Capitolo 22

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«Amore mio adesso è ora di fare la nanna»

Mi disse mia mamma mettendomi nella culla, tempismo perfetto, una manciata istanti dopo due uomini vestiti di nero entrarono buttando giù la porta.

Iniziai a piangere.

Mia mamma urlò quando vide uno dei due uomini assalirla.

«Mi lasci stare, la prego»urlò nuovamente.

Non potevo fare niente ero paralizzata, intenta a cercare di uscire da quella 'gabbia'

«MAMMA»cercai di urlare, ma con scarsi risultati.

L'uomo intanto aveva lasciato mia mamma a terra, le aveva rubato il portafogli «lo prenda,ma mi lasci in pace.»disse lei

Quest'ultimo si sfilò una pistola dalla tasca dei pantaloni

«Mamma scappa, ti prego»urlai tra le lacrime

«Meredith, svegliati»
Chiamò una voce che non riuscivo a vedere.

Uno sparo.

«Mamma, no mamma»dissi continuando a vedere immagini di mia mamma stesa a terra sanguinante.

«Meredith è soltanto un sogno svegliati»

Harry?
La sua faccia era paonazza sopra di me e le sue mani a scuotermi le spalle.

Io avevo ancora le guance rigate di lacrime e quelle immagini in mente.

Spaventata mi aggrappai all'unica cosa sicura che trovai al momento,Harry.

Gli gettai le braccia al collo continuando a piangergli sulla spalla.

«Tranquilla piccola ci sono qui io- mi accarezzò la schiena- era solo un'incubo.»
Continuava a ripetermi con voce rauca.

Mi staccai dal l'abbraccio, potevo vedere ancora lo spavento nei suoi occhi e non osai pensare a come fossi ridotta io.

Mi prese il mento tra le mani e asciugò con il pollice l'ultima lacrima che lasciarono i miei occhi.

«Ti amo Meredith»mi schioccò un bacio dolce sulla guancia bagnata.

Ero sudata e avrei avuto bisogno di una doccia ma non mi trovavo a casa mia e non volevo rovinare il momento.

È da tanto ormai che ho gli incubi ma non importa, impiego ancora un po' prima di riprendermi.

Papà ha insistito più volte per portarmi da uno psicologo, ma non ho intenzione di fargli spendere soldi per una cosa con la quale ho imparato a convivere.

«Ne vuoi parlare?»mi chiese Harry abbassando lo sguardo.

Mi venne in mente l'Harry di una settimana fa, quell'Harry non mi avrebbe mai consolata,non avrebbe mai fatto l'amore con me e non avrebbe mai ammesso di amarmi.

È cambiato in così poco tempo e lo amo così tanto, cosa che una settimana fa non avrei mai pensato di dire.

Annuii.

Alzò il braccio e io mi appoggiai sul suo petto,il suo battito era regolare e rilassante, il che mi tranquillizzò molto.Sapeva già la storia di come fosse morta mia madre, ma raccontata nuovamente mi fece bene.

«Adesso tocca a te raccontare.»

Mi ero quasi dimenticata della scommessa e di tutte le cose che non so di lui.
Logicamente il ricco capi al volo a cosa mi stessi riferendo, prese un respiro profondo e iniziò ad arrotolare una ciocca dei miei capelli.

«prima di tutto devi sapere che in pochissimi sanno cosa è successo veramente.Le altre sono soltanto voci, ma è meglio così, qualsiasi cosa è meglio di quello che è successo veramente.»

Mi alzai,dovevo vederlo in faccia ma lui non mi guardava, evitava il contatto visivo,come se avesse paura del mio giudizio.
Stava cercando le parole giuste, intuii dalla sua espressione.

Cercai di tranquillizzarlo ma rimase teso fino alla fine.
«Dopo la nascita di Cassidy era cambiato qualcosa tra i miei genitori,papà era sempre più nervoso e scaricava il suo nervosismo sulla mamma.
Quella notte mio padre era ubriaco,c'era un sacco di casino, loro urlavano e la bambina di qualche mese piangeva come una disperata.Se sarei rimasto li ancora per un po' sarei scoppiato così decisi di scappare dal retro e andare ad una festa.
Per dimenticare tutto mi ubriacai, non era la mia prima sbronza ma quella volta esagerai con l'alcol.
Non stavo più in piedi così Louis chiamò mia mamma»lo interruppi

«Louis?»non pensavo fossero amici, ma da quella volta che lo trovai alla festa a casa di Harry avrei dovuto capirlo.

Lui annuii prima di infornarmi del fatto che Louis non c'entra niente con il resto della storia, che lui non lo sa il resto.

Prese fiato e ricominciò a parlare con lo sguardo fisso al muro

«Stavo dicendo che Louis chiamò mia mamma al posto mio: mi stava cercando, si era accorta della mia fuga così appena ricevette la telefonata con l'indirizzo corse a prendermi.
Portò con se anche la bambina, non si fidava a lasciarla a casa con mio padre ubriaco.
Quando fummo in macchina si mise a farmi la ramanzina,ad urlarmi contro ma non me me fregava niente ero troppo ubriaco per capire cosa mi stesse dicendo così per farla tacere dissi esattamente queste parole:
'ti odio,odio te,tuo marito e quell'essere che ha rovinato tutto'
Detto questo mia madre ci rimase malissimo, rimase quasi paralizzata a guardarmi.
In quel momento una macchina ci venne incontro.
Mia sorella non si fece niente io me la cavai con il collo rotto e lei...lei non la rividi più.»

Non mi ero accorda che ormai le lacrime scendevano a dirotto accompagnate dalla mano a coprire la bocca stupita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2015 ⏰

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