1 - who is he?

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«Per la prossima settimana studiatevi bene pagina 157 e 158 perché interrogherò e se vi troverò impreparati vi prenderete un'insufficienza.» spiega Mr. Cood, il professore di letteratura, mentre la maggior parte degli studenti presenti in aula si distrae con qualunque cosa abbiano sottomano o gli stia vicino.

Il rumore improvviso ed assordante della campanella ci fa capire che è iniziata la ricreazione quindi, io e Ariana, una mia compagna di letteratura, nonché una tra le mie due migliori amiche, ci precipitiamo in bagno per non dover aspettare la lunga fila di ragazze che aspettano ansiose il proprio turno.

Entriamo subito, mentre Ariana si ripassa il mascara volumizzando i suoi grandi occhi color caramello e specchiandosi in uno dei quattro piccoli specchi appesi al muro.

I lunghi capelli mori le scendono lungo la schiena lucenti e lisci.

Poco dopo arriva Margaret, l'altra mia,e nostra, migliore amica.

Tutte e tre ci aspettiamo sempre in bagno dato che non frequentiamo gli stessi corsi, così possiamo chiacchierare fra di noi e raccontarci qualcosa.

«Hey ragazze, come state? Avete passato delle belle vacanze estive?» chiede curiosa Margaret, dopo aver salutato entrambe con un caloroso bacio sulla guancia ed un abbraccio a tre.

«Io sono andata in Grecia, è davvero tutto stupendo là. Il resto delle vacanze le ho passate dai miei nonni, non li vedevo da tempo.» risponde Ariana entusiasta.
«Bhe io niente di che... Sono uscita alcune volte con Isabel, Liam, Louis... Si insomma, i soliti. Ho anche fatto una vacanza in Croazia.» rispondo semplicemente, scrollando le spalle.

In un certo senso sono contenta di essere ritornata a scuola, passo sempre molto tempo con Ariana e Margaret, ma nelle ultime settimane di vacanze estive non ci siamo viste a causa degli impegni di ciascuna e mi sono mancate parecchio.

Restiamo a chiacchierare ancora un po', ma arriva una di quelle tante odiose bidelle ad interrompere i nostri discorsi.

«Ragazze, non potete stare qua, quante volte devo ripetervelo? Suvvia, uscite in cortile come gli altri.» dice in tono acido la bidella, che tiene in mano una scopa ed uno straccio sporco che gocciola lievemente.

Sbuffiamo all'unisono e ci precipitiamo in cortile.

Il maglioncino bianco panna che indosso non mi aiuta con questo tiepido freddo quasi autunnale, né tanto meno i miei adorati blue jeans.

Cerchiamo un posto in cui possa battere un po' di sole per poterci riscaldare dal vento che spettina i miei lunghi e lisci capelli mori.

È in quel momento che vedo passare un ragazzo biondo, non lo avevo mai visto qui a scuola, seppur ci sia molta gente.

«Qualcuna di voi lo ha mai visto?» indico il biondino, che ora sta parlando con alcuni ragazzi che sembrano avere la sua età.

«Penso che sia nuovo, nemmeno io l'ho mai visto, tu Ariana, sai chi possa essere?»

«Non lo conosco neppure io, però è proprio un bel ragazzo.» afferma, guardandoci con un sorrisetto malizioso e facendoci ridacchiare tutte assieme.

In effetti ha ragione, è proprio un bel ragazzo.

Si è spostato leggermente dal gruppo di ragazzi con cui parlava e ora posso vederlo molto meglio.

Indossa una felpa grigia col cappuccio che gli sta molto larga, dei jeans neri stretti e delle semplici All Star alte e bianche.

Ha alzato la testa e per un'attimo sono riuscita a vederlo bene in faccia.

Dio, quanto può essere bello?

«Emily, ci sei? È suonata la
campanella.» mi dice Margaret, sventolandomi una mano davanti alla faccia.

«Si scusa, stavo pensando ad una cosa.» mento.

«Si, certo.» mi risponde Ariana,
sghignazzando scherzosamente insieme a Margaret.

Le do una pacca leggera sulla spalla e ci avviamo verso le proprie classi, io ed Ariana salutiamo Margaret e raggiungiamo i nostri compagni per la seconda lezione di letteratura.

Non riesco a togliermi dalla testa il viso di quel ragazzo biondo, sono davvero curiosa di sapere chi sia, potrebbe essere un nuovo compagno di scuola, chissà.

Terminate le lezioni mi incammino, come ogni giorno, verso casa mia, che non è molto lontana dalla scuola.

Arrivo a casa dopo circa cinque minuti, apro la porta in legno scuro ed entro.
Vedo mia madre che sta cucinando, il profumo si sente fin qua.

Butto lo zaino sul divano e salgo le scale per raggiungere la mia stanza, ma mia madre mi richiama.

«Emily, non mi saluti? Sono tua madre, sai?» mi rimprovera.

«Si okay, ciao.» dico svogliatamente, e mi precipito in camera buttandomi a capofitto sul mio letto ad una piazza e mezza.

Da quando mio padre è morto e mia madre ha trovato un nuovo compagno -George- le rispondo sempre in modo acido e litighiamo spesso, non sopporto l'idea che qualcuno abbia sostituito mio padre, Frank.

George non mi è mai andato a genio, e nemmeno la decisione di farlo venire a vivere con noi.

Ha sempre desiderato avere un bel rapporto con me, ma non è mai riuscito nel suo intento.

Mio padre c'era sempre per me, era come se fosse stato il mio migliore amico, gli parlavo di tutto, tutt'ora gli parlo di qualsiasi cosa, ma non come una volta.

Se avevo qualche problema mi faceva accomodare sul divano e ne parlavamo da soli, ora devo andare al cimitero per potergli raccontare i miei problemi, ma non è decisamente la stessa cosa.

«Emily scendi, c'è pronto.» urla mia madre dalla cucina per farsi sentire, facendomi risvegliare dai miei pensieri.

Nel frattempo mi asciugo una lacrima causata dal ricordo di mio padre e scendo le scale in legno.

Mi accomodo a tavola mangiando solo dell'insalata dato che non ho molta fame.

Poco dopo ci raggiunge mio fratello, si chiama Luke, ha 18 anni, due anni in più di me, e va nella mia stessa scuola.

«Buongiorno.» ci dice.

«Buongiorno Luke, cosa vuoi mangiare?» gli chiede mia madre, mostrando un ampio sorriso.

«Mangio un po' dell'insalata che ha avanzato Emily.»

«Allora, com'è andato il tuo primo giorno di scuola?» mi chiede George, addentando un pezzo di pane.

«Mh bene, ora vado, devo studiare.» mento, per evitare altre domande poste da George dato che non ho voglia di parlare con lui.

Ritorno in camera chiudendomi la porta alle spalle.

Mi distendo sul letto ed inizio ad ascoltare un po' di musica dato che oggi non ci hanno dato i compiti e posso rilassarmi un po'.

I'm here for you » n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora