La vecchia radio suonava emettendo fischi acuti, accompagnati da un forte rumore di statico che confondeva e deformava la voce del cronista.
"Scappa, scappa, angioletto. Sei fra le mie braccia e Dio non può proteggerti."
Toby c'era capitato per caso, su quel canale. Non aveva idea di che cosa trasmettessero, ma aveva deciso di lasciarsi sintonizzato dopo aver sentito quella frase. Era stata pronunciata in un sussurro, con una freddezza tale da causargli dei brividi lungo la schiena, accompagnati da una contrazione involontaria del suo collo. Poi era partita una canzone, con un assolo di tastiera mozzafiato: le note galeggiavano liquide, accompagnate dal rumore di statico, in una corsa frenetica, che tendeva verso l'alto e poi scendeva. Il tema si ripeteva almeno quattro volte, prima che una voce pacata, che sarebbe stata perfetta per del rock indie, iniziasse a cantare. Le prime parole fecero aggiacchiare Toby, e quando i muscoli della sua faccia si contrassero in un sorriso, non fu per i tic.
"Se ti portassi le mani ai polsi, le combatteresti?"
Toby non era mai stato un individuo sessualmente violento, principalmente perché era riuscito a scappare dal mondo sessualizzato e corrotto della scuola di quartiere, seguendo lezioni a casa. Aveva reciso teste, ma di stupri non ne aveva mai commessi, per il semplice fatto che non ne aveva mai avvertito lo stimolo. Tuttavia quella canzone fungeva da sordina per tutte le voci che aveva in testa. Si sentiva consapevole di se stesso, viveva nella sua pelle, quando sentiva musica. La voce del cantante era limpida, e le note della tastiera erano da brivido. Il testo parlava di un rapporto sessuale violento, fra antagonisti incapaci di amarsi. Quando il cronista annunciò il titolo della canzone, Toby registrò: Hatefuck, The Bravery.
Spense la radio compiaciuto, e si guardò le mani, carico di energia. I suoi palmi fasciati raggiunsero il bracciolo del divano, dove se ne stava dormiente un'accetta.
Avrebbe risentito quella canzone, dopo aver rotto qualche tempia.Era più allegro del solito, quella sera. Da quando aveva rubato quel catorcio di radio, aveva una buona scusa per ignorare le voci nella sua testa. Aveva riscoperto l'hobby della musica, ed aveva avuto modo di notare che i canali radio non erano cambiati di molto, durante quell'anno che era trascorso da quando aveva incendiato la casa dei suoi genitori. Tutti i canali trasmettevano metà discografia dei Nirvana, Guns 'n' Roses, e Cranberries. Immancabili "Smells like teen Spirit", "Lithium", "Sweet Child of mine", "November Rain", l'angosciosa "Zombie" ed "Animal Instinct". Quelle le trasmettevano ovunque, e Toby le conosceva a memoria.
Anche se le canzoni tristi andavano per la maggiore, molte lo facevano sentire allegro, talvolta energico, come Hatefuck.
Mentre rifletteva riguardo ai canali radio, le sue gambe camminavano da sole lungo le strade scarsamente illuminate della periferia. Aveva percorso parecchi isolati, per dirigersi verso le villette dove, durante il giorno, giocavano i bambini del quartiere.
Si era portato dietro soltanto una delle sue accette, perché l'altra aveva la lama spezzata in più punti, e lo strato di ruggine era così fitto da rendere impossibile lavare via il sangue secco. Poco male: se doveva spaccare teste, meglio farlo in gran stile con un'arma degna.
C'era un laghetto al centro del parco, e Toby si stava dirigendo lì, prima di sentire un urlo alle sue spalle.
Oh, e se il cantante dei The Bravery, con la sua voce pacata e le sue parole di miele, era realmente un sadista, avrebbe amato quella scena!
A lanciare il grido era stata una donna sulla trentina, coi capelli biondi legati in una coda di cavallo e con un vestito lungo fino a metà coscia. Sopra di lei, intento a schiacciarla sotto il suo peso, un uomo dai capelli brizzolati cercava di slacciarsi la cintura con una sola mano.
Con un sorriso compiaciuto sul volto, Toby si calò gli occhiali sulla faccia ed indossò la maschera blu e grigia.
Il suono di ossa rotte era sempre il migliore, ma il cranio, in particolare, produceva quella melodia che nessuna onomatopea avrebbe saputo riprodurre.
Toby estrasse l'accetta dalla testa dell'uomo, e subito il suo corpo cadde di lato, in un'espressione dormiente. Non aveva avuto modo di accorgersi dell'accaduto, e non aveva provato dolore. Non ne provava neanche Toby, in fondo, quindi che male c'era a non fare soffrire nessuno?
Il sangue si spargeva sull'erba, disegnando una rosa. Subito Toby frugò fra le tasche del cadavere e trasferì tutto il loro contenuto nelle proprie. Quando alzò la testa, trovò due occhi blu che lo guardavano con una sfumatura di panico. La donna aveva visto tutto, ma almeno aveva smesso di urlare.
-Non sei felice che ti ho salvata!?-
La voce di Toby uscì sarcastica ed innervosita, e subito la donna si riscosse e si mise in piedi, barcollando sui tacchi per scappare via.
Non sapeva se quella che aveva compiuto fosse stata una "buona azione", ma c'era una testa spaccata accanto a lui, e questo bastava a zittire le voci nella sua testa per un po'. Si infilò una mano in tasca e guardò il suo misero bottino: ottanta dollari, due profilattici ed un cellulare. Magari avrebbe potuto scaricarsi della musica...
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What lies Beneath {Ticci Toby}
Fiksi PenggemarToby non ha mai avuto un assaggio di vita vera. Non ha mai frequentato nessuno al di fuori della sua famiglia, e non conosce quella belva famelica della società. Che può saperne lui di quella classe fredda e povera, che si vende per guadagnare l'omb...