Capitolo 1- Quando avevamo otto anni.

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LAURA'S P.O.V.

Avevo sempre detto a Kendall di non fidarsi di nessuno, ma lui non mi ascoltava.

"Kendall vieni a giocare!"

"Arrivo Lau!"

"Non chiamarmi così!"

"E tu non chiamarmi Kindle."

"No."

"Rassegnati Lau."

Scossi la testa e aspettai che arrivasse.

"Ma si può sapere quanto ci metti?"

"Ero dall'altra parte della casa, Lau."

"Cattivo, Kindle."

Presi le macchinine e gliele diedi.

"Tu quale prendi Kindle?"

"Quella blu."

"No, quella blu è mia!"

Gli tolsi dalle mani la macchinina e iniziai a correre per la casa, inseguita da lui.

"Smettila di correre! I miei polmoni chiedono aria!"

"Nooooo."

Alla fine mi fermai e lui mi saltò addosso.

"Voglio la macchinina!"

"No."

"Altrimenti..."

"Altrimenti... cosa Kindle?"

"Ma tu non dovresti giocare con le bambole?"

"Ehi, io sono un maschiaccio, ti sembro una che gioca con le bambole?!"

"Tu sei una femmina."

"Scordatelo Ken."

Un'altra volta mi persi nei suoi occhi stupendi.

Avevo solo otto anni, e non capivo cosa stavo provando in quel momento.

Le farfalle nello stomaco, i suoi occhi dentro i miei.

Le nostre labbra così vicine...

E la mia irrefrenabile voglia di avvicinarmi a lui e sfiorarlo, abbracciarlo e baciarlo.

Eravamo soli a casa, e in quel momento, eravamo sul pavimento.

Lui sopra di me, il suo respiro sulla mia fronte.

"Kindle..."

"Non parlare adesso."

Lui si avvicinò a me e sentii di nuovo quelle insistenti farfalle svolazzare.

Poi le sue labbra toccarono le mie, in un bacio strano, insistente e allo stesso tempo dolcissimo.

Quello fu il mio primo bacio.

E niente fu più come prima.

Quando ci staccammo, lui mi aiutò ad alzarmi da terra, mille brividi percorrevano la mia schiena quando afferrai la sua mano.

Poi lui sussurrò delle parole al mio orecchio: "Questo sarà il nostro segreto."

Io lo guardai, ancora impotente, e poi annuii.

Il nostro piccolo segreto.

Il primo di una lunga lista.

~~~~~~~~~~~

La complicità nel nostro rapporto non aveva limiti.

Se uno dei due combinava qualcosa, l'altro si prendeva la colpa.

Se uno dei due chiedeva all'altro di custodire un segreto, l'altro stava zitto.

Eravamo sinceri l'uno con l'altro, quando litigavamo tutto finiva con un abbraccio.

Lui era il mio migliore amico, nonché l'unico, anche perché le ragazze mi giravano alla larga.

A parte una, si chiamava Stella.

Avevamo un rapporto diverso rispetto a quello che avevo con Kendall.

Io e lei ci capivamo al volo, era come una strana specie di telepatia che ci caratterizzava.

La adoravo.

Non usavamo le bambole.

Secondo lei erano scontate.

E anche secondo me, se per questo.

Parlavamo, ore e ore, di giochi, persone, segreti.

Già... anche segreti.

~~~~~~~~~~~

Un'altra volta, io e Kendall eravamo di nuovo, al parco giochi.

Mia madre mi stava obbligando a giocare con le femmine, e Kendall mi guardava da lontano mentre faceva finta di giocare con i maschi.

Dopo qualche minuto andai da mia madre, e le chiesi se potevo fare un giro per il parco.

Lei annuì solamente, non credevo le interessasse più di tanto.

A lei interessava solo che non vedessi Kendall.

Mandai un segnale all'ultimo che corse a parlare a sua madre, e mi nascosi dietro un cespuglio folto e fiorito.

Per passare il tempo iniziai a canticchiare una canzoncina.

Qualche minuto dopo Kendall entrò nel cespuglio e mi abbracciò.

"Mi sei mancata Lau."

"Anche tu Kindle."

Restammo abbracciati per un tempo che mi parve indefinito, poi lo guardai negli occhi.

Di nuovo. Quella stupida sensazione che mi attanagliava lo stomaco.

"Kindle... mi sento strana."

"Allora siamo in due."

Lo presi per mano.

Una strana agitazione mi turbava l'anima.

"Ti voglio tanto bene Kindle."

"Anche io Lau."

Ci sedemmo sull'erba a guardare quel cespuglio, fino a quando non sentii delle grida.

"LAURA! LAURA DOVE SEI! SE SEI CON KENDALL TI ASPETTERANNO GUAI VERAMENTE SERI!"

Strinsi più forte la mano di Kendall.

Poi iniziammo a correre, girando per il parco, sperando di non incontrare mia madre.

E poi la vidi.

Stava camminando verso di me molto velocemente.

Uno sguardo assassino sugli occhi, la rabbia si poteva sentire a miglia di distanza.

Iniziai a piangere. Per quanto mi mostrassi forte, e maschiaccio... stavolta piangevo.

Kendall era la mia vita. Non volevo perderlo.

Mia madre mi trascinò con sé, e cercai di divincolarmi più volte.

Poi, afferrai la mano di Kendall e gli dissi: "Promettimi che non mi lascerai mai."

Un muto saluto nei suoi occhi.

"Te lo prometto Lau."

Quella fu l'ultima volta che lo vidi.

Remember... ~ Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora