Capitolo 14 - I don't care about you're opinion

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Sospirai mescolando i cereali nel latte mentre con l'altra mano mi reggevo la testa. Avevo dormito tutta la notte, ma avevo quel perenne stato di stanchezza che mi straziava.

"Voi due non me la raccontate giusta" ribadì per l'ennesima volta Bryan. Alzai la testa per rivolgerli un'occhiataccia e riportai la mia attenzione sulla colazione. "E' la seconda volta che ti ritrovo in vesti non tue, al mattino, in casa Myers. Da soli." aggiunse enfatizzando le ultime due parole. Sbuffai afferrando un piccolo cereale dalla scatola e buttandoglielo addosso, colpendolo in pieno. Non che facesse male, ma mi sentii fiera di me stessa per averlo centrato in pieno.

Bryan alzò lentamente lo sguardo come a farmi capire di essere stato sorpreso e offeso dal mio gesto.

"Ahi" si lamentò dopo vari secondi. Scoppiai a ridere per quella sua reazione, non lo ricordavo tanto simpatico. Non ci avevo avuto molto a che fare, ma le poche volte chi ci avevo parlato, ai tempi del liceo, mi era sembrato uno stronzo. Invece era tutto il contrario, un rompiscatole certo, ma simpatico.

"Smettila di spettegolare e lamentati come una femminuccia, fratello" borbottò Travis puntandogli il cucchiaio contro, mentre finiva di mangiare la sua colazione.

"In effetti siete troppo acidi per essere due che hanno appena scopato" Mi alzai facendo stridere la sedia e fulminando con lo sguardo Bryan.

Posai la tazza nel lavandino e mi dileguai silenziosamente in camera di Travis. La nostra discussione era terminata, come sempre, senza delle risposte. Eravamo tornati a casa senza fiatare, semplicemente facendo finta che nulla fosse successo. Senza affrontare il problema.

Un'altro problema, l'ennesimo problema.

Sopirai frustrata indossando la felpa che la sera prima Travis mi aveva prestato. Dovevo andare a casa a prendere dei vestiti e mettere a lavare quelli che avevo usato, prima di andare al college.

Sentii la suoneria del mio telefono risuonare in qualche stanza della casa. Uscii dalla camera di Travis mentre nel frattempo mi legavo i capelli in una coda alta.

Controllai nella camera degli ospiti, ma subito dopo mi ricordai di averlo lasciato in salotto la sera prima.

Scesi le scale stando attenta a non spaccarmi l'osso del collo e giunsi in salotto.

Il nome di Connor lampeggiava ripetutamente sul telefono che non accennava a smettere di squillare.

"Conn.."

"Ma quel fottuto telefono dove cazzo lo tieni?" sbottò. Sussultai dal tono severo che aveva usato.

"Che succede?" domandai. Bryan sbucò in soggiorno pochi secondi dopo facendo svariate facce buffe mentre cerva di dirmi qualcosa. Alzai un sopracciglio quando vide che indossavo la felpa del suo migliore amico e io di rimando alzai gli occhi al cielo.

"Tua mamma" rispose Connor e il fiato mi si smorzò in gola. "E' venuta a casa prima e ha cominciato ad urlare a destra e a manca..."

"Brandon? Dov'è Brandon?" domandai andando in panico. Mia madre non si presentava mai a casa nostra, mai e poi mai. Quella era la prima volta che lo faceva.

"Non lo so" rispose. Il campanello di casa suonò e come una molla Bryan si alzò e andò ad aprire.

"Cosa vuol dire che non lo sai?" sbottai. Sentivo un peso sullo stomaco crescere sempre di più.

"Non lo so cazzo, tua madre ha cominciato a prendersela con lui, hanno litigato alla grande, penso che anche i vicini gli abbiano sentiti, e adesso non so dove cazzo è andato" rispose con lo stesso tono di voce.

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