capitolo 19~

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-Narratore esterno-

La pioggia iniziò a cadere a gocce pesanti, prima con calma, poi sempre più impetuosa. Sophia e Peter sapevano per certo che la scuola non era stata isolata per un temporale, però si aggrappavano a quella debole speranza.
La mattina era appena cominciata, saranno state al massimo le sei, ma il cielo iniziò a scurirsi e non per opera delle nuvole. Un forte vento si alzò in direzione dell'edificio e le temperature si abbassarono a tatto.
Sophia continuava a guardarsi intorno confusa e intimorita da quello che stava succedendo.
I due trovarono unico riparo sotto un albero robusto di notevoli dimensioni, che in ogni caso non li esonerava dal bagnarsi, ma perlomeno risparmiava loro una lavata da record. Passarono ore, ma la pioggia non cessava o dava segni di miglioramento.
Ad un tratto, si udirono rumori di passi, e quando si fermarono, delle voci.
-Hanno chiuso di nuovo tutto.-
-Già, non possiamo passare così-
Una terza voce li zittì -Shh! Era prevedibile che lo facessero. C'è qualcosa di più interessante, qui..- ci fu un attimo di silenzio, poi proseguì -paura..- e qui la sua voce assunse un tono sadico e soddisfatto, come fosse attirato da questa paura.
Sophia deglutì a fatica. Non capiva da dove provenissero le voci e in più sto tizio poteva sentire la paura.
Mentre ormai pensava a come far sapere agli altri che gli ha voluto bene, l'ignoto individuo aveva già localizzato la fonte del sentimento che tanto apprezzava. Era una figura alta e snella, vestita di nero dalla testa ai piedi e il volto coperto da una maschera che seguiva i lineamenti del suo volto. Sopra v'era disegnato il volto stesso, con occhi completamente neri, privi di iride, e uno spaventoso ghigno sulla bocca. Si muoveva a passo spedito verso i due ragazzi e tanto più si avvicinava tanto più la loro paura cresceva, finché non poterono vederlo. Era davanti a loro, dritto in piedi che li fissava. Sophia aveva gli occhi sgranati, mentre Peter lo guardava con semplice diffidenza.
Senza perdere tempo in domande sul "chi sei e cosa fai?" il ragazzo lanciò una sfera bianca verso l'oscuro nemico, il quale la schivò con velocità sorprendente e iniziò lentamente ad avvicinarsi a Sophia, continuando a schivare con disinvoltura i colpi di Peter. Le mise una mano sul braccio. Sophia non era mai stata nota per il suo coraggio, perciò rimase lì, paralizzata, totalmente incapace di muovere un muscolo. Avrebbe voluto scappare, ma qualcosa nella presa dell'uomo la bloccava ancor di più.

-Lasciala stare!- urlò Peter lanciandosi su di esso. Con un rapido movimento del braccio, il nemico lo scagliò a metri di distanza, mandandolo a sbattere contro un albero, ai quali piedi rimase poi incosciente. Sophia continuava a fissare gli occhi sulla maschera dell'uomo, ed egli i suoi attraverso la medesima.
-Vieni con me.-
Lei scosse rapidamente la testa contrariata, ma egli non le lasciò nemmeno il tempo di aprire la bocca che già erano scomparsi insieme in una nuvola di fumo grigio.

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