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Meredith: Riley Rasmussen

<<New Story>>

MEREDITH

Apro i cassetti della credenza: nulla.
Solo bottiglie di tequila e whisky di bassa qualità.
Silenziosamente apro anche l'armadio a lato della mia stanza e eccoli là.
Lo zaino nero che da giorni tenevo nascosto sotto il mio letto è troppo piccolo per contenere il mio cosiddetto 'bottino'.
Andare via con un solo zaino era il piano originale ma l'università costa e non posso permettermi di lasciare qui nulla.
Così trovo una valigetta, abbastanza vecchia e logora che a nessuno verrà in mente di rubare, e butto dentro ciò che avanzava.
Zaino, valigia, borsa, cinque cambi puliti, le scarpe che ho addosso.
Il sole non è ancora sorto quando esco dalla vecchia zanzariera con la certezza di non farci più ritorno. Non mi guardo indietro per dare un'ultima occhiata alla casa della mia infanzia...dove sono nata e cresciuta con due genitori perennemente ubriachi.

Le stazione degli autobus non sono rare ma la casa in cui vivevo è leggermente fuori dalla città e dopo un'ora sto salendo su un autobus poco affollato.
Da Amarillo, Texas, fino a Denver sono circa sette ore di pullman e devo riposare; chissà dove dormirò la prossima volta.
Cerco nello zaino il telefono e tolgo la sim tagliandola con la forbice che mi sono portata dietro per sicurezza.
Il paesaggio è per lo più spento e triste ma la felicità dentro di me oscura tutto.
Sto lasciando questo posto finalmente e nessuno mi fermerà cazzo.

Resto a Denver due giorni senza dormire in hotel per risparmiare. Avrei dormito per il viaggio fino a Seattle.
Il viaggio da Denver fino a Washington sono 1.316,7 miglia e dura circa 20 ore e dopo aver attraversato il: Wyoming, lo Utah, l'Idaho e l'Oregon sono abbastanza nervosa.
Piove forte e da dove vengo io non fa mai così freddo.
Ma il senso di libertà che finalmente provo è tanto.
Tiro fuori la lettera di accettazione alla SU, che da quando è arrivata ho custodito avidamente, e mi incammino verso l'università.
Il campus è enorme ed imponente con l'edificio principale moderno e nuovo.
Vado all'assistenza dove una signora annoiata, dopo aver controllato le mie carte, mi consegna le chiavi della mia stanza.
C11...dopo dieci minuti giro la chiave e mi ritrovo in una stanza abbastanza piccola e tutta vuota; la mia compagna deve ancora arrivare.
Ci sono due letti, due armadi, due scrivanie e la vetrata guarda il giardino del campus ancora vuoto.
Dopo aver messo sotto il letto le mie borse chiudo la camera e con trecento dollari in tasca e i vestiti sporchi del viaggio mi dirigo in centro.
Metà agosto rende la città abbastanza vuota ma fortunatamente ci sono alcuni negozi aperti anche durante orario pomeridiano.
Compro alcuni vestiti, gli asciugamani, prodotti da bagno, una nuova sim e i copriletto color grigio per la mia nuova stanza.
Il dormitorio silenzioso è un po' inquietante ma il lato positivo è avere i bagni puliti e per se per un po'.
Devo assolutamente fare una doccia, mi lavo i capelli molto tranquillamente assaporando il fatto che nessuno mi dica di uscire per non sprecare l'acqua.
Quando in fine mi butto sul letto profumo di bagnoschiuma alla vaniglia e con addosso il mio nuovo pigiama rosa mi addormento tranquilla lontano da quel posto che tanto odio.

«Ehi...» una vocina con l'accento marcato del Nevada rimbomba nelle mie orecchie
«Sono la tua nuova compagna di stanza» apro un occhio e la vedo.
Una ragazza bassa con i capelli castani e gli occhi scuri mi sorride felice.
Mi metto a sedere e squadro da capo a piedi la poveretta.
Vestiva con un paio di jeans strappati, una felpa della SU e una borsa troppo costosa.
«Piacere Meredith Murphy» sorrido
«Amanda Carter» sorride a sua volta mentre io mi alzo in piedi per stringerle la mano.
«Ho una Texana per compagna!» urla allegra  «Amo l'accento del sud...è così...dolce e rilassante»
Dopo averla guardata male mi accorgo delle cinque valige dietro di lei.

«Ah già ora le disfo, scusa» solleva il primo bagaglio con molta fatica e lo appoggia sul letto
«Quando sei arrivata? Pensavo che sarei stata da sola per almeno boh...cinque giorni»
«No sono arrivata ieri...vuoi che ti aiuti?» mi guardo intorno stordita; ho dormito per quasi dodici ore di seguito.
«Ah ti prego» dalla sua valigia tira fuori un tappeto grigio e i copriletto di vari colori.
«Ti dispiace se mettiamo questo tappeto? Sai non vorrei essere invadente»
«Mettilo pure, io non ne ho uno quindi...grazie» sollevo un suo bagaglio enorme e lo apro.
Scarpe solo scarpe.
«Ah quelle mettile in armadio» sorride tranquilla aprendo il terzo borsone dopo aver svuotato e sistemato il contenuto del primo.
Il suo armadio, piccolo come il mio, ha un ripiano delle scarpe che basta a pena per contenere tutte quella roba.
Dopo aver messo in ordine le sue venti paia di scarpe, tutte molto costose, è il turno delle borse e quando anche l'ultima valigia, enorme, strapiena di vestiti viene sistemata sotto il letto ci sediamo sul piccolo divano a lato della vetrata.
«Che ci fa una ragazza del Nevada a Seattle?»
«Io vengo da Las Vegas...odio quel posto a differenza dei miei genitori...» fa una smorfia «Gestiscono un casinò e da subito ho capito che quella non sarebbe stata la mia vita. Tutta una truffa e niente ambizione.» annuì.
«Mia cugina ha frequentato questa università e ha convito i miei a farmi venire qui. Tu invece? Sei un po' lontana da casa»
«Si...la mia così detta famiglia...non si può definire così...In poche parole volevo allontanarmi più possibile» e l'ho fatto facendomi il mazzo a scuola ottenendo una borsa di studio parziale che comprendeva alloggio, spese per i libri e metà delle tasse universitarie.
«Capisco...beh spero che diventeremo ottime amiche...sai è un sogno per me essere qui e tu sarai come una sorella» mi abbraccia e non ebbi il tempo per ricambiare perché si alzò.
«Usciamo a ritirare i libri? Sempre che tu non lo abbia già fatto»
«No in effetti no» infilo i miei vecchi stivali e Amanda mi guarda triste.
«Non siamo in Texas ragazza. Ecco metti questi» mi passa un paio di Nike giallo flou.
Le tipiche scarpe che ho sempre sognato e mai avuto.
«Amanda...io»
«Si certo, ora mettile» senza dire altro infilo le scarpe nuove e afferro la borsetta vecchia, che mi ero portata via dalla baracca in cui vivevo, guadagnandomi una smorfia di compassione da parte di Amanda.
Affianco alla mia nuova compagna di stanza sono orribile.
I capelli rossi disordinati fuggono dalla coda e le lentiggini non mi sono mai piaciute molto...mi fanno sentire diversa.
Lei invece ha i capelli lisci dritti che le contornano la pelle ambrata e truccata.
In silenzio ci dirigiamo alla biblioteca dove una signora siede dietro la scrivania.
«Salve ragazze, come posso aiutarvi?» la sua voce gentile mi colpisce e le faccio un sorriso.
«Vorremmo ritirare i libri» risponde prontamente la mia nuova amica.
Non le ho ancora chiesto che corsi frequenterà, che stupida.
«Si, i vostri nomi, cognomi e città di provenienza»
Digita qualcosa sulla tastiera del computer «Amanda Carter, Las Vegas»
«Okay, eccoti qui Amanda. Frequenterai biologia, giusto?»
«Sisignora»
«Scusa, non te lo ho chiesto...» dico dondolandomi sulle scarpe non mie.
«Nessun problema è passato di mente anche a me»
«Ecco a te cara»
La signora torna con una decina di libri e Amanda sbuffa
«Che bello!» brontola ironica.
«Tu invece?»
«Meredith Murphy. Amarillo, Texas»
«Sei lontana eh» seconda persona in un giorno che lo dice, fantastico.
«Medicina?»
«Si»
Questa volta i libri sono venti e molto grossi.
«Tesoro meglio se fai due giri»
«No ti aiuto io nessun problema» dice Amanda
Dopo aver attraversato il campus rischiando di cadere per il peso entriamo nella C11.
Dovrei iniziare a chiamarla casa? Lo sarà per i prossimi anni.
Dopo aver appoggiato i libri sulle rispettive scrivanie, come se nulla fosse la mia coinquilina tira fuori da una borsa un portatile nuovo e un iPad.
«Che vuoi fare sta sera?»
«Non ho voglia di uscire...dovremmo comprare una TV...»
«Cazzo! Hai ragione. Sono le sei, secondo te sono chiusi i negozi?»
«Si, andremo domani»
«Già. Vado un attimo al supermercato qui vicino per comprare da mangiare»
Senza aggiungere altro sparisce fuori dalla porta e io mi addormento.

<<mine story>>

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