Capitolo 15 - Beer

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Sbuffai posando pesantemente il telefono sul tavolo del salotto. La segreteria del college non mi rispondeva e nessuno dei posti di lavoro che avevo chiamato fino a quel momento mi avevano dato la possibilità di lavorare. 

Ero comodamente seduta a piedi incrociati sul divano mentre continuano la mia inutile ricerca su internet ad un lavoro che potesse aiutarmi a pagare qualcosa, dato che per il momento le uniche risorse finanziarie che avevo e erano i miei risparmi e i soldi che Brandon mi aveva obbligato a prendere. 

Quella mattina mi avevano chiamato lui e Connor dicendomi che per il casino successo con l'azienda di famiglia non avrebbero potuto raggiungermi a New York. Non nascondevo il fatto di esserne rimasta leggermente delusa, mi mancavano davvero tanto e sentivo il bisogno di averli accanto. Ma in fin dei conti era meglio così, se fossero venuti a New York probabilmente sarebbero sorti altri problemi e, non per essere ripetitiva, ne avevo già abbastanza.

L'assordante suono del citofono rimbombò in tutta la casa facendomi sussultare. Ero troppo concentrata nel cercare qualche annuncio sul computer, immersa del silenzio tombale della casa, che mi ero spaventata da quel suono improvviso.

Posai il computer sul divano e mi alzai raggiungendo la porta. Sinceramente non avevo idea di chi potesse essere. Non c'era nessuno in casa, Karen era a lavoro e Travis non avevo idea dove fosse, era andato via prima che mi alzassi e non era tornato per pranzo e non avevo idea di che ora fosse.

«Buongiorno» mi si presentò davanti Brayan con un sorriso raggiante. Fuori era praticamente buio. Avevo passato tutto il giorno a cercare un fottuto lavoro e non ne avevo trovato uno. L'unica cosa che ero riuscita ad ottenere era un forte mal di testa.

«Buonasera?» ricambiai come a chiedergli una domanda. «Travis non è a casa» aggiunsi poggiandomi contro la porta. Probabilmente sarei andata a dormire non appena Bryan se ne fosse andato.

«Lo so, questo è il motivo per cui sono qui» rispose confondendomi. «Qualcuno mi ha detto che eri da sola a casa ad annoiarti» aggiunse mettendosi una mano in tasca.

Lo guardai alzando un sopracciglio. «Qualcuno chi?»

«Oh santo cielo» sbuffò «Ho sentito Travis e mi ha detto che sarebbe stato via tutto il giorno, so che Karen oggi lavora e che si ferma dal suo compagno, me lo ha detto ieri, perciò ho intuito avessi bisogno di compagnai» borbottò «Insomma anche per ciò che è accaduto ieri con Kate, ci hai sorpresi, insomma non ci aspettavamo quella reazione. In più hai fatto finta che non fosse successo nulla e anche Travis era..»

«Fammi capire. Tu sei qui perché te lo ha chiesto Travis?» domandai. Non avevo bisogno di un babysitter. Non avevo bisogno che obbligasse il suo migliore amico a passare del tempo con me. Certo era simpatico e tutto, ma non mi piaceva affatto che Travis gli dicesse cosa fare.

«Cosa? No no, certo che no» si affrettò a dire. Perché era così nervoso? «Senti Emily, te l'ho detto anche ieri, da quando te ne sei andata Travis è cambiato più di quando ha dovuto allontanarsi da te. Da quando sei tornata sembra essere già diverso, basta pensare a come ha continuamente litigare con Kate o come ha passato più tempo a casa e questo te lo può pure confermare Karen. Travis per me è come un fratello e se tu per lui sei la soluzione, beh io farò di tutto per far si che tu non te ne vada o faccia cazzate» era un discorso contorto e la mia testa ne stava già analizzando pezzo per pezzo facendosi mille domande. «Insomma lui è il mio migliore amico e io vorrei davvero capire come sei fatta e perché sei così importante per lui. Penso che tu sia davvero un tipo interessate e voglio scoprire realmente come sei» concluse per poi guardare per terra. 

Sincerante non sapevo che cosa dire o cosa pensare. Perché erano tutti dannamente convinti che Travis ci tenesse così tanto a me. Magari lo faceva solo per scusarsi, per sentirsi meno una merda per il fatto  che se n'era andato dalla mia vita da un momento all'altro.

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