Capitolo 6- Adesso.

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KENDALL'S P.O.V.

Era ancora più bella.

Me la ricordavo... a otto anni era ancora piccola.

Ma già mi ricordavo i suoi capelli mossi e castano chiaro, il profumo alla pesca che aveva sempre usato, e i suoi occhi splendidi.

Era semplicemente fantastica.

Ma da dove diavolo avevo preso il coraggio di farle una domanda del genere?

Sì, era bellissima, ma non credevo sul serio che sarei riuscito a dirle questo.

"Kendall, ovvio! Sei il mio migliore amico! Come non potrei provare qualcosa per te?!"

Sospirai.

Aveva aggirato la domanda rispondendo in un altro modo.

Mi sorprendeva la sua capacità di riuscirci ancora.

"Beh Kendall, dobbiamo andare, o preferisci rimanere a dormire al parco stanotte?"

Per me... bastava essere con lei.

Un sorriso comparve sulle sue labbra.

"Ti posso portare in un posto?"

Ero sconcertato.

Era anche piuttosto strano... lei non aveva mai amato muoversi, o semplicemente alzarsi dal divano, a quanto ricordavo.

Certo, era cambiata, ma non credevo fosse cambiata così radicalmente.

"Oh, sì, so cosa stai pensando. Sono ancora la pigra e fannullona che conosci tu, ma diciamo che siccome ci sei ancora, preferisco stare con te. Adesso."

"Beh... allora che male c'è... godiamoci il momento."

Mi prese per mano e iniziò a correre.

Io la seguivo, non conoscevo più Firenze come un tempo.

Erano sorti molti altri edifici, e non avevo idea del quartiere in cui eravamo capitati.

Lei continuò a correre senza dare il minimo segno di stanchezza.

Quando fummo un po' fuori città, mi fece stendere su un praticello, perlopiù formato da paglia, e si mise accanto a me.

"Le vedi quelle stelle?"

Io annuii solamente, anche perché non sapevo dove volesse arrivare.

"Beh... il giorno in cui ci hanno separato... e tu mi hai detto che saresti tornato... sono scappata di casa."

Le sorrisi.

Sembrava debole, fragile, ma io sapevo che dentro aveva un enorme fuoco.

LAURA'S P.O.V.

Sorrisi, ripensando al giorno in cui ci avevano separato.

"Beh... vedi... sono venuta qui. Ti ricordi del picnic con i nostri genitori? Non ho mai capito perché ci abbiano separato."

"Neanche io Lau..."

"Mi sei mancato. Tanto, forse troppo. Mi ricordo che non smettevo di piangere. E tu sai che piangevo pochissime volte. E ho versato così tante lacrime che mon ricordo nemmeno quanto c'è voluto per riprendermi dalla tua partenza."

Kendall mi guardò come se fossi un tesoro prezioso.

"E poi, quella sera, sono venuta qui, mi sono sdraiata... e ho iniziato a parlare da sola."

Lui non parlava, stringeva solo la mia mano.

"Parlavo da sola, perché pensavo che tu ci fossi ancora. Pensavo che non mi avresti mai tradita andandotene per sempre."

"Lau..."

"Lasciami finire Kindle..."

Lui annuì e io continuai.

"Ho parlato dei miei segreti, quelli che nascondevamo entrambi, ho parlato di tutto quello che avevamo passato in questi anni."

"E alla fine ho guardato le stelle. Inizialmente mi sono rasserenata. Ma poi... poi ho iniziato ad odiarle. Perché loro potevano stare insieme e noi no. Ho iniziato di nuovo a piangere, ho calpestato il terreno sotto i miei piedi, e poi ho iniziato a sussurrare cose senza senso. Mi avevi dato troppo, e senza di te, una mia parte se n'era andata via."

Strinsi la mano di Kendall ancora più forte.

"Alla fine, prima di ritornare a casa quella sera... ho dato il nostro nome a due stelle vicine. -gliele indicai- la mia, è sempre stata vicino la tua. Ho avuto fiducia, e ho sperato per tutto questo tempo di rincontrarti. Per poter correre come facevamo da piccoli. Vorrei rubarti di nuovo la macchinina blu, vorrei abbracciarti fino a perdere fiato. Voglio stare con te. Ora... siamo insieme. Di nuovo. E spero che lo rimarremo per tanto tempo."

Ancora sdraiati, Kendall senza parole, le nostre mani unite, i nostri corpi vicini, il calore del suo sguardo, il sorriso nei suoi occhi.

Era perfetto, come allora. Mi sorpresi di non aver pensato prima che io e lui saremmo potuti essere due fidanzati. Eppure, molti, ce lo chiedevano. Noi negavamo. Effettivamente a otto anni, si è ancora piccoli per essere fidanzati.

"Che c'è? Ti sei scandalizzato? Sono romantica io."

"Lo so Lau, lo so."

Mi strinse a sé, in un abbraccio profondo e pieno d'amore.

"Kendall... promettimi che non mi lascerai più. Né ora né mai."

"Te lo prometto Lau. Te lo prometto."

Poi il sonno prese il sopravvento, e ci addormentammo l'uno, nelle braccia dell'altra.

Remember... ~ Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora