She runs away.

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*Acacia's Pov*

Taylor mi prese per mano, prendendo il controllo completo sul mio corpo.
Mi scarrozzava ovunque, tenendo sempre le mie dita saldamente incastrate nelle sue.

Attraversammo il corridoio finendo nell'atrio, dove vi erano grandi varietà di studenti: c'erano le cheerleaders che provavano la coreografia per la prossima partita, chi chiacchierava con i propri amici, chi mangiava nervosamente o chi sperava di non essere chiamato nell'ora seguente: insomma, non era un documentario di Voyager, ma ci siamo vicini.

"Guarda a cosa porta quest'istituzione del cazzo" pensai.

Finalmente ci fermammo davanti al suo armadietto e, nonostante non stessimo più camminando, la mia mano fredda era ancora intrecciata in quella calda di Taylor.

Iniziai a guardarmi intorno, attirando lo sguardo di molti studenti, per poi spostare nuovamente lo sguardo su Tay che a sua volta mi stava già guardando, sorridendo.

"Si puó sapere cos'hai da guardare?" dissi io, dandogli un piccolo schiaffetto amichevole sul braccio.

Lui mi accarezzó una guancia con il pollice, "É che sei così bella..."

Sorrisi, non seppi fare altro: era quasi incredibile che nell'arco di due ore io avessi avuto così tanta fortuna, fortuna che non assaporavo da anni forse. Sorrisi ancora, stavolta per le nostre mani ancora intrecciate. Lo guardai negli occhi e notai che la distanza tra noi due diminuiva sempre di più.

Mi sorrise.

"Calum Hood" tese la mano,"il tuo prossimo errore"

"Calum" sussurrai.

Taylor si scostó "Calum?"

Cazzo.

Iniziai a balbettare frasi sconnesse sotto lo sguardo confuso di Taylor, che ovviamente aspettava una risposta concreta.

"Morrison." rabbrividii al suono di quella voce roca.

"Hood."  gli risposi con voce decisa, mantenendo però lo sguardo basso per paura che potesse scrutarmi con i suoi occhi profondi.

Ma lui era più furbo di me, ci sapeva fare con le persone e di finti leoni ne avrà sicuramente  incpntrati a centinaia. Aveva capito le mie intenzioni, così il mi alzò lentamente il viso così che i miei occhi potessero incrociare i suoi.

Entrai a contatto con quelle iridi scure che intrappolavano una valanga di lacrime, desiderose di uscire.

Non disse nulla.

Ci guardammo per qualche minuto fino a quando la sua attenzione cadde sulle mani, mie e di Taylor, ancora intrecciate. 

Nonostante l'atmosfera tesa provocata da due sguardi, lui non mi aveva lasciato la mano.

Alla vista di queste il suo labbro inferiore cominció a tremare. Prese il mio polso con forza e mi ordinó di seguirlo, trascinandomi via da Taylor.

*dopo alcuni minuti*

I miei piedi non potevano tollerare un'altra rampa di scale, ma fortunatamente questa era l'ultima. Mi aveva portato all'ultimo piano della scuola il quale accesso era severamente vietato a noi studenti.

"Cal, non dovremmo sta.."

"Zitta!" disse lui, facendomi segno con il dito di tacere.

"Ma zitto tu! Sono una cittadina libera e indipendente, tu chi cazzo sei per impedirmi di parlare?" 

Si fermò di botto,e andai a sbattere contro la sua schiena. Allentó la presa sul mio polso, ormai rosso, e tornó a guardarmi. Mi resi conto dopo di ciò che era uscito dalla mia bocca, istintivamente mi venne da ridere.

Demons ➵ c.h [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora