Capitolo 1 - Back in town

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Sospirai frustrata prima di accomodarmi nei sedili posteriori del taxi. Il tassista stava ancora riponendo il bagaglio nel baule, ma non si fece attendere più di tanto.

"Dove la porto?" domandò.
Con un piccolo sospiro gli rivelai l'indirizzo della vecchia casa dei miei genitori e poggiai la schiena contro il sedile, per poi ammirare il panorama al di fuori del finestrino.

New York mi era mancata in quel anno e non c'era stato giorno in cui non avessi pensato ad essa, ma Londra aveva il suo fascino e lentamente cominciavo a sentirne la nostalgia.

Il tragitto verso casa non sarebbe stato molto lungo e tra pochi minuti avremmo imboccato la strada che ci avrebbe portati verso i quartieri residenziali, lasciando così spazio ad ampie ville circondate da curati giardini dove i bambini si rincorrevano a vicenda.

Non ero esattamente pronta a tornare a vivere in quella quartiere, tuttavia era sembrata la cosa giusta da fare dopo aver avuto il diploma. Londra per quanto fosse bella mi sembrava ancora più sbagliata di New York e probabilmente non sarei riuscita a viverci un giorno di più.

Il mio ritorno era previsto per l'inizio dell'università, ma ero arrivata in anticipo di ben due settimane.

Nessuno sapeva di questo mio imprevisto ritorno lì a New York e speravo vivamente che mio fratello, a Londra, non avrebbe rivelato nulla a nessuno.

Il tassista accostò davanti al vialetto di casa. Presi un respiro profondo e scesi dall'auto gialla mentre nel frattempo l'autista afferrava il mio bagaglio.

Pagai la rotta prima di prendere la valigia e dirigermi verso la veranda di casa. I miei genitori erano tornati qualche settimana prima e tutto sembrava essere al suo posto, non sapevano avrei trascorso due settimane qui, come non sapevano dove sarei andata a stare. Probabilmente non se ne erano nemmeno preoccupati.

Salii i gradini della veranda e una volta giunta su essa posai a terra la valigia e afferrai le chiavi dalla borsa. Era passato un anno, se non di più, dall'ultima volta che avevo messo piede in quella casa e in quel quartiere, ma ogni giorno pensavo a come sarebbe stato se fossi rimasta e non fossi partita. Un disastro molto probabilmente.

Scossi la testa e avanzai verso la porta. Aprì per prima la zanzariera e poi, facendo scattare la serratura, la porta dietro stante. La fragranza di lavanda mi invase le narici mentre una senso di malinconia si impossessò di me. C'erano troppi ricordi lì dentro, ma pensavo di poterci sopravvivere per due settimane, speravo di riuscirci, anche se nel mio profondo sapevo sarebbe stato difficile, molto difficile.

Pensavo che i miei genitori avessero tolto qualsiasi foto che ritraeva me e mia sorella, ma sembravano essercene ancora di più, sembrava quasi lo avessero fatto apposta, come se avessero saputo che sarei stata qui.

Forse vivere in quella casa sarebbe stato peggio di quanto credevo.

Tornai in veranda e afferrai la valigia per poi dirigermi al piano superiore, in camera mia. Era inutile disfare le valige, le avrei comunque dovute rifare per andare all'università. Probabilmente avrei chiamato chiedendo se l'alloggio del campus sarebbe stato libero prima del previsto.

Sospirai sedendomi sul letto, difronte alla finestra. Morivo dalla voglia di affacciarmi ad essa e vedere se Travis fosse in camera sua, a giocare a basket oppure alle prese con il motore della sua macchina.

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