È chiara, forte e distinta.
Tremo, ma soltano per un attimo; non si tratta di Joker.
"Edward! Qual buon vento?" Improvviso un inchino.
"Non direi vento, Harleen. Il diamante è il motivo per cui mi trovo qui, come voi tre, immagino. A proposito, sapete cosa ci fanno..."
"Oh, no. Niente indovinelli, caro Enigmista."***
Harley mi guarda e io capisco al volo le sue intenzioni. Dal condotto iniziano a fuoriuscire alcuni rami verdi, che ho fatto crescere dalle nostre alleate, le piante; essi imprigionano subito il nostro folle avversario.
Non può essere; è troppo semplice.
Troppo semplice.***
Sento qualcosa agguantare la mia caviglia sinistra, una morsa potente e metallica; tutto inizia a girare, vengo trascinata sul pavimento, velocemente, con forza. È il bastone dell'Enigmista.
Mi prende i capelli, strattonandomi, così mi alzo di scatto; poi mi stringe tra le sue braccia, percepisco una furia perversa pulsargli nelle vene.
"Queste piante se ne vanno, ora. In caso contrario, la vostra amica muore."
Ivy rimane immobile. Prende il diamante tra le mani e lo infila in una sacca, fissandomi dritto negli occhi. L'Enigmista ha un coltello, affilatissimo, che punta al mio cuore; lo allontana per avere maggiore spinta e lo vedo avvicnarsi, sempre di più, sempre di più. Vedo la lama, la vedo affondare nella mia carne, togliermi la vita, ma non accade.
Non me l'aspettavo. Non pensavo tenesse a me.
Quinn si getta contro Edward Nigma, afferrandogli il braccio che impugna l'arma; lo fa con slancio, d'istinto, con forza. Troppa forza.
Sento qualche goccia, un liquido denso sulle mie labbra, allora piango, piango disperatamente, tra il sapore di lacrime, sale e del sangue di Harley.*Va Va Voom.*
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FanfictionHarley Quinn. Che cosa le succede nella nostra dimensione, nel presente in cui viviamo? Seguiamola, ma in silenzio, tra i bui vicoli di Gotham City e nel suo covo di vipere. Arkham Asylum. - L'AVVENTURA CONTINUA NEL SEQUEL, "SMILE".