Take Me To Church.

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"Soldi. È la prima cosa che ci serve. Che carriera sperate di fare senza la grana?"
Harley non ha tutti i torti, così organizziamo un piano.
Entreremo nel Gotham Museum, le altissime misure di sicurezza non ci spaventano, obiettivo un enorme diamante nella sala principale. Perché si trova in un museo? Nel mondo esistono pochi oggetti di pari valore, ecco perché.
Starfire non è convinta, pensa che sia sbagliato, non sarà mai una vera criminale. Sapevo che sarebbe stata inutile nel nostro gruppo; il suo sorriso, i suoi movimenti dolci, quegli occhioni languidi. Mi viene voglia di farla fuori.

***

"Okay, voi entrate nei condotti, io disattivo l'allarme, poi vi raggiungo."
"Che pensi di fare con i guardiani, i raggi laser e chissà quale altra assurda trappola?" Sbotta Red.
"Pensi che possano essere un problema? Non per me, che ti ho liberata da Arkham." Ribatto.
Starfire è imbarazzata, così chiudo l'argomento.
"Dai, non avremo problemi. Siete pronte?"
Rispondono all'unisono.
"Pronte."

***
Harley si è tinta di rosso scuro e verde bottiglia i capelli, per poi raccoglierli in due codini; i nastri sono annodati in modo da formare un fiocco elegante, simile ad un papillon. Indossa una veste viola e rossa semiaperta sul davanti, con diverse cinghie di metallo; non possono mancare due calze alte fino a metà coscia dei medesimi colori decorate dalle ombre di diversi rombi, il suo simbolo. Stivali in pelle, guanti lunghi e lavorati, un ciondolo.
Aspetta.
È la carta del Joker.

***

Lo so, sembro appena uscita da un manga, ma adoro questo costume, è così diverso da tutti gli altri.
Arriviamo al museo, io mi precipito al centralino per disattivare gli allarmi mentre Ivy parla con alcune piante; saranno nostre alleate. Starfire entra nei condotti, seguita da me e Red. Dio, quanto è lenta. Sbuchiamo nella sala grande, non ci sono guardie, ma i raggi laser si trovano ovunque. Certo, invisibili, ma avverto il lieve ronzio che producono. Inziamo ad avanzare, piegandoci, saltando, ruotando; essendo una delle ginnaste più preparate al mondo raggiungo il diamante per prima. Appoggio i palmi sul vetro, spesso e brillante.
Non è un allarme.
È una risata.

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