It's a Goodbye?

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"Co-cosa gli hanno fatto quei bastardi?!" esclamai io, già consapevole che la causa della morte di Andy, erano i miei genitori.

"Volevano sapere dove fossi e lui... ti ha protetta Acacia, ma, le mani di tuo padre sono state di gran lunga più forti del vostro amore fraterno" singhiozzó un paio di volte, per poi riprendere a parlare, "ho cercato di aiutarlo ma, era troppo tardi"

Gli attaccai il telefono in faccia.
Faceva male sapere che, una delle persone che hanno sempre contribuito a farmi felice, vada via così, da un momento all'altro.

Andy non c'era più, ed era solo colpa mia.
Se lo avessi avvertito quando quel fottuto giorno sgattaiolai dalla finestra, diretta all'aereoporto, lui sarebbe ancora vivo.

Mi aveva sempre protetta, ed io non ho mai potuto farlo.

*FLASHBACK*

Mio padre portava terrore in tutta la casa, quella sera non era in sé.
Aveva gli occhi rossi, i capelli spettinati e stringeva saldamente una bottiglia di birra in mano.

"Vai a dormire!" mi urló contro. Non parlava regolarmente, biascicava qualsiasi cosa dicesse.

"Papino, ti senti bene?" gli chiesi io, un pó spaventata in effetti.
Ma daltronde, cosa ne poteva sapere una ragazzina di 6 anni?

"Acacia, ho detto che devi andare a dormire!" disse lui, avvicinandosi al mio visetto paffuto.

"Papino tu puzzi.." dissi premendomi due dita sul naso, per non sentire l'odore di birra che proveniva dall'alito di mio padre.

A quelle parole, lui inizió a ridere.
Con uno strattone mi ritrovai a terra dolorante, avevo le cinque dita della mano di mio padre sulla guancia.

Iniziai a piangere, "tu non sei il mio papino!" gli urlai, per poi scappare in camera mia, prima che lui mi picchiasse ancora.

Mi nascosi sotto il tavolo, cosiché se sarebbe entrato non mi avrebbe trovato facilmente.

Sentii cigolare la porta, "Acacia? Sono io, Andy" quando udii la dolce voce di mio fratello, tutta la paura che avevo svanì.

Uscii da sotto il tavolo per poi rifuguarmi nelle braccia del mio fratellone.

"Qualcuno ha fatto qualcosa a papà" gli dissi io, preoccupata dalla situazione.

"Purtroppo é stato lui a farsi male da solo piccolina" mi disse lui, accarezzandomi i lunghi capelli marroni.

"Mi ha fatto male anche a me, guarda" gli dissi indocandogli la guancia, dove prima ricevetti un sonoro ceffone da mio padre.

Lui non disse nulla, si limitó a stringermi di nuovo. Lo nascondeva ma, sentivo le sue lacrime bagnarmi qualche ciocca di capelli.

"Perché piangi fratellone?" chiesi io, scostandomi dall'abbraccio.

"Io.. ho solo paura di perderti piccolina" disse lui, pulendosi le lacrime con la manica della sua maglietta preferita.

"Ma che dici Andy! Noi saremo sempre uniti... ti ricordi cosa avevo detto al cenone di Natale?"

"Ohana significa famiglia..." disse lui sorridendo

"E famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato." continuai io, intrecciando la mia mano paffuta con la sua, di gran lunga più grande.

"Facciamo un patto. Ogni volta che papà ci fà male, lo dobbiamo scrivere, okay?"

"Perché?" gli chiesi io, guardandolo nei suoi occhi verdi, simili ai miei.

Demons ➵ c.h [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora