47.

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Olimpia pov:
Sono passati tre giorni da quando abbiamo detto la verità.
Tre giorni in cui i nostri genitori li abbiamo poco più che incrociati.
Tre giorni di silenzio.
Tre giorni in cui io e Bart ci siamo abbracciati tacitamente, cercando di farci coraggio.. Un coraggio che non è mai arrivato.
Ci divideranno, lo so..
Non hanno accettato una storia d'amore sotto lo stesso tetto e faranno in modo che finisca.
Sono stesa sul mio letto e cerco di pensare a cosa sarà di noi, quando sento bussare.
"Olimpia scendi in salotto, ho già chiamato Bartolomeo. Io e vostro padre vorremmo parlarvi. " dice Elisabetta e senza attendere neanche una risposta da parte mia chiude la porta.
Scendo in salotto e trovo tutti, compreso Bart, seduti sul divano.
Il silenzio é l'unica cosa udibile e la paura si sta impossessando di me.
Una volta seduta, Riccardo prende la parola:
"Allora, parto dicendo che mi scuso di essermene andato l'altro giorno ma avevo bisogno di tempo, detto ciò so bene che non è fuggendo che si risolvono i problemi.."
"Mi chiedo perché dobbiate vederlo come un problema.." Dice Bart tra i denti, guadagnandosi una gomitata da parte mia.
"Puoi comprendere che sia un po' strano per noi, Bartolomeo.. O sto chiedendo troppo?" Risponde mamma.
Bart rimane in silenzio e Riccardo prosegue:
"Arrivati a questo punto la cosa più sensata da fare ci sembra chiedervi come si è evoluta questa storia tra di voi. Quanto meno mettiamo tutte le carte in tavola.."
Io e Bart ci scambiamo uno sguardo, ma poi decido di parlare io, visto che lui sembra non conoscere la diplomazia.
"Beh.." Inizio " In un primo momento la nostra conoscenza non è stata delle migliori, io mi sentivo intimorita da lui e Bart non faceva niente per evitarlo. Ho saputo subito, non appena sono arrivata a scuola, che aveva molte ragazze e non era sicuramente ciò che si può definire 'un bravo ragazzo'. Il nostro rapporto si è evoluto a piccoli passi ma poi, nascosto tra l'odio che sembravamo provare l'uno per l'altro, è nato qualcosa.. Qualcosa di forte che ha fatto capire ad entrambi che sarebbe stato impossibile stare separati.. Io vi giuro che ci abbiamo provato, ci abbiamo provato in ogni modo. Sapevamo che sarebbe stato impossibile stare insieme, perché siamo fratellastri, ma, con il tempo, abbiamo capito che l'unica cosa veramente impossibile era non stare insieme" termino io.
I nostri genitori si scambiano uno sguardo dopo che ho finito di parlare, poi Betti prende la parola:
" E se la storia tra voi dovesse finire? Ci avete pensato? Se vi lasciate come possiamo tornare a vivere in armonia, tutti quanti, sotto lo stesso tetto?"
"Non ci lasceremo." Dice sicuro Bart
"Come fai a dirlo? Non avete neanche 20 anni!" Risponde Riccardo.
"Lo so papà, lo so perché la amo, perché io sono una persona migliore da quando lei è con me. Perché senza di lei io non riuscire più a fare niente. Ho fatto un sacco di cazzate papà, l'ho persa moltissime volte in questi mesi, ho messo a rischio il nostro rapporto perché avevo paura di ciò che sentivo per lei.. Ma adesso basta, adesso l'unica paura che mi resta è quella di non averla con me. Io non la perderò, perché senza di lei io non ho niente"
Gli occhi di mamma si riempiono di lacrime e io temo che stia per dire qualcosa di definitivo circa la sorte della nostra storia.
"Non posso credere che sia proprio mio figlio a dire queste cose" inizia lei. "La ami veramente!" Prosegue.
"Sì mamma, la amo veramente" risponde Bart.
Lei rimane in silenzio per un tempo che non saprei calcolare ma abbastanza per far sì che il mio cuore inizi a battere all'impazzata.
"Non posso oppormi all'amore Riccardo" dice lei in un sussurro inaspettato.
"Elisabetta sono fratello e sorella!" Risponde mio padre incredulo.
"Lo sono per noi, perché, per noi,sono i nostri figli. Ma loro non si sono mai sentiti fratello e sorella, è evidente. Si amano" termina lei.
Papà rimane in silenzio e ci guarda. Betti posa una mano sulla spalla di lui, come per calmarlo.
"Ti prego papà" sussurra Bart che sembra sull'orlo del pianto
. È incredibile vedere uno come lui in questo stato. Non voglio frenarmi, pongo la mia mano nella sua e lui la stringe forte.
"Va bene" dice papà e noi non possiamo crederci.
Bart salta in piedi e, rosso in volto, chiede:
"Davvero?"
Mamma annuisce sorridendo e papà dice:
"Vi prego, comportatevi bene"
E una frase così semplice lascia intendere un'infinità di cose.
Mi alzo in piedi anche io e insieme a Bart mi avvicina a loro.
Li avvolgiamo in un abbraccio, un abbraccio di ringraziamenti, un abbraccio di promesse mascherate. Un abbraccio in un primo momento un po' timido e freddo, ma poi caldo e profondo.
Un abbraccio come in una vera famiglia.
Forse un po' atipica, ma pur sempre una famiglia.

Sotto lo stesso tettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora