9 - oh sorry

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Oggi è domenica e, come ogni domenica, mi sveglio alle 10:00 am. per portare un fiore a mio papà e, a volte, a raccontargli qualcosa.

Scendo a fare colazione da sola, dato che George e mamma sono a dormire perché è il loro unico giorno libero, tutti gli altri giorni della settimana devono lavorare.

Mio fratello, semplicemente, non si alza di domenica mattina, preferisce dormire.

Mia mamma sa che vado da papà ogni domenica, ma lei non va mai da lui, solo in alcune occasioni, tipo il Natale.

Luke preferisce non andarci, dice che lo rattrista molto.

Mangio un'albicocca e bevo del succo di frutta. Ritorno in camera e mi preparo.

Fuori c'è nuvolo, quindi decido di mettermi dei leggins neri, una felpa grigia e le Dr.Martens.

Prendo una banconota da 3$ che avevo appoggiato sul comodino ed esco di casa.

Per raggiungere il cimitero ci metto circa dieci minuti.

Dopodiché compro un fiore in una sottospecie di bancarella gestita da un anziano signore che è sempre fuori dal cimitero.

La tomba di mio padre si trova in un grande prato, posizionata verso la corsia di destra.

«Eccola.» dico a me stessa. «Frank Hemmings.» parlo sempre da sola, anzi, con mio papà.

Appoggio il fiore alla tomba e tocco delicatamente le date incise sul marmo.

'1964-2007'

Mio padre è morto in un incidente stradale quando io avevo solamente otto anni, mentre Luke ne aveva dieci.

Quando abbiamo saputo la notizia eravamo entrambi a scuola, ci chiamò la bidella dicendo che nostra madre doveva parlarci e abbiamo scoperto la brutta notizia.

Mi manca terribilmente.

Ritorno verso casa quando mancano quindici minuti a mezzogiorno.

Vedo alcune gocce cadermi sul viso e capisco che devo iniziare a correre per evitare ti bagnarmi tutta.

Mi metto il cappuccio della felpa e inizio a fare una camminata veloce.

Ad un certo punto vado a sbattere contro qualcuno e cado bagnandomi ancor di più di quanto non fossi già bagnata.

La persona vicino a me, mi porge la mano per aiutarmi, la afferro e mi alzo.

«Scusi, le ho fatto male?» mi chiede, mentre mi sto pulendo i leggins.

Quella voce mi è familiare.

Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti il biondo con i capelli completamenti fradici.

È davvero molto carino in queste condizioni.

«Oh, ciao Emily... Non ti avevo riconosciuta.» vedo tingersi le guance di rosso e si pettina i capelli con la mano.

«Tranquillo, nemmeno io, scusa se ti sono venuta incontro.» accenno un sorriso.

«Colpa mia, ora vado perché sono già troppo bagnato, ci vediamo domani a scuola, ciao.» mi sorride e poi riprende la sua corsa.

Mi ha fatto piacere incontrarlo, ma soprattutto aver potuto scambiare due parole.

Adesso che ci penso, avrei potuto chiedergli del perché ha detto a mio fratello quel fatto di me e Louis, ma glielo chiederò un'altra volta.

Quando ritorno a casa mi accuccio velocemente vicino al camino accesso, è la parte del salotto che più mi piace.

«È meglio che vai a farti una doccia calda prima che tu ti ammali.» mi suggerisce George.

«Si, ora vado.»

Mi spoglio velocemente buttando i vestiti nella piccola cesta dei panni sporchi, entro in doccia e mi lavo.

Quando esco mi asciugo velocemente, indosso l'intimo e mi metto dei vestiti comodi.

Scendo in cucina e pranzo.

***

È lunedì mattina, il giorno più brutto della settimana.

Come ogni mattina, faccio colazione, mi preparo e poi esco di casa.

Quando arrivo a scuola vedo mio fratello parlare con Louis fuori dal cancello, spero non ci siano problemi,ma per sicurezza mi avvicino a loro due.

«So che è stata lei.» sento gridare da mio fratello.

«Non hai le prove.» risponde a tono Louis.

«Cosa sta succedendo qua?» chiedo, guardando Louis appoggiato al muro mentre stringe i pugni.

«Che cazzo ti passa per la testa?» mi urla contro mio fratello.

«Cosa ho fatto adesso?»

«Questo hai fatto.» grida, girando il viso di Louis e mostrandomi dei succhiotti.

Cazzo, sono i succhiotti che gli avevo fatto a casa sua.

«E quindi?» rispondo, cercando di rimanere più calma possibile.

«Spero tu stia scherzando.»

«No cazzo, no che non scherzo, a te non dovrebbe importare nulla di quello che facciamo io e Louis, non sono affari tuoi, smettila di impicciarti nella mia vita.» grido, prendendo il polso di Louis e portandolo via da lì.

Entriamo in cortile e ci mettiamo in un angolo, dove nessuno ci possa vedere.

«Scusa, non credevo potesse infuriarsi così tanto è che...» non faccio in tempo a finire la frase che mi prende il viso e mi bacia.

Le nostre lingue si toccano, è come la prima volta.

Mi mancavano così tanto le sue labbra.

Quando ci stacchiamo mi sorride ed io ricambio prendendolo per il viso e baciandolo sulle labbra, lo prendo per mano e ci avviamo ognuno verso il proprio corso, mano nella mano.

Io mi fermo per prima davanti all'aula dove si svolge la lezione di Geografia.

Ci salutiamo con un bacio ed entro in classe.

Il professore non è ancora arrivato, tiro un sospiro di sollievo.

Margaret dovrebbe esserci, scruto la classe per cercarla.

La trovo da sola in un banco in terza fila.

«Margaret.» dico, quasi urlando.

«Hey Emily, non ti vedevo e pensavo che non saresti venuta.» mi dice.

Mi siedo nel banco accanto al suo e durante tutta la lezione le racconto di me e Louis, è felice tanto quanto me.

Le prossime lezioni sono di epica, matematica e storia.

L'ultima lezione della giornata è letteratura.

Mi siedo al solito banco aspettando il biondino.

Lo vedo entrare e gli spunta un sorriso quando guarda nella mia direzione.

«Ciao.» lo saluto.

«Ciao.» sembra quasi timido quando parla con me, non so perché.

Durante la lezione non parliamo molto, ma ci scambiamo, a volte, delle occhiate.

Prima del suono della campanella decido di scrivergli un biglietto:

mi devi ancora dire
perché hai detto a mio
fratello di me e Louis

Glielo metto sul banco, lo apre e legge.

Aspetta un po' prima di scrivere, forse sta pensando se rispondermi o no.

Dopo un po' mi scrive:

non credo che ora sia
importante, te lo dirò
un'altra volta

Sbuffo, ma acconsento comunque.

Dopo scuola decido di fermarmi davanti al cancello per ritornare a casa insieme a Louis dato che le nostre case non sono molto lontane, ma non lo vedo, sarà sicuramente già uscito da scuola.

I'm here for you » n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora