Capitolo 3 - The lake

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Ci accomodammo a tavola e questa volta io finì di fronte a Travis.

"E' delizioso" commentò Kate mangiando la pasta che avevo preparato.

"Oh è merito di Emily, mi ha aiutata a cucinare" dichiarò. Sorrisi debolmente prima di riposare il mio sguardo sul piatto. Era terribilmente imbarazzate e frustrante.

"Mi sembrava familiare" borbottò infine. Sul viso di Karen si formò un lieve cipiglio.

"Amiche del liceo" spiegai e non potevi non vedere la delusione che ebbe la presa in considerazione, ovviamente nulla in confronto alla mia.

Il telefono non smetteva di vibrare. Ero quasi tentata di sbatterlo contro il muro o insultare pubblicamente Connor che stava facendo di tutto per farmi arrabbiare e farmi sentire in colpa per averli chiuso il telefono in faccia.

Travis dal canto suo alternava lo sguardo da me a Kate, ma a differenza della bionda, io non ricambiavo.

Karen cominciò a parlare con Kate. Sembrava essere entusiasta della ragazza di suo figlio, ma come biasimarla, era la prima ragazza normale che portava a casa, assomigliava un po' alle altre, ma era normale. In pratica non la dava a tutti come se non fosse sua.

Alzai lo sguardo verso l'orologio difronte a me. Erano già le nove e mezza e probabilmente era ora che me ne andassi.

Non era quello che avevo sperato come ritorno, non sapevo nemmeno cosa avevo sperato, ma pensavo ci sarebbero stati meno colpi di scena.

Quand'ero piccola mia madre non aveva fatto altro se non ripetermi che le bugie non avevano buon fine, aveva ragione, ma questo non mi aveva trattenuta dal farlo. Non ero coerente, ma odiavo chi le diceva, odiavo che le persone mi mentissero, ma pure io lo facevo.

Kate aveva sempre mostrato un leggero interesse verso il ragazzo di fronte a me. Non c'era ragazza che non manifestasse interesse per lui, ma non pensavo ci sarebbe finita insieme, per lo più a cena con sua madre.

Mi aveva chiesto molteplici volte se lo conoscevo, ma la mia risposta era stata più che vaga, un semplice "siamo vicini di casa, ma non ci siamo quasi mai parlati". Lei mi aveva creduto e glie ne ero stata grata, ma sapevo che la mia presenza in quella cena aveva destato dubbi.

Tuttavia se avesse voluto risolvere i suoi dubbi gli avrebbe direttamente chiesti al suo ragazzo. Era riuscita a mentire talmente tanto bene da poter abbindolare chiunque. Forse aveva descritto gli avvenimenti che erano realmente successi cambiando solamente il nome di Travis con quello del suo migliore amico oppure si era inventato pure quello. Speravo di no dato che si era spinta fino alle relazioni intime. Mi veniva da vomitare a quel pensiero.

Quando Karen servì il dolce lo rifiutai gentilmente e me ne uscì con la scusa che ero davvero molto stanca a causa del viaggio. Lei annuì e mi accompagnò verso la porta.

"Se avessi bisogno non esitare a venire a chiedere e grazie di essere venuta questa sera, ci tenevo alla tua presenza" sorrise abbracciandomi.

"L'ho fatto con piacere e grazie a lei" conclusi prima di andare a casa.

Richiusi la porta di casa mia con talmente tanta forza che pure le pareti tremarono. Le foto di Cassandra attirarono la mia attenzione e prima che mi rendessi conto di quello che stavo facendo, cominciai a buttarle a terra rompendo così il vetro delle cornici.

Non era bastato cambiare il colore dei miei capelli, dimagrire o vestirmi in modo diverso, allo specchio vedevo lo stesso lei, stessi occhi, stesso viso, era inevitabile che la mia figura venisse sovrapposta dalla sua.

Non sarei riuscita a passare la notte in quella casa, potevo andare da Karen, ma non lo feci. Misi in moto il pick up che illuminò tutta l'abitazione a causa dei fari dell'auto.

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