Capitolo 4 (pt.2)- Il concerto.

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LAURA'S P.O.V.

Cantava benissimo.

Altro che terza elementare!

E poi, era stupendo.

Seriamente, i suoi occhi erano ancora più chiari, i suoi capelli stupendi.

E ora, io e Stella, andavamo verso il backstage.

E poi... durante il concerto... il palco, le luci. Un'atmosfera fantastica. E poi lui mi teneva la mano.

C'erano ancora le farfalle nello stomaco...

Appena lo vidi, solo, con gli altri ragazzi, il mio cuore perse un battito.

Era ancora lui. Il mio Kindle.

Saltai addosso a Kendall letteralmente.

"Mi sei mancato un casino!"

Iniziai a piangere, poi abbracciai Kendall.

"Laura... cavolo... sembri un'altra."

"Ehi... è un complimento?"

"Ti sei truccata?"

"No, mi ha truccato lei..." indicai Stella che nel frattempo stava abbracciando James.

"Lo sapevo..."

"Non sono pratica delle cose per ragazze! Lo sai bene anche tu!"

"L'ho sempre saputo..."

Scoppiammo a ridere, abbracciai James e poi lo lasciai a Stella.

Kendall mi prese la mano.

"Che ne dici se andiamo a fare un giro?"

Io annuii e iniziammo a passeggiare per le strade.

"Beh... allora Kindle... come va la tua vita?"

"Direi benissimo..."

"Mh..."

Stranamente, tra noi si creò un silenzio imbarazzante.

"Laura..."

"Sì, Ken?"

"Ti voglio dire una cosa."

"Dimmi..."

Lui, velocemente mi prese in spalla e iniziò a correre.

"Ma dove diavolo stai andando?! Lasciami!!"

Continuò a correre e io a divincolarmi.

Quando non ce la feci più notai il posto dove mi aveva portato.

Mi fece scendere e gli tirai un ceffone.

"Sai che stai maltrattando una star?"

"Tu sai che hai maltrattato la tua migliore amica?"

"Per caso mi stai provocando?"

Non risposi e andai avanti.

Raggiunsi il cespuglio dove ci eravamo rifugiati quel giorno e iniziai a ridere.

"Perché ridi?"

"Niente... ripenso a quel giorno."

"A me verrebbe da piangere Lau."

"E infatti rido per non piangere Kindle."

Lui mi abbracciò da dietro.

Sentivo il suo respiro sul mio collo, i suoi occhi puntati sulla mia nuca, e lui chinato su di me come se volesse darmi un bacio sul collo.

"È lo stesso profumo di quella volta vero?"

"Uso lo stesso da tutta la vita Ken."

Le sue braccia mi cinsero la pancia e mi tenne stretta a lui per un tempo indeterminato.

Poi sentii di nuovo quella strana sensazione.

Il calore di essere a casa, e quelle insistenti farfalle nello stomaco.

Però, stavolta sapevo cosa erano.

Provavo qualcosa per lui.

Ed io che speravo di aver archiviato tutto.

"Che ne dici se tornassimo a quel giorno? Come una macchina del tempo?"

"Ma..." rimasi stupita da quella richiesta.

"Nessuno si potrà intromettere. E tua madre non c'è."

Sorrisi e mi girai verso di lui.

Lo abbracciai, come avevo fatto quel giorno.

"Kindle, mi sento strana..."

"Allora siamo in due."

Ci sedemmo sull'erba e guardammo il vuoto.

"Sai? È strano. Tu sei una star internazionale, pensavo non avessi tempo per una come me."

"Una come te, in che senso?"

"Una vecchia amica. Pensavo mi snobbassi."

"Scordatelo Lau. Tu resti sempre nel mio cuore."

Sembravamo fidanzati...

"Ehi, lo facciamo un gioco?"

"Mmh... okay Kindle."

"A turno, uno chiede all'altro una cosa. Sulla vita, sul passato, e poi l'altro risponde. Sinceramente."

"Una specie di obbligo o verità, senza obbligo?"

"Possiamo vederla anche così."

"Prima le ragazze, quindi inizi tu Kindle."

"Molto divertente Lau."

Scoppiammo a ridere, il parco era deserto, era quasi l'una del mattino...

"Allora... mh... Kindle... hai avuto una ragazza mentre non c'ero?"

Lui mi guardò scuotendo la testa.

"Sei gelosa?"

"Ma scherzi? Era per conoscerci meglio."

"Perché hai calcato su conoscerci?"

"Perché noi ci conosciamo fin troppo bene."

Lui scosse la testa e mi fece la domanda: "Tu, invece, hai avuto ragazzi?"

Iniziai a parlare inventando nomi.

"Allora, intanto... Marco, Francesco, Luca, Leonardo, Paolo, Alessan-."

"Scherzi?"

"Sì."

"Ora mi sento meglio."

Gli tirai un pugno sulla spalla e lui rise.

Amavo la sua risata.

"Ora tocca a me... quando hai perso la verginità?"

"EHI! MA SECONDO TE SONO DOMANDE DA FARE?!"

"Hai voluto giocare tu..."

"Uff... beh... diciotto."

"Diciotto anni?"

"Sì... e ora tocca a te Lau."

Gli sorrisi e lui continuò: "E tu? Quando l'hai persa?"

Mi feci rossa e mi voltai dall'altra parte.

"Io... mh... ecco... cioè... ASPETTA... non so... mai."

"Sei seria?"

"Una volta nella vita che sono seria!"

"Allora... ultima domanda..." disse lui.

"Tocca a me."

"Okay, chiedi forza."

"Mi hai pensata questi anni?"

"Tantissimo. Credimi Lau."

"Ultima domanda per te, Kindle."

Lui prese fiato e chiese:

"È complicato... un po'... ehm... hai mai provato... qualcosa... per me?"

Remember... ~ Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora