MEREDITH
Da quando mia madre mi ha quasi uccisa ho la mania di guardarmi le spalle. Lo faccio sempre e se c'è qualcuno dietro di me faccio di tutto per controllarlo.
Non vado più a sbattere contro nessuno perché sono attenta a quello che faccio ma evidentemente dopo la serata di ieri il mio livello di concentrazione è molto basso.
«Meredith» sussurra. Alzo la testa e un paio di occhi freddi mi stanno fissando attentamente, come per prevedere le mie mosse.
Cerco di superarlo senza rivolgergli la parola ma naturalmente è più veloce e agile di me quindi mi si piazza davanti.
«Non so cosa ho fatto per meritarmi il tuo odio, ieri ero troppo ubriaco, ma mi dispiace. Se vuoi possiamo parlare anche se di solito non lo faccio con nessuno. Vedi tu...» parla velocemente, probabilmente non avrebbe voluto dire nulla ma il suo subconscio lo ha obbligato.
Io non so che dire o fare. Rimango lì impalata con il bagnoschiuma alla vaniglia e il mio asciugamano stretto addosso. Cercando di tirarlo su si accorge con cosa mi sto coprendo e impreca a bassa voce.
«Mer...fammi un favore. Vestiti nelle docce. Non girare mai più soltanto con l'asciugamano» si passa la mano sulla mascella e fissa senza pudore il mio corpo che trema tutto; un po' la sua presenza e un po' per il freddo.
Cerco di muovere i piedi per andarmene ma mi risulta impossibile. Lui mi tiene ancorata lì e non ho nessuno possibilità di scampo.ADAM
Sono partito con il discorso più idiota del mondo. Avevo appena detto a Luke che di lei non me ne frega un emerito cazzo e subito quanto la vedo parlo come una ragazzina sull'orlo di una crisi ormonale.
In più ci si mette anche quel fottuto asciugamano rosa chiaro a confondermi le idee. La cosa peggiore però è la sua faccia. Ora mi guarda senza emozioni come se non riuscisse a capire che tipo di persona sono, beh non lo so nemmeno io.
Rimaniamo a fissarci per qualche minuto poi lei si gira e se ne va. Questa volta non la fermo; non ne ho le forze.
Ripenso a Grace e a come mi è scivolata, come acqua tra le mani. Ormai è una cosa che mi capita spesso.
Dopo una lunga doccia per riflettere mi vesto e mi metto a studiare; ci sono tutti gli esami e non posso permettermi di perdere tempo a rifare gli stessi corsi.
«Hai visto Meredith» Luke entra tutto sudato con ancora gli auricolari e va dritto verso l'armadio. «Ho parlato con Amanda fuori e mi ha detto che vi siete incontrati alle docce, lei è tornata in stanza piangendo. Si può sapere che cazzo hai detto?» si siede sul letto stanco e si gira infastidito; non lo sopporto più, deve smetterla di comportarsi come un fratello maggiore. Me ho già uno, basta.
«Nulla di tragico tranquillizzati, piuttosto scopa sei parecchio nervoso» detto questo lo ignoro completamente mentre mi insulta uscendo dalla stanza.MEREDITH
Sono rimasta muta come un pesce tutto il tempo. Non sapevo di dire e ora le lacrime mi rigano le guance. Amanda ha fatto una scenata dicendo che è un deficiente ed è uscita per sbollire la rabbia senza rompere le balle a me. Dopo mezz'ora in camera bussano alla porta due volte e senza aspettare risposta qualcuno entra. Sto per indultate Adam quando vedo la faccia sofferente di Kelly. Mi si precipita affianco e si mette a piange sulla mia spalla.
Dopo un po' di silenzio inizia a parlare tutto d'un fiato.
«Io...io e Josh abbiamo litigato. Capita raramente ma...ma lui vuole tornare a San Diego per le vacanze di primavera ma io lì non ci metto nemmeno piede.» alza sempre di più la voce ma non riesce a continuare perché suo moroso entra di corsa nella mia stanza.
«Kelly dio» gli si inginocchia davanti le prende il viso tra le mani per guardarla negli occhi. «Se non vuoi tornare in California va bene, andremo dove vuoi davvero ma non scappare da me, mai» le bacia la fronte e lei continua singhiozzare ma questa volta sorride e annuisce.
Si scambiano dei sdolcinati 'Ti amo' ed escono velocemente come sono entrati lasciandomi nel mio casino mentale.Quando torno a casa dal lavoro alle quattro non mi reggo nemmeno in piedi. Questa sera ho lavorato tanto perché il mio capo ci controllava e per non pensare a Adam.
«Mer» Amanda biascica e io mi avvicino al suo letto «Si?»
«Ho parlato con Luke...» ha gli occhi chiusi ma è sveglia «Tu piaci ad Adam, cercate di sistemare questo casino che è la vostra storia, io e lui siamo stanchi di tutto questo» poi tace e si addormenta a faccia in giù.
Ripenso a quello che ha detto è l'unica cosa a cui voglio è il cuscino; è tutto troppo complicato.ADAM
Ho provato a chiamare Grace su FaceTime almeno venti volte ma non mi risponde. Ho provato il cellule e gli ho scritto su tutti i social ma è come se non esistesse più. Poi mentre sto chiudendo uno di questi la foto di mia sorella mi coglie alla sprovvista. Ha in testa una lunga parrucca verde chiara ed è truccata tanto. Non sembra lei e sotto nella didascalia c'è scritto qualcosa a proposito della sua prima notte fuori a Las Vegas. Cerco di mantenere la calma e ricompongo il suo numero, ancora. Questa volta risponde ma la voce non è quella della mia angelica sorellina.
«Senti Adam, smetti di chiamare Grace, non ha sicuramente bisogno di parlare con te...a quanto pare sei sinonimo di problemi» la sua voce è tagliente e lo sento bere qualcosa. «Tua sorella sta bene, ha trovato il suo spazio e ora è adorata da tutti»
«Si, certo i genitori dei suoi amici non vogliono essere giustiziati dai tuoi amici...» azzardo.
«Ahaha figliolo, lascia che i grandi si occupino le cose da grandi. Tua sorella sta bene. Ora smettila di contattarla anche perché ha cambiato telefono» detto questo chiude la chiamai e io mi butto sul letto.La sveglia di Adam è fastidiosa.
«Non vedo l'ora di avere una camera tutta mia nel nuovo appartamento.» brontolo alzandomi e spegnendo il suo telefono. Lui si gira dall'altra parte e si rimette a dormire. Col cazzo.
Lo butto giù dal letto e ridendo corro fuori dalla stanza. Sto percorrendo il corridoio per andare a prendere un caffè al baretto nella hall quando lo sento imprecare contro di me.
Sto ancora ridendo come un deficiente quando scorgo dei capelli rossi dalla parte opposta della stanza.
È vestita da corsa e sta indossando le cuffie. Non mi vede nemmeno ed esce senza problemi. Da oggi in poi ogni mattina si va a correre.<<mine story>>
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Per una volta
Teen FictionA volte l'unica soluzione è andare via. Meredith ha passato tutta l'infanzia ad aspettare l'università per poter andare via da una famiglia violenta. La parte opposta dello stato è la sua scelta; come se fosse facile. Porta ancora i segni di quella...