Lalima

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"Ti sei ripresa vedo" esclamò Althea una volta che anche loro furono uscite dal negozio di Madame Malkin.
"Si e come spero potrai notare ti ho già preso anche tutti i libri. Ma rivoglio indietro i soldi che ho speso chiaro?" In mano aveva infatti una enorme borsa piena di volumi.
"Che cosa ti manca ancora?" Chiese Romilda.
Althea tirò fuori per l'ennesima volta la lista e fece scorrere lo sguardo sulle righe di inchiostro.
"Mi manca solo un animale" esordì alla fine.
"Un animale.. quella signora di prima mi ha indicato due negozi dove vendono animali. In uno solo gufi, 'Emporio del gufo' si chiama, nell'altro un po' di tutto e il suo nome è 'Serraggio stregato'. Per cui io direi di andare la".
E così fu deciso. Una volta arrivate davanti al negozio entrarono. All'interno non c'era molto spazio. Tutte le pareti erano tappezzata di gabbie. C'era uno strano odore ed un gran fracasso perché tutti gli animali li ammassati non facevano altro che miagolare, squittire, sibilare.
C'era davvero un po' di tutto, dai gatti, ai gufi, ai topi, ma anche serpenti, tartarughe, lumache. Chi mai voleva avere una lumaca da compagnia?
"'Giorno, sono una nuova allieva di Hogwarts e sto cercando un animale da portarmi a scuola. Lei potrebbe consigliarmi?" Chiese allora Althea ad una signora che stava dietro ad un bancone, intenta a dare da mangiare ad una iguana a due code.
"Ma certo" esclamò la strega mettendo da parte l'animale "A Hogwarts potete portare solo un gufo, un rospo o un gatto, giusto? Avevi già qualche idea su quale animale scegliere?"
"Sicuramente non un rospo" esclamò inorridita Romilda osservandone uno viola li vicino che cercava con la lingua di afferrare una mosca vagante. Per una volta Althea era d'accordo con lei. Niente rospi. "Ero indecisa tra un gufo ed un gatto signora".
La strega sorrise, avviandosi verso delle gabbie "Una volta i rospi erano molto richiesti ma ormai non li prende più quasi nessuno. I gufi invece vanno molto di moda ultimamente. Sono utili per la posta ma non sono molto di compagnia. Quelli che vanno sempre proprio per questo motivo sono i gatti".
Dentro le gabbie che la strega le indicava c'erano alcuni gufi e alcuni gatti. Althea guardò con curiosità i gufi. C'era un gufo piccolissimo che era molto carino, ma sembrava troppo esagitato, si muoveva in continuazione. C'erano grossi barbagianni, gufi di granaio, ma nessuno dei gufi esposti le ispirava fiducia.
Così decise di passare ad osservare i gatti. C'era un gatto soriano, un gatto tutto bianco, un'altra era maculato e sembrava un piccolo leopardo. Ma nessuno di loro la degno di uno sguardo così ad Althea non andarono molto a genio. Stava per arrendersi e chiedere alla proprietaria se aveva altri gatti quando la sua attenzione fu attirata da una gabbia. Era per ultima, mezza nascosta, in ombra e da dentro si vedevano solo due grandi occhi verdi, come fanali, che la guardavano fisso. Althea si chinò per guardare meglio dentro. All'interno della gabbia c'era un bellissimo gatto nero, snello, affusolato, con il pelo lucido, che la osservava muovendo lievemente la coda. Althea appoggiò una mano alle sbarre della gabbia e subito il gatto si avvicinò strusciandoci contro e facendo le fusa.
Althea sorrise "Questo quanto costa?" Chiese.
"Quindici galeoni" rispose la strega "È una gatta di due anni. Ma è molto strano che si comporti così. Generalmente se ne sta nella sua gabbia cercando di non farsi vedere".
"Come si chiama?" Chiese Althea accarezzandole la testa con le dita.
"Non ha un nome. Non risponde a nessuno di quelli con cui abbiamo provato" rispose la negoziante.
"Davvero? Vabbe non importa. La prendo lo stesso". E detto questo pagò i quindici galeoni e uscì dal negozio con tutti i suoi acquisti e in aggiunta una gabbia dalla quale si vedevano solo due globi luminosi.

Mancava ancora un giorno prima della sua partenza per Hogwarts e Althea se ne stava distesa sul letto accarezzando il suo gatto nero e leggendo i nuovi libri che aveva comprato. Aveva già finito di leggere tutto Infusi e Pozioni magiche e si era sorpresa della facilità con cui aveva imparato subito tutte le pozioni.
Era certa di essere capace di preparare tutte le pozioni del libro a memoria. Otev aver ereditato da sua madre.. ma probabilmente non avrebbe mai scoperto se anche lei amava pozioni. Posò sul comodino Manuale degli Incantesimi e si concentrò tutta sul suo gatto. Era già passata una settimana da quando lo aveva comprato e anche se aveva provato vari nomi alla gatta sembravano non piacere. "Che ne dici di Ashuran? No è!? E Amira? Nemmeno".
Althea lo guardò un attimo poi sospirò e posò il gatto da parte. Mi chiamo Lalima.
Althea si girò di colpo. A chi apparteneva quella voce.. le era quasi sembrato di sentirla nella testa. Ma nella stanza non c'era nessuno tranne lei e il gatto. "Non dirmi che sei stata tu a parlare, Lalima".
Il gatto spalancò gli occhi Mi hai sentita?
Ok. Ora Althea era parecchio shoccata, stava parlando con un gatto?
"Ti sento nella mia testa" disse con un filo di voce, quasi a se stessa.
Che strano, non mi era mai capitato che un umano sentisse la mia voce, anche se è raro che la progetto all'esterno.
"Vuoi dire che non è normale per i maghi sentire gli animali?"
Beh, non che io sappia.
Dalla cucina la voce di Romilda gridò "Althea. È pronta la cena. Muoviti".
La ragazza si riscosse, guardò la porta e poi Lalima. Sorrise.
"Avanti andiamo. È pronto anche per te.. Lalima".

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