-EMMA
Al termine delle lezioni, chiamo Fabio per cercare di chiarire la situazione anche se non ho ancora ben capito quale sia il motivo.
*telefono*
F: Emma?
Io: amore, come va?
F: bene, a cosa devo questa chiamata?
Io: abbiamo qualcosa di cui parlare, non credi?
F: no, non credo.
Io: senti Fabio, siamo entrambi abbastanza adulti per discuterne da vicino e non da un telefono. Ti aspetto a casa mia tra un'ora.Dopo un'ora, puntuale come un orologio svizzero, suona il campanello.
Entra e non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Io: non credo di poter andare avanti cosi.
F: penso la stessa cosa.
Io: sapevi benissimo, sin dall'inizio di questo lavoro. Te ne ho parlato, ci siamo confrontati e tu non hai esitato nel dirmi di accettare, perché ora ti comporti cosi?
F: credevo fosse diverso. Non hai più tempo per me, ormai.
Io: sapevi anche che avrebbe preso gran parte del mio tempo.
F: a me e te ci pensi?
Io: certo che ci penso.
F: non sembra.É uscito da quella porta più infuriato di prima. Ha iniziato a dire cose senza senso, insinuando addirittura che io non lo amassi, o meglio, che non lo avessi mai fatto.
Chiamo Francesca, ho bisogno di sfogarmi.
Le spiego la situazione nei minimi dettagli.
FRA: beh Emma dai, un po' c'ha ragione.
Io: ha ragione? E perche dovrebbe averne?
FRA: forse perchè siete una coppia e lui vuole che tu gli dedichi un po' di tempo.No, non é una giustificazione.
Sapeva benissimo sin dall'inizio tutte le complicazioni che si sarebbero verificate se io avessi accettato questo lavoro e lui non ha esitato ad incoraggiarmi.
É una bambinata da parte sua rivolgersi in questo modo nei miei confronti.
Francesca continua a giustificarlo, ma vaffanculo anche tu.
Chiudo il telefono, chiudo tutto e vado a letto. Per oggi può bastare, domani sará un nuovo giorno con i miei ragazzi.