FRANCESCA'S POV
Perché ero uscita? Ora che ci penso potevo restare a casa, al caldo, davanti la tv. Perché proprio mentre arrivai in spiaggia per una delle tante passeggiate che facevo, iniziò a piovere. Una pioggia leggera, si, ma pur sempre pioggia.
Così mi strinsi nella felpa impregnata del profumo della mia migliore amica e corsi verso un posto più riparato.
Fu lì che lo incontrai: un ragazzo affascinante, biondo con il ciuffo tirato su, altissimo, vestito con una t-shirt bianca e degli skinny neri, occhi chiari ma non profondi come quelli di Nash.
Già, Nash. Quanto vorrei essere con lui, piuttosto che al freddo.
"Che ci fai tutta sola?" la voce profonda e un po' roca.
"Una passeggiata... ma a quanto pare non ho scelto la serata giusta" dico mormorando l'ultima parte e facendolo ridacchiare.
"Vuoi un passaggio?"
Ogni singola cellula del mio corpo gridava di non farlo, di ricordare tutte le volte in cui la mamma mi diceva di non parlarci nemmeno, con uno sconosciuto. Ma faceva freddo, stavo tremando al contrario di lui, che se ne stava lì impalato a fissarmi.
"Non mordo" disse ridacchiando, ancora, e avvicinandosi.
Deglutii pensando a cosa avrei dovuto fare. Infilai le mani in tasca in cerca del telefono: avrei potuto chiamare qualcuno. Quando lo tirai fuori, però, notai un messaggio da Sorina.
"SOS. Stop, sulla Backstreet. Sono lì"
"Portami sulla Backstreet, emh, lo Stop? Sai dov'è? È un'emergenza" gli dissi di fretta.
Lui sgranò gli occhi, ma poi assunse un'espressione compiaciuta. "E' il mio locale, dolcezza"
A quella parola mi irrigidii, e credo che anche lui lo notò, ma prese il telefono e iniziò a messaggiare avviandosi verso la sua macchina. Ma Sorina mi aveva scritto che c'era un'emergenza, e anche se mille domande sul perché non avesse scritto semplicemente a Matthew mi fiondarono in testa, decisi di entrare nella macchina di questo sconosciuto, Luke, dice che si chiama, e correre da lei.
Ma purtroppo, mai niente è come sembra. Avrei dovuto capirlo che c'era qualcosa che non quadrava.
Quando arriviamo davanti al locale dall'insegna rosso fuoco, infatti, ad attenderci c'è Jack Gilinsky. A quanto pare le voci che giravano e dicevano che sarebbe tornato erano vere.
Appena mi vede ghigna, e inconsciamente mi ricorda qualcuno di già visto.
D'istinto vado dietro le spalle di Luke, che però scoppia a ridere. Una risata falsa, una risata che non promette nulla di buono.
Ma il peggio doveva ancora arrivare.
"Vi conoscete?" chiedo mentre inizio ad allontanarmi.
Jack si avvicina pericolosamente e mi prende per il polso, stringendolo con la sua mano che è il doppio della mia. "Si, ci conosciamo, e bene. Una certa Sorina ti ha scritto, eh? Beh forse non proprio lei" mi sussurra all'orecchio, mentre mi fa notare di avere il cellulare di Sorina, con la sua inconfondibile cover colorata.
Chiudo gli occhi. Un po' per la paura, un po' per il dolore, un po' perché quegli occhi cosi vicini mi fanno venire i brividi e fanno tornare ricordi spiacevoli a galla.
Poi mi lascia, mentre vengo affiancata da Luke.
"Hemmings, portacela" gli dice Jack, mentre va verso un corridoio buio di fretta.
Mi guardo intorno: se ne avessi avuto bisogno, avrei trovato qualcuno che mi avesse aiutata? Aspetta, forse si. Tra le numerose persone che bevono, ballano, ridono e flirtano vedo i capelli chiari di Matt, con gli occhi che gli si spalancano appena mi vede. Si avvicina: ovvio, se Jack conosce questo Luke, anche Matt sa chi è. E la sua espressione non sembra dire "è un bravo ragazzo, molto gentile, vai tranquilla".
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×SPIRITI LIBERI× ||N.G.||
Fanfiction[COMPLETATA] Cosa succede alle ultime due arrivate che si cacciano nei guai con le persone sbagliate? 《Ogni diavolo prima era un angelo. Le persone, anche quelle a cui teniamo di più, ci deludono. Ci spezzano. Camminiamo su delle corde, corde che...