Capitolo 2.

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Noia mortale. La lezione di storia era stata uno strazio, le ore successive sarebbero state ancora peggio.

Quel suono che stavo attendendo da un'ora, risuonò nelle mie orecchie, e non persi tempo a correre via da quella classe di sfigati.

Non riuscivo a trovare Mindy nei corridoi, nè tantomeno Kimberly.

Sentì vibrare il mio cellulare nella tasca della mia minigonna, notai che era un messaggio, da Cooper Patterson, sentii il mio stomaco aggrovigliarsi e il cuore accelerare. Cooper era il capitano della squadra di Rugby ed era uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto, tutte le ragazze volevano essere notate da lui, ma io non ero una come le altre, io ero notata da tutti, sopratutto da lui.

Da: Cooper
A:Abigail
'Ehi, vediamoci durante la pausa pranzo, ricorda il conto che non avevamo saldato la scorsa notte.'

Da: Abigail
A:Cooper
'Bagno al primo piano, terza porta?'

Da: Cooper
A: Abigail
'Certo, tesoro.'

Non vedevo l'ora che arrivasse la pausa pranzo, nonostante avessi avuto già molte scappatelle con lui, in diverse situazioni, mi allettava sempre l'idea di continuare a farne.
Forse provavo dei sentimenti per lui, ma non l'avrei mai ammesso, nonostante le sensazioni e le emozioni che mi facesse provare, come mi faceva sentire.
Io non volevo solo sesso, volevo qualcosa di più, volevo essere amata.
Non so bene come ci si sente ad essere amati, apprezzati e avere il cuore colmo di gioia, non ho mai provato queste sensazioni.

Assorta nei miei pensieri andai a passo spedito verso la classe di italiano nella quale ci sarei dovuta rimanere due ore consecutive, un'oltraggio alla mia salute mentale.

Presi il posto accanto al compagno di squadra di Cooper, Tristan Russel, con lui erano capitate solo un paio di tresche, ma nulla di serio, del resto, come tutti.

"Ehi Tristan."
"Abigail, eccoti qui, come va la vita?"
"Di bene in meglio, è stata un'estate fantastica, tra feste, alcool, e quella roba lì." Dissi mostrandomi fiera.
"Sei irrefrenabile, eh. Ma non ti stanchi mai di tutta quella merda dopo un po'?" Mi chiese perplesso.
"Dopo un po' ti ci abitui, ed è divertente, anche se a volte tende a diventare monotono. Tu invece? Cosa hai fatto quest'estate?"
"Nulla di eccezionale, rimorchiato qualche ragazza in giro per la California."
"Hai capito il nostro Tristan." Dissi dandogli una gomitata scherzosa.

Il professore entrò, fece l'appello e iniziò a spiegare cose che già sapevo, quindi chiacchierai con Tristan per le due ore, venendo richiamati alcune volte dal professore che ogni volta si spazientiva sempre di più.

Passò anche l'ora successiva, quella di tecnologia, in cui passai tutto il tempo a chiacchierare con Kimberly.
Sinceramente ero un po' invidiosa di lei, dei suoi capelli rosso ciliegia, le sue labbra carnose e rosee, e quegli occhi, così verdi e profondi che avrebbero fatto innamorare chiunque.

"Fa' del tuo meglio! In tutti i sensi!" Mi disse Kimberly scherzosamente mentre la salutavo e le dicevo che lo avrei fatto impazzire.

Corsi in bagno, e lui era lì, terza porta, come stabilito, che mi aspettava, con i suoi tatuaggi che mi eccitavano molto, in qualche modo mi faceva sentire protetta, almeno penso, non sapevo come ci si sentisse a trovare protezione in un abbraccio, ma io associavo quella sensazione di piacere alla protezione.



Dylan's Pov.

Cercavo la mensa, non ero riuscito più a trovare Victor dopo la terza ora, quindi stavo girovagando per i corridoi vuoti, in cerca di qualcuno che mi indicasse dove andare, mentre camminavo, vidi uscire dal bagno delle ragazze Abigail, che si sistemava i capelli e la maglietta e nello stesso momento, uscì anche un ragazzo che si stava allacciando la cintura dei pantaloni. La mia espressione disgustata.

"Ancora tu? Cosa guardi, eh?" disse con voce arrogante, era intimidatoria.
"S-stavo cercando la mensa."

Il ragazzo era andato via e ora rimanemmo solo noi due nel corridoio vuoto.
Iniziai a camminare, ignorandola, finché non sentii una mano sulla mia spalla che mi costrinse a girarmi.

"Non ho ancora avuto il privilegio di sapere il tuo nome." Disse ironicamente.
"Ti interessa?"
"Ti ho detto di dirmi il tuo nome."
"Dylan."
"Bene, Dylan, la mensa è da quella parte, c'è una porta lì in fondo, conduce al giardino anteriore dove in un'edificio a parte c'è la mensa." Disse facendomi segno che era dall'altra parte a cui sono venuto.
"Grazie."

Non ebbi il tempo di chiedere dove fosse l'aula 17, che era già sparita, lasciai perdere e mi incamminai per quella che doveva essere la mensa.



Buonaseraa gentee. Ecco a voi il secondo capitolo, il primo è piaciuto molto, spero anche il secondo! 

Come vi è sembrato questo capitolo? La trama come vi sembra? Pubblicherò presto anche il terzo.

Al prossimo capitolo, baci. :D 


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