Together.

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"Mi dispiace molto signorina, ma non abbiamo posti necessari per collocarla e, credo sia meglio cedere il posto alla signora dato che il suo caso é molto più grave" mi disse il dottore, un pò dispiaciuto dal fatto che mi stesse letteralmente cacciando, ma era necessario.

"Non si preoccupi.. io, sto bene" in realtà non stavo bene, avevo forti fitte alla pancia e la testa girava ancora, ma non potevo rimanere, avrei tolto la vita ad un'altra persona.

Mi alzai lentamente dal lettino bianco, che si distingueva appena dalla stanza d'ospedale, presi la stampella adagiata al muro e camminai verso la porta.

Era una mattinata molto soleggiata a Sydney e il caldo si faceva sentire più del previsto, tantoché la mia maglietta iniziava ad impregnarsi di sudore.

Il borsone pesava leggermente, provocandomi un pó di dolore alla spalla su cui lo avevo poggiato, imprecando di tanto in tanto, dato che nessuno si era degnato di aiutarmi, nonostante fossi in piedi grazie ad una misera stampella.

"É lei la signorina della stanza 20?" non appena sentii una voce alle mie spalle mi voltai.

Vidi la figura di un anziano signore seduta sulle fredde sedie nere dell'ospedale; i suoi occhi azzurri erano bagnati e, nel suo naso abbastanza grandicello, vi era un tubicino da cui sicuramente passava l'ossigeno.

"Emh.. si, sono io" annuii, passandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Lo vidi alzarsi a fatica e, non appena raggiunse il mio corpo esile, lo strinse a sè.

"Sei una ragazza ammirevole, nonostante tu stia male hai lasciato la stanza a mia moglie, io la ringrazio" tra un singhiozzo e un altro riuscì a parlare, scaldandomi il cuore in una maniera impressionante.

"Si figuri signore, ho solo fatto il mio dovere" gli dissi, per poi riposizionare meglio il borsone sulla mia spalla.

"Prego siediti" mi fece segno di accomodarmi su una sedia accanto alla sua, e così feci.

"Posso chiederti perché sei qui ragazza?" l'uomo si fece curioso, scrutando per bene il mio corpo debole.

"Suicidio, signore" le parole mi morivano in gola. Solo ora capivo quanto fossi stata stupida ad agire in questa maniera; tra tutte i modi per chiedere aiuto, io ho scelto quello sbagliato.

"Perché ha trovato la necessità di togliersi la vita?"

"Vede io... ho avuto problemi con il ragazzo che amo.

Siamo stati così stupidi da nascondere i nostri sentimenti e, quando tutto sembró andare per il verso giusto, sono riuscita a rovinare tutto, controvoglia.

Mi ha reso la vita impossibile in questi ultimi giorni. Mi dispiace ma, non posso superare tutto." la mia voce venne soffocata dai singhiozzi e le mie guance vennero rigate da tante piccole lacrime salate.

Mise una mano sulla mia spalla, carezzandomi dolcemente "Ho conosciuto un ragazzo poco tempo fà. Piangeva a dirotto su una vecchia panchina del parco perché aveva paura di perdere la ragazza che amava.

Un ragazzo tanto orgoglioso era, ma solo chi sapeva apprezzarlo trovava un grande cuore sotto quegli strati di vestiario nero."

"E.. e lei cosa gli ha detto?" le lacrime ora scendevano meno frequentemente, ero attenta alla spiegazione del vecchio.

"Che l'amore é infinito. Anche se potrebbe essere condizionato dall'odio, nel cuore di ognuno ci sarà sempre posto per la persona che si ama.

Anche tu ragazza, ricorda, se i vostri occhi si sono incontrati, consapevoli che non si lasceranno mai, sarà così per sempre" mi sorrise, mettendo in mostra le rughe che contornavano gli occhi.

Demons ➵ c.h [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora