Capitolo 8.

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Erano passati alcuni minuti e Dylan non si era ancora fatto vivo, forse non sarebbe nemmeno arrivato a salvarmi, in effetti, era meglio così, non avevo bisogno di nessuno, potevo salvarmi da sola.
In quel silenzio tombale riecheggiavano quei passi pesanti, si stava avvicinando, di nuovo, merda.


Pensai in fretta e l'unica soluzione che mi venne in mente era quella di scappare dalla finestra.
Impugnai la mazza da baseball, mi sporsi, infondo non era tanto alto, dovevo solo passare dal tetto e scendere dall'albero che si trovava accanto alla casa.

Misi le gambe a penzoloni fuori, poi mi diedi una leggera spinta e mi ritrovai in piedi sul tetto, dovevo far attenzione a non scivolare e tanto meno farmi sentire, quindi camminai a passo felpato, cercando di essere svelta, ma nel tentativo, scivolai e mi ritrovai a mantenermi con entrambe le mani alla grondaia, mentre la mazza mi scivolò in testa e caddi a terra, mi partì un gemito di dolore.

Mentre mi rialzai da terra, una voce proveniente dalla mia camera mi fece raggelare il sangue.
"Dove pensi di andare? Non fuggirai tanto facilmente, troia!" Disse estraendo un coltello affilato.

Non persi tempo e raccolsi la mia mazza da baseball e iniziai a correre più veloce che potevo urlando aiuto, ma non c'era nessuno, corsi senza meta per un po', non vedevo più in lontananza quell'uomo che mi rincorreva urlandomi contro, quindi mi calmai, ero salva, forse, fin quando qualcuno mi afferrò le spalle da dietro. 'E' finita, sono morta' pensai. Chiusi gli occhi, non volevo vederlo in faccia, di nuovo.

"Dove diavolo stai andando?" Riconobbi la voce.
"C'era un uomo che mi inseguiva, quello che era in casa, penso di averlo seminato." Dissi tra i singhiozzi.
"Ho chiamato la polizia, stanno arrivando."
"Quindi saresti arrivato? Dovremmo ritornare a casa allora, conosco un'altra strada per arrivarci in fretta." Dissi asciugandomi le lacrime, lui mi abbracciò.
"Certo che sarei venuto. Sta' tranquilla, ci sono io ora, non mi stai particolarmente simpatica, però non voglio che qualcuno ti faccia del male, altrimenti rimarrò da solo a chimica." Disse ridendo e facendo ridere anche me. Nonostante ridesse, aveva un tono preoccupato.
"G-grazie." Mi strinse più forte, era strano, trovavo un senso di protezione tra le sue braccia.
"Torniamo, prima che la polizia arrivi."
Annuì e ci dirigemmo verso casa.

Era un ragazzo d'oro, da quel che avevo capito, se avessi chiamato qualcun'altro nessuno mi sarebbe venuto in soccorso, ma lui era diverso.

Appena fummo arrivati davanti casa mia, la polizia era già arrivata, gli raccontai quel che era successo e mi dissero che la persona che aveva rubato in casa e tentato di aggredirmi, aveva già dei precedenti penali e che avrebbero fatto di tutto per cercarlo e condannarlo ad anni di carcere.

"Signorina, ma lei vive da sola?" Mi chiese infine un agente.
"No, vivo con mia madre, ma non c'è quasi mai."
"In ogni caso dovrebbe installare dei sistemi di sicurezza, chiami questo numero." Disse porgendomi un biglietto.
"Ogni volta che scatterà l'allarme, sarà inviata una notifica e invieremo una pattuglia." Aggiunse.
"Grazie mille."
"Signorina, non dorma da sola in questa casa questa notte, potrebbe essere pericoloso, potrebbe tornare. Buona serata."
Disse e se ne andarono.

"Beh, grazie di tutto." Dissi rivolta a Dylan mentre entravo in casa, ma lui mi bloccò.
"Cosa fai?" Mi chiese stranito.
"Entro in casa. Cosa dovrei fare? Inizia a fare tardi e poi devo ancora cenare."
"Avvisa tua madre, non starai chiusa qui, per giunta da sola, con quel pazzo maniaco che potrebbe ritornare, l'ha detto anche la polizia."
"Quale sarebbe il punto?"
"Per questa notte starai da me."
"Io non dormo con te." Dissi disgustata, lui alzò gli occhi al cielo poi rise.
"Chi ha detto che avremmo dormito insieme? Ho detto che potevi stare a casa mia, ma non dormire nel mio letto." 
"Meglio così, io vado a prendere la mia roba, sono ancora in T-shirt." Dissi entrando in casa.
"Ti accompagno." Disse lui seguendomi.
"Non ho bisogno della guardia del corpo."
"Ti aspetterò qui." Disse sedendosi sul divano in soggiorno.

Dopo una doccia veloce, corsi a prepararmi e scesi subito di sotto.

"Perchè mi guardi così? Sono bellissima, vero?" Dissi poichè notai che mi stava fissando a bocca aperta.
"Ma cos.. no! Sembri una puttana vestita così! C'è anche mia madre a casa, non vorrei pensasse che frequento gente di questo genere, vatti a cambiare, mettiti un jeans, non vestitini succinti."
"Non sono una puttana! E non mi vesto da tale." Dissi alzando la voce.
"Invece lo sembri, va' a cambiarti." Disse serio.
"Non puoi dirmi cosa devo indossare. Io non mi cambio."
"Allora vuol dire che te ne starai da sola questa notte." Disse mettendosi le mani in tasca e dirigendosi verso la porta d'ingresso.
"Aspetta! Vado a cambiarmi." Dissi e non potei fare a meno di notare il sorriso soddisfatto che nacque sul suo volto appena pronunciai quelle parole.

"Eccomi." Dissi scocciata.
"Ora va meglio!" Disse sfoggiando un bellissimo sorriso.
Uscimmo di casa e ci incamminammo verso casa sua, era lontana una ventina di minuti e durante il tragitto non parlammo molto, c'era solamente un silenzio imbarazzante.

"Eccoci." Disse aprendo la porta. C'era sua madre seduta sul divano che guardava un programma di cucina .
"Buonasera signora O'Brien, io sono Abigail." Dissi con un sorriso gentile porgendole la mano che lei strinse.
"Non chiamarmi signora, mi fa sentire vecchia, io sono Elizabeth, ma puoi chiamarmi Betty." Disse sorridendo. Era davvero una bella donna, mora, occhi azzurri e giovane.
"Lei dorme qui per 'sta notte, ha avuto un paio di problemi." Disse lui grattandosi la testa.
"Va bene, è un piacere averti qui con noi. Dylan accompagnala nella stanza degli ospiti." Aveva lo stesso sorriso di Dylan.
"Seguimi." Disse lui per poi salire di sopra.

"Questa sarà la tua camera. Se hai bisogno di qualcosa la mia camera è qui accanto. Sistema le tue cose e poi scendiamo giù a cenare." Disse per poi uscire dalla camera, mentre io sistemavo il pigiama, cambio per il giorno successivo in un cassetto, mentre lo zaino lo appoggiai a terra in un angolino.

"Abigail, scusami, potresti andare a chiamare Dylan per la cena? E' in camera sua." Disse Elizabeth mentre scendevo le scale.
"Nessun problema, ora lo vado a chiamare." Dissi per poi risalire.

"Dylan la cena è quasi pronta." Dissi bussando alla sua porta che aprì dopo qualche secondo.
"Forza, scendiamo." Scendemmo le scale e ci sedemmo a tavola. Dovevo cercare di fare la persona carina e sorridente. Sarebbe stato difficile.

"Cucina davvero bene, Elizabeth." Dissi riferita alle scaloppine di pollo e i contorni che guarnivano il piatto.
"Grazie mille, questo è il piatto preferito di Dylan, fin da quando era piccolino, era proprio terribile, combinava sempre guai, non che non ne combini anche adesso." Disse sorridendo.
"Mamma..." Disse lui imbarazzato grattandosi la testa, risi.
"Mio figlio non ha mai portato a casa una bella ragazza come te, ne ha portate un paio, ma non mi piacevano per niente, erano le solite nerd occhialute, tutte casa e chiesa, francamente tu mi piaci molto di più, sei una ragazza sveglia e in gamba,  siete una bellissima coppia."
Smisi di ridere quando pronunciò quelle parole 'siete una bellissima coppia'. Sul mio viso stava per nascere un'espressione di disgusto, ma mi trattenni, dovevo essere sorridente e gentile.
"Mamma, ma non è la mia ragazza, ci conosciamo a stento da due giorni." Disse lui serio.
"Comunque stareste bene insieme." Disse piena di se, io non sapevo cosa dire, volevo dirgli che suo figlio, anche se era gentile e carino, rimaneva uno sfigato.

Iniziammo a sparecchiare e alla fine, io e Dylan decidemmo di vederci un film, mentre Elizabeth andava a letto, forse non ci voleva disturbare dato che erano solo le 21.30.

Facemmo una piccola discussione per decidere il film da vedere, alla fine vinsi io, Le Cronache di Narnia, avevo visto e rivisto quel film, ma mi piaceva troppo.
Ci sedemmo sul divano, io ero rannicchiata in un angolo, mentre lui era seduto poco più lontano da me.
"Puoi avvicinarti, non mangio mica." Disse scuotendo la testa sorridendo.
"Ti avviso, non allungare il braccio facendo finta di sbadigliare, ti taglio la mano." Dissi seria, lui mi guardava con aria divertita, poi scoppiammo entrambi a ridere.


Spazio autrice:
Buonasera ragazzuole, come va? Siete felici che tra due settimane si torna a scuola? Io per niente. 
Cosa ne pensate?
Secondo voi quel ladro/aggressore si farà di nuovo vivo? O la polizia lo troverà prima che possa fare qualche altra intrusione nella vita di Abigail? 

Spero che sia di vostro gradimento, al prossimo capitolo, baci. <3

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