Una volta usciti dalla Gringott, dopo la pazza corsa di ritorno, Althea e Romilda rimasero accecate dalla luce del sole, dopo tutta quella oscurità. Romilda disse "Bene. Hai i tuoi soldi e la tua lista. Io.. io vado a prendermi un gelato.. raggiungimi quando hai finito". Althea sorrise trionfante, se per la corsa sul carrello o se per la vista di tutto quel ben di dio che non poteva toccare, la sua matrigna era sfinita e se n'era andata. Poteva fare quel che voleva. Sia lodato il cielo.
Così Althea tirò fuori la lettera e decise da dove incominciare. Beh, una strega non era una strega senza una bacchetta magica. Ma dove si trovava il negozio? "Em.. mi scusi" chiese ad un mago di passaggio. "Saprebbe dirmi dove vendono le bacchette magiche?". Il mago la fissò un attimo, poi sorrise "Ma certo. Ci sono tanti negozi di bacchette ma io ti consiglio Ollivander. È il posto migliore per comprare bacchette magiche ed è proprio dietro all'angolo laggiù".
Althea ringraziò il mago e si diresse verso la direzione indicatele, ma una volta arrivata rimase interdetta: era quello il famoso negozio di bacchette? Ma era angusto e trasandato. Eppure un'insegna a lettere d'oro diceva 'Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.'. In vetrina era esposta un'unica bacchetta posata su un cuscino rosso. All'interno era tutto buio e non si vedeva quasi niente.
Althea si guardò in torno, non conosceva altri negozi di bacchette. Si strinse nelle spalle ed entrò. Appena varco la soglia un rumore tintinnante l'accolse nel negozio. L'interno non era più rassicurante dell'esterno, vuoto, minuscolo, le sembrava di essere entrata in una biblioteca grazie anche al fatto che le pareti erano piene di scaffali.
"Buongiorno" esclamò una voce sommessa. Althea sobbalzò lievemente dalla sorpresa, da dietro una enorme pila di scatole comparve un uomo anziano, con due grandi occhi vacui che rilucevano come quelli dei gatti al buio.
"Salve" rispose lei, imbarazzata e un po' intimorita.
"Come ti chiami giovane fanciulla?" Chiese il signore che doveva essere Ollivander.
"Mi chiamo Althea Swift... sono venuta a scegliere la mia bacchetta. Quest'anno vado ad Hogwarts" rispose timidamente.
"Oh si certo" rispose lui sorridendo "ma devi sapere che in realtà è la bacchetta a scegliere il mago".
Althea rimase confusa da questa ultima osservazione e non disse niente, così Ollivander continuò "Con quale braccio utilizzi la bacchetta?"
"Uso il destro signore" rispose la ragazza.
"Alzi la mano, così" e detto questo tirò fuori la sua bacchetta, la agito verso un metro e quello iniziò a prenderle le misure della mano, del polso, del braccio, delle dita. Ollivander intanto si era diretto ad uno scaffale e cercava fra le scatole che conteneva, mentre parlava dicendo "Ogni nucleo di bacchetta contiene una sostanza magica potente. Le più comuni sono crini di unicorno, piume di coda di fenice e corde di cuore di drago. Non esistono due bacchette che siano uguali, come non esistono due unicorni, fenici o draghi identici. E deve sapere che non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la bacchetta di un altro mago. Ah.. provi questa. 11 pollici, legno di tasso, crine di unicorno. Rigida".
Ollivander si avvicinò e il metro si affosciò a terra. Althea prese in mano la bacchetta che le veniva porsa e la alzò lievemente. Non successe nulla. Ollivander la prese di scatto e tornò tra gli scaffali. L'operazione si ripeté diverse volte, ogni bacchetta non otteneva il risultato sperato da Ollivander che gliela strappava di mano e andava alla ricerca di un'altra borbottando.
Ad un certo punto Ollivander si fermò di colpo tanto che Althea si spaventò, temendo che il negoziante le dicesse che non esisteva una bacchetta per lei. Sembrava che stesse parlottando tra se e si reggeva il mento con le sue dita lunghe. Poi partì di scatto verso uno scaffale ed estrasse una bacchetta completamente nera. "Su su, la agiti" disse alla ragazza. Appena Althea la prese in mano avvertì un forte calore alle dita e dalla punta della bacchetta fuoriuscirono delle scintille come fuochi d'artificio. Ollivander batté le mani entusiasta, poi le prese la bacchetta e gliela mise dentro la sua scatolina. Gliela porse dicendo "Questa è una bacchetta molto particolare. È fatta di legno di ebano, un legno oscuro non visto molto bene da molti maghi, ma il suo nucleo contiene lacrime di sirena, e lacrime di gioia, le più potenti, fonte di grande bene. Misura tredici pollici ed è lievemente flessibile. Questa è una bacchetta difficile da controllare e che farà grandi opere sia nel bene che nel male. Starà a te decidere come direzionare i suoi poteri. È strano che abbia scelto una bambina come te, molti maghi potenti non riuscirebbero ad utilizzarla. Sono certo che tu abbia delle capacità nascoste".
Althea sorrise incerta, afferrò la scatolina, pagò la sua bacchetta ed uscì accompagnata da Ollivander che le sorrideva da dentro il negozio.Althea rimase un attimo ferma in strada e tirò immediatamente fuori la bacchetta. Era bellissima e il nero le dava eleganza, ma , le parole di Ollivander l'avevano intimorita. La mise in tasca e decise che era ora di continuare con le compere. Entrò in un negozio 'Tutti gli accessori per buoni maghi' dove comprò un calderone in peltro misura standard 2, come scritto sulla lista, una bellissima bilancia per pesare gli ingredienti di pozioni, un telescopio pieghevole in ottone e, indecisa se comprare le provette in cristallo o vetro, finì per comprarne due serie, una per materiale.
In 'Articoli per maghi e streghe' comprò un paio di guanti di protezione di pelle di drago di un colore verde scuro.
Riprese in mano la lista. Cosa le mancava? Tutta la roba da vestire. Girò un po' i negozi finché non vide un cartello che attirò la sua attenzione 'Madame Malkin: abiti per tutte le occasioni'. Entrò, felice di aver trovato il posto giusto per lei.
Madame Malkin era una strega tarchiata, sorridente e vestita color malva.
"Hogwarts, cara?" Chiese con voce dolce e Althea annuì. "Non preoccuparti, ci penso io. Tu vai di là, c'è anche un'altra ragazza che sta provando l'uniforme".
Nel retro del negozio una ragazza dai capelli rossi e un po' lentigginosa stava retta su uno sgabello, mentre un'altra strega le appuntava degli spilli sull'orlo della veste. Madame Malkin fece salire anche Althea su uno sgabello omonimo li vicino, le infilò una veste nera ed incominciò a prendere le giuste misure.
"Ciao. Anche tu ad Hogwarts?" Chiese la ragazza dai capelli rossi.
"Si" rispose Althea.
"Io mi chiamo Ginevra Weasley, ma puoi chiamarmi Ginny se vuoi. E tu come ti chiami?"
"Althea Swift, e non ho un soprannome" disse sorridendo.
"Non ne hai bisogno. Hai un nome che è già corto e per giunta molto bello" disse Ginny.
Althea arrossì "Grazie".
Ci fu qualche istante in cui nessuno parlò, poi Ginny ruppe il silenzio "A quale casa speri di essere assegnata? Io spero Grifondoro. Tutti i miei fratelli sono andati la"
"Casa?" Domandò Althea confusa.
"Oh, non lo sai? Sei nata babbana?"
"Mi madre era una strega ma è morta quando ero piccola e non ricordo molto di lei. Mio padre era un babbano e si è risposto con un'altra babbana.. poi quando è morto anche lui.. non ho mai avuto quasi niente a che fare con la magia tranne qualche libro e qualche storia che mi raccontava mia madre" Althea non poté impedire di parlare in tono triste.
"Mi dispiace" esclamò Ginny, realmente dispiaciuta, poi per cambiare argomento disse "Comunque esistono quattro case. I Grifondoro sono i coraggiosi, gli audaci, i nobili d'animo. I Corvonero sono intelligenti, creativi e cercano la conoscenza. I Tassorosso sono i costanti, tolleranti, pazienti e corretti. E poi ci sono i Serpeverde, loro sono astuti, ambiziosi e intraprendenti, ma spero di non essere mai messa nella loro casa. Per quanto furbi ecc. sono la casa che ha dato alla luce più maghi oscuri. Tu-sai-chi veniva da li" capitolò con un brivido.
"E così i tuoi fratelli sono tutti Grifondoro".
Ginny rise "Sì. Charly ha già finito la scuola e ora lavora in Romania. Anche Bill è già uscito e ora lavora in Egitto alla Gringott. Percy invece va al sesto anno ed è prefetto di Grifondoro. Fred e George, gemelli, vanno al quinto anno. Ron invece va al secondo, ed è in classe con Harry Potter. È mio amico sai? Se vuoi te lo presento".
Ad Althea parve che un velo di acqua ghiacciata le cadesse giù per la schiena. Cercò di sorridere e declinò il più gentilmente possibile l'offerta spiegando che non le interessava conoscerlo.
In quel momento entrarono nel negozio due donne parlottando tra loro. Una era Romilda, l'altra era una donna grassottella ma dall'aria simpatica con una chioma di capelli ricci in testa.
"Ciao mamma" esclamò Ginny.
E così quella era la signora Weasley.
Anche Althea salutò Romilda che, a quel che vedeva, si era ripresa del tutto.
Madame Malkin e l'altra strega finirono in quel momento il loro lavoro. La ragazza pagò i suoi completi, il suo mantello ed il suo cappello e diede tutto a Romilda.
"Beh, allora ciao Ginny. Ci vediamo ad Hogwarts" disse sorridendo.
"Ciao Althea, ci vediamo" e Ginny e la signora Weasley uscirono dal negozio.
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Hogwarts
FanfictionPotrebbe essere solo una storiella tanto per scrivere ma sono una amante di Harry Potter e non potevo non scrivere la mia storia