Finimmo di pranzare, Elizabeth aveva cucinato dei gustosi spaghetti con pomodori e funghi e degli involtini di primavera.
Salimmo in camera, io mi sedetti sulla sedia girevole, mentre lui si sedette sul letto.
"Vieni qui." Disse finalmente interrompendo quel silenzio imbarazzante.
Mi alzai e andai a sedermi accanto a lui, strinsi gli occhi dal dolore.
"Tutto okay?" Mi chiese.
"Si, solo che la ferita fa male quando mi muovo."
"Sai che 'sta sera dovremmo ri-medicarla?"
"Spero tu stia scherzando." Sbuffai, lui non disse niente, ma sapevo che dovevo farlo.Non volevo sentire ancora quel liquido frizzare e cicatrizzare violentemente la carne, era un dolore troppo forte da sopportare.
Lo sentii muoversi, si era disteso, ma aveva le gambe fuori da letto e le braccia sotto la testa.
"Ti hanno fatto tanto male? Dimmi la verità." Disse con tono serio guardandomi, mi limitai a scrollare le spalle.
"Dimmelo." Mi chiese nuovamente.
"Non voglio parlarne, okay?" Sbottai per poi scendere dal letto e dirigendomi verso la porta.
"Dove vai?" Chiese interrogativo alzandosi di scatto.
"Voglio andare a riposare, sono stanca." E me ne andai nella camera degli ospiti.Dylan's Pov
Se n'era andata così, prima che potessi controbattere e dirle di rimanere un'altro po'.
Volevo vedere sul serio quell'uomo morto, era stato solamente un figlio di puttana, volevo spaccargli la faccia e fargli provare tutto il dolore che ha provocato ad Abigail. Poteva essere stronza e menefreghista, ma non si meritava tutto questo, nessuno si meritava questo, non l'avrei augurato nemmeno al mio peggior nemico.
Dovevo andare a casa sua a prenderle i vestiti puliti, dovevo andare ad avvisarla, così mi alzai e avanzai verso il corridoio, bussai alla porta, nessuna risposta, forse dormiva, così mentre stavo per andare via sentì un singhiozzo proveniente nella stanza.
Aprii lentamente la porta, cercando di non far rumore."Vattene via." Disse con voce rotta dal pianto. Era piegata su sè stessa rivolta verso la finestra.
"Non vado via, perchè piangi?" Chiesi quasi sussurrando, come se avessi paura di ascoltare la sua risposta.
Mi sedetti dalla parte opposta del letto."Non voglio che tu mi veda in questo stato, va' via." Disse e tirò su col naso.
"Con me puoi essere te stessa, non ti giudico, non ho pregiudizi." Dissi avvicinandomi a lei ed accarezzandole la schiena.
"E' successo qualcos'altro?" Aggiunsi.
"Non sono affari tuoi." Sbottò.
"Oh, ma dai, sei seria? Ciò che dici rimarrà tra noi due, non lo urlerò al megafono nei corridoi." Dissi ironico, lei si voltò e mi sorrise.
"I miei genitori sono separati, mio padre ha una famiglia con tre figli, anche se tradisce la moglie con tutti. Si fa sentire solo quando gli è comodo. Mia madre non c'è mai, se ne frega di me e sono sempre sola in casa, tocca a me fare tutto." Disse mettendosi a gambe incrociate mentre si asciugava le lacrime con il dorso della mano.
"Perchè non c'è mai?"
"Diciamo che fa la cubista, anche se secondo me, una cubista di 35 anni è vecchia, avrà il fisico, ma ha sempre la sua età. La ingaggiano in molte discoteche famose per delle settimane, a volte." Rispose abbassando lo sguardo e giocando con le sue mani.
"Mi spiace che ti lasci sola per tutto il tempo. Tu non hai paura?"
"Sì, io ci convivo con la paura, ma fa nulla. Sono abituata." Scrollò le spalle.
"Nessuno dovrebbe mai sentirsi così, vorrei esserti più vicino." Dissi allungando le braccia verso di lei e stringendola delicatamente, lei mi strinse a sè. Era così fragile.
"Grazie, però adesso va' via, voglio rimanere sola, la chiave di scorta la trovi sotto il tappetino dello sgabuzzino del giardino." Disse con freddezza, uscii di corsa da quella camera.Possibile che cambiasse umore così velocemente?
Salii in camera sua, cercai un borsone per metterci tutto dentro e dopo svariati minuti riuscii a trovarlo.
Aprii le ante dell'armadio e cercai dei vestiti 'normali'. Ne trovai ben pochi, qualche paio di jeans, qualche T-shirt semplice e un paio di Converse nere.
Mi avvicinai al comodino accanto al letto, aprii il primo cassetto, ero così imbarazzato, così presi dell'intimo a caso e lo infilai nel borsone.
Girai l'intera casa alla ricerca di qualcosa che le potesse essere utile, ma non ne avevo la più pallida idea di cosa potesse servirle, quindi ci rinunciai e ritornai a casa.
Ritornai nella camera degli ospiti, aprendo lentamente la porta.
"Perchè cazzo non bussi?" Si girò verso di me con aria stanca, aveva gli occhi rossi e gonfi.
"P-pensavo dormissi." Dissi mettendomi una mano nei capelli.
"Smettila, però bussa la prossima volta, altrimenti ti butto fuori a calci." Disse in tono severo.
"Ti ho portato i vestiti." Dissi appoggiando il borsone sul letto.Iniziò a tirare fuori i vari indumenti e facendo una faccia di disgusto man mano che li prendeva tra le mani..
"Cosa c'è che non va?" Le chiesi mettendole una mano sulla spalla.
"Prima di tutto togli quella tua manaccia da lì, secondo, cosa diavolo sono questi? Non volevo questi vestiti, non sono scollati o corti." Disse fulminandomi con lo sguardo.
"Se pure te li avessi portati, non saresti potuta andare in giro con vestiti scollati o minigonne."
"Non sei tu a dirmi cosa devo o non devo indossare! Non sono affari tuoi!" Disse alzando la voce.
"Bene, allora fa' come ti pare. Ah, e non venire da me a farti medicare!" Dissi urlando e uscendo dalla stanza sbattendo la porta.Entrai furioso in camera, mi buttai sul letto, diedi uno sguardo all'orologio, erano solamente le 21.00 passate, ma ero stanchissimo, impostai la sveglia alle 7.00, non avevo voglia di svegliarmi presto l'indomani, chiusi gli occhi e scivolai in un sonno profondo.
Urla. Sentivo le urla di qualcuno. Forse stavo sognando, le urla si fecero man mano sempre più intense. Aprii gli occhi. Erano le urla di Abigail.
Spazio autrice:
Buonasera ragazze! Vi chiedo scusa in tutte le lingue del mondo, lo so, è da tantissimo che non aggiornavo, sto avendo alcuni problemi, spero si risolvano al più presto.
Intanto eccovi il quattordicesimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate, cercherò di aggiornare il prima possibile. Baci :) <3
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More Than This.
FanfictionLei, la ragazza stronza che prende di mira ragazzi indifesi. Lui, il ragazzo con un passato difficile. Lui è quel nerd che passa tutto il giorno sui libri, un ragazzo sensibile pronto a scoprire sempre di più, pronto a scoprire cosa c'è sotto tutto...