cosi intensamente, mi facevano quasi credere che fossi su un altro pianeta, ma anche quando si fermava tutto ritornava normale. Mossi la testa a destra e a sinistra strusciandola sui suoi addominali scolpiti per svegliarlo.

"Nick..." gli appoggiai il palmo della mano sul suo petto accarezzandolo dolcemente, per poi tracciare con la punta dell'indice le pause regolari dei suoi addominali.

"Bambolina..." lo vidi aprire gli occhi e il colore dei ghiacci mi parve come se fossi nel Polo Nord.

"Per favore..." gli sussurrai strisciando verso il cuscino per appoggiarci la testa e girarla nella sua direzione. 

"Baci bene." Mi sorrise compiaciuto avvicinandosi al mio viso.

"Questo lo sapevo..." gli misi sopra la gamba per cingergli il fianco e geometti dal piacere quando mi sentii prendere sotto la coscia mentre sentii le sue dita stringere non troppo forte la mia pelle per poi tirare più a sé la mia gamba contro di lui. 

"M...m..." affermò toccandomi velocemente la punta del naso con la punta dell'indice, per poi baciarmi con dolcezza le labbra rosse.

Mi staccai facendo schiacciare le labbra ad entrambi. "Faremo tardi a scuola." Affermai passandogli le dita della mano destra fra il suo ciuffo nero profumato e lucido.

"Restiamo a casa..." si lamentò mentre mi sciolsi la presa della gamba dal suo fianco per alzarmi, ma fui fermata.

"So che ti piacerebbe." Lo guardai seria. "Lasciami, Nick." Gli ordinai guardando la sua mano che teneva stretto il mio piccolo polso.

"Sì, mi piacerebbe." Capivo che non voleva dire che gli piaceva stare a casa, ma a fare ciò che lui voleva e solo a pensarci mi venivano i brividi per la schifezza. Non riuscivo neanche a dire quella parola ad alta voce che pensavo quasi di avere un cibo amaro in bocca. Non ci avevo mai pensato di fare sesso, o in parole più povere e meno schifose, di fare l'amore.
Non era una cosa che mi affascinava o di cui parlavo, non ero come quelle ragazze che pensavano solo a chi eroga il ragazzo più carino e con chi voleva fare l'amore oppure quanto passionale sarebbe stato. Mi faceva schifo, letteralmente. Anche se sapevo che quando si amava una persona con grande intensità, senza confini, si poteva anche fare senza che te accorgersi e avevo paura che la stessa cosa sarebbe potuta succedere anche a me.

"Muoviti." Mi scrollai il suo polso, per poi dirigermi verso l'armadio mentre osservavo le azioni del vampiro con la coda dell'occhio. "So che ti piacerebbe farlo, ma a me fa schifo." Affermai aprendo l'armadio dalle maniglie, per poi rovistarci disordinatamente con le mani e prendere i primi vestiti che ritenevo non troppo pesanti ne troppo leggeri.

La mia eternitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora