Capitolo 6 - Shopping

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La suoneria del mio telefono risuonò e lui si guardò intorno prima di accorgersi che stava proprio nella tasca dei suoi pantaloni. Togliendo una mano dal volante afferrò il cellulare.

Guardò chi era prima di alzare un sopracciglio e porgermi il telefono.

"Emily" affermò a denti stretti Connor e io ridacchiai.

"Tu sapevi che la segretaria sarebbe venuta a cena?" questa volta fu mio fratello a parlare mentre Connor borbottava qualcosa.

"No, è stata un'idea di Connor è lui che mi mette sempre in mezzo" mi difesi giocando con il tessuto dei jeans.

"Ha infranto la scommessa" parlò "Non è vero" urlò il diretto interessato. Probabilmente Travis stava sentendo tutto tanto urlavano.

"Senza offesa, ma sembrate due gay in convivenza" ridacchiai.

"Ti ricordo che quello che insinui sia gay ti ha ficcato la lingua in bocca e non bacia niente male e che ama immensamente le tette, il culo e la figa" disse a denti stretti Connor facendomi scoppiare a ridere. Travis mi guardava ancora più corrucciato di prima.

"Giuro su dio Connor che ti gonfio di botte se continui a ripetere di aver ficcato la lingua in bocca a mia sorella Emily" Brandon urlò talmente tanto che fui sicura che pure Travis lo avesse sentito. "E poi mi stai dando davvero del gay? A tuo fratello?" domandò calmandosi. Alzai gli occhi al cielo.

"Ho solo detto che sembrate e non che lo siete, davvero Connor ha infranto la scommessa?" domandai e rispose direttamente il preso i considerazione. Ero in viva voce. "Ho accompagnato la segretaria a casa e dato che abita dall'altra parte della città ci ho messo un po', ma lui sostiene che io ci abbia scopato, ciò non è assolutamente vero, mancano ancora quattro settimane e io ce la farò" ridacchiai seguita da Brandon.

"Lo spero per te" affermai guardando al di fuori del finestrino.

"Tanto qualcosa mi dice che sarai tu a perderla la scommessa, insomma stai andando al college e sono sicuro che in meno di tre settimane avrai scopato con qualcuno, già solo a parlare di queste cose mi eccito" borbottò.

Alzai gli occhi al cielo. "Devo davvero ricordarti che sono sensibile al tuo linguaggio scurrile?"

"Che stai facendo?" domandò mio fratello. Posai il mio sguardo su Travis che mi guardava ogni tanto e sospirai.

"Sto andando al centro commerciale" risposi "Travis ha detto che servono dei ricambi per la macchina, ma non stiamo andando lì per quello" spiegai.

"Guarda la piccola Jones che chiama il meccanico per nome" ironizzò Connor. Lo avrei strozzato.

"Stai andando al centro commerciale con Travis?" domandò mio fratello. Risposi con un semplice si. "Me lo passi così ci parlo?" misi il viva voce dopo aver avvertito Travis.

"Ehi amico" lo salutò mio fratello.

"Bro" ricambiò il ragazzo accanto a me.

"Che c'è che non va in quel rottame?" domandò ridacchiando.

"C'è da cambiare un po' di cose, solo che non le ho" spiegò.

"Quindi stai facendo a mia sorella da tassista"

"Oh no, non lo farebbe nemmeno se lo pagassi" intervenni beccandomi un'occhiataccia da lui.

"Secondo me dovrebbe ricattarti, tu scopi con lui e lui ti fa da tassista chiunque sia" intervenne Connor. Mio fratello rise e brontolò qualcosa mentre Travis sorrideva divertito, l'unica a non esserelo ero io.

"L'astinenza ti ha dato al cervello" commentò Brandon "Se vinci cosa farà?" domandò.

"Se vinco mi dirà il significato dei tatuaggi, della frase e delle date e di quel braccialetto che non leva neanche morta" Travis spostò lo sguardo di scatto verso il mio polso, sorpreso di vedere che il bracciale era ancora al mio polso, e poi sui miei occhi. Brillavano, in qualche modo, il marrone era più accesso del solito.

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