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                                                 MEREDITH  
Soffoco.
«Sei sempre stata inutile»
Soffoco.
«È ora che tu scompaia»
Soffoco.
Nero, quello che vedo è tutto nero. La notte di solito non mi spaventa, non lo ha mai fatto. È affascinante vedere come tutto cambia prospettiva di notte ma ora è solo nero. Freddo, inquietante nero.
«Cazzo! Aiuto!» la voce di Amanda mi arriva ovatta.
Tutto quello che si sente dopo sono urla, urla che fanno venire i brividi, che ti fanno tremare.
Poi silenzio.
Un male allucinante mi toglie la poca aria dai polmoni.
Nero, poi rimane solo nero.

Apro gli occhi e sposto il cuscino che ho in volto.
Lo stomaco mi si stringe e la testa mi gira spaventosamente.
Amanda è per terra con la faccia contro il pavimento e tutto intorno c'è sangue e un'altro corpo di donna. Mia madre, la riconoscerei ovunque una così.
Cerco di sollevarmi ma le ginocchia mi tremano e non riesco a stare in piedi. Mi guardo le gambe e vedo il sangue e il nero che he si è formato intorno alle ginocchia ma devo aiutare Amanda.
Senza badare al dolore mi trascino letteralmente fino alla mia amica e inizio a scuoterla. Le metto una mano sul collo, respira ancora.
Quando la giro e vedo il suo volto rimango pietrificata; cosa gli ha fatto.
Cosa gli ho fatto. È tutta colpa mia, cosa gli ho fatto.
Cerco il telefono sul comodino e chiamo la polizia.
«Ho...ho bisogno d'aiuto» tossisco ripetutamente e mi sembra di vomitare un polmone. «Dormitori...dell'Università, Meredith Murphy» crollo dopo aver detto quelle poche parole.

«Meredith, Meredith, tesoro aprigli occhi» sento chiamare il mio nome ripetutamente e nonostante mi sforzi di aprire gli occhi non ci riesco.
«Niente, intubarla è l'unica soluzione, la polizia indagherà dopo» qualcosa mi entra in gola e poco dopo torno a respirare.
Una serie di bip mi risuonano nelle orecchie ma non riesco a muovermi.
«L'altra ragazza?» chiede una voce maschile.
«È in sala operatoria, è stata picchiata violentemente Mark... Spero non qualcosa di più...» alla risposta della ragazza inizio ad agitarmi per far capir loro che sono cosciente ma è come se il mio corpo non rispondesse agli ordini del mio cervello.

Mi sento in trappola. Non so da quanto sono in ospedale, probabilmente da un secolo, ma la mia mente è stanca, vorrei rilassarmi ma quando cerco di dormire mi sembra di soffocare.

                                                                      ADAM
La serata in camera delle ragazze è stata tranquilla e divertente anche se guardare Meredith senza fare nulla è stressante.
Ora sono steso nella mia camera, sbronzo mentre penso a quella ragazza bella da togliere il fiato.
Ma anche quello che mi sveglia è brutto da togliere il fiato.
Le sirene della polizia. Ecco basta quello per capire. In un secondo sia io che Luke siamo in corridoio diretti dalle ragazze. Si sentono tante cazzate sugli universitari ubriachi che fanno casini ma questa volta è diverso lo sento e basta, a quando pare anche Luke lo percepisce.
Quando arriviamo nell'ala delle ragazze mi si congela il sangue; è pieno di polizia è una barella spinta da due paramedici corre verso l'ambulanza fuori dall'edificio, sopra giace un copro femminile ma con la folla non riesco a capire di chi si tratta. Dopo poco ne passa un'altra ma questa volta i capelli rosso fuoco spiccano tra tutto. Inizio a spingere tutti fino a che non raggiungo un poliziotto che guardandomi severamente mi ferma.
«Ragazzo stai indietro» mi ammonisce con uno sguardo contratto; ha sicuramente visto qualcosa che lo ha impressionato. Luke è dietro di me al telefono con Josh, credo, ma ora l'unica cosa che voglio sapere è cosa cazzo sta succedendo. Poco dopo spunta un'altra barella, un'altra donna che da vicino la riconosco subito; la madre di Meredith. Quella donna doveva morire quando è venuta qui ad attaccare la figlia la prima volta. A quanto pare ora lo ha rifatto.
Corro alla macchina con Luke alle calcagne è in poco tempo, dopo aver superato tutti i limiti di velocità, arriviamo all'ospedale. Cerco un'infermiera che sia disposta a parlarmi ma hanno tutte molto da fare a quanto pare. La tensione nel pronto soccorso è palpabile, il mio cuore a momenti esplode ma il peggio è che non posso fare un cazzo per lei.
«Meredith Murphy e Amanda Carter, la prego mi dica qualcosa.» imploro una ragazza con lo sguardo spaventato e dei sacchi di flebo in mano.
«Siete...i fidanzati?» chiede con le mani tremanti.
«Si, ma nessuno ci vuole dire cosa sta succedendo» Luke continua a camminare su e giù e la sala si sta lentamente riempiendo di polizia.
«Venite con me» la ragazza ci fa segno di seguirla e obbediamo.
«Non potrei dirvi nulla sulle condizioni dei pazienti ma credo dobbiate sapere. Le due ragazze sono state trovate nella loro stanza prive di sensi. Una ricoperta di sangue, Amanda, ora è in sala operatoria e le condizioni sono pesanti. È stata picchiata e più tardi vedranno se è stata violenta sessualmente.» Luke di tira i capelli e lo vedo tremare, di rabbia probabilmente.
«Meredith, lei ha chiamato la polizia usando la poca adrenalina che le era rimasta ma è priva di sensi, sembra in coma, non reagisce. Sembra abbiano tentato di soffocarla per questo non respira bene da sola. Ragazzi cercheremo di capire chi è stato e faremo il possibile per le ragazze ma ora la cosa migliore è aspettare.» la ragazza ci lascia e si dirige dentro una stanzetta del pronto intervento.
Luke impreca ripetutamente ma io sono senza parole.
«Hanno cercato di ucciderle, cazzo Adam di qualcosa» urla esasperato ma l'unica cosa che vedo è sangue, tanto sangue.

MEREDITH

Finalmente apro gli occhi e quello che vedo mi acceca. Un medico mi sta puntando una luce sugli occhi.
«D'accordo, sembra non ci siano danni al cervello ma aspetterei per confermare.» dice ad una ragazza dietro di lui poi torna a guardarmi e sorride «Ciao Meredith. Sono il dottor Allen ma chiamami Mark. Sei in ospedale...»
«Perché...» cerco di parlare ma il tubo che ho in gola me lo impedisce.
«No tesoro, non sforzarti a parlare. Hai avuto un incidente, hanno aggredito te e la tua compagna. Ora la polizia vorrebbe farti qualche domanda. Fai solo cenni con la testa. Io sarò qui se sei stanca basta che mi prendi la mano, d'accordo?» il medico mi sorride e quando i poliziotti entrano si avvicina.
«Ciao Meredith, sono qui per farti qualche domanda riguardo a ieri notte. Ci vorrà poco.» il poliziotto tira fuori un blocco e una penna.
«Stavi dormendo quando hai capito che qualcosa non andava?»
Annuisco leggermente, il collo mi manda fitte di dolore ogni volta che mi muovo.
«Hanno cercato di soffocarti giusto?» annuisco nuovamente stringendo i denti.
«Hai chiamato la polizia quando sei riuscita a liberarti dal aggressore?»
Annuisco e una serie di flash riaffiorano nella mia memoria.
Vedo Amanda sanguinate e inizio ad agitarmi. Devo vederla.
«D'accordo, direi che per ora basta.» i poliziotti escono dalla stanza ma io continuo ad agitarmi.
«A...aamanda» sussurro con tutte le mie forze.
«Andrà tutto bene» mi stringe la mano con uno sguardo triste e poi inietta qualcosa nel tubo attaccato alle mie vene. «Questo ti aiuterà a rilassarti» poco dopo tutto si fa offuscato e confuso. Crollo in un sonno profondo.

Per una voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora