3. All the right moves

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Toby si girò sui talloni, dando le spalle al cellulare rubato. Neanche per un secondo, si sarebbe aspettato che avrebbe iniziato a squillare. E lui, che non avrebbe dovuto rispondere, che cosa aveva fatto, invece? Idiota! Se la ragazza si fosse accorta di non stare parlando col cinquantenne decapitato, o ancora peggio avesse visto il nome dell'uomo sul necrologio? E la donna con gli occhi blu, lo aveva visto e lui l'aveva lasciata andare... ooh, che situazione straziante e complicata!
Calciò una scarpa, facendola arrivare all'altro capo della stanza, e si costrinse a pensare: era il caso di allarmarsi?
Si afferrò le tempie, e si sedette portandosi le ginocchia al petto. Dall'altro capo della stanza, il telefono squillò di nuovo, stavolta emettendo una nota rapida e veloce. Alzando lo schermo, Toby poté vedere che era un messaggio dalla stessa ragazza che lo aveva chiamato: una certa "Jennifer Runner".
"Guarda che sono infuriata con te", recitava il messaggio. Toby sentì le guance andargli a fuoco, ed ebbe l'impressione di sprofondare. Non poteva rispondere, no...
Chiuse la sezione messaggi, ed aprì un'altra scheda. Frugò fra le applicazioni, fino a controllare la rubrica. C'erano davvero pochi contatti, e molti di loro avevano una foto allegata. Toby ne aprì uno a caso, e si trovò davanti la foto di una ragazza in topless, con un piercing al capezzolo destro ed i capelli tinti di rosa. Metà del suo corpo era coperta da tatuaggi di varia forma: draghi, rampicanti, dadi e carte da gioco.
Tony sprofondò nella poltrona, con gli occhi sgranati e le guance fiammanti.
Un tic gli impedì di chiudere subito la pagina, e quando ci fu riuscito rimase alcuni istanti a contemplare il vuoto, nel tentativo di scrollarsi quell'immagine dalla testa.
-Ew...- commentò ad alta voce, dopo aver realizzato che l'intera rubrica recava numeri di ragazze parzialmente o totalmente nude. La metà di loro era piena di piercing e tatuaggi, ma la cosa che gli fece venire il vomito fu realizzare che nessuna di loro poteva aver passato i vent'anni. Sapeva già di avere aperto la testa ad un maniaco, ma non immaginava la situazione galleggiasse rasente alla pedofilia.
Cercò il contatto di Jennifer, soltanto per capire con chi aveva parlato al telefono, e si bloccò di colpo una volta aperta la foto: completino di raso, scarpette da can can, piercing al labbro, ma nessuna nudità. Toby avrebbe voluto vederle il volto, ma un tic lo costrinse a girare la testa. Dopo averlo combattuto, poté finalmente perdersi in una cascata di capelli blu e in due occhi verdi. Le labbra erano tinte di nero, sottili e distese in un sorriso. Era una di quelle foto normali, che si scattano quando si è particolarmente carine, e Jennifer era bellissima.
In quel momento, si sentì realmente compiaciuto di se stesso: non aveva impedito soltanto lo stupro di quella donna, nel parco, ma aveva impedito che una tale bellezza venisse toccata da un lurido maniaco. Era molto meglio di quanto si aspettasse!
Guardò l'accetta ed ammiccò, come se la lama potesse rispondergli, prima di appoggiarsi allo schienale ed iniziare a sonnecchiare.

Fu la vibrazione del cellulare a svegliarlo.
Jennifer. Di nuovo.
Doveva scegliere: rispondere o ignorare?
Fu un tic a decidere per lui, ed il telefono gli cadde addosso sbattendogli sul naso. Imprecò infuriato, poi raccolse l'oggetto, scoprendo di avere accettato involontariamente la chiamata...
-Pronto?...- bisbigliò appena.
-Senti, io ho bisogno di soldi, il più presto possibile. Quindi dimmi quando posso ballare così siamo felici tutti e due.-
Toby spalancò gli occhi. Ballare, aveva detto così? Quindi Jennifer non era una prostituta!
-Tu chi sei?- chiese Toby, rendendosi conto troppo tardi di aver sbagliato domanda. Voleva dire "che lavoro fai?", non "chi sei?"!
Jennifer sembrò ridacchiare, mettendo da parte il suo tono schietto, ed esclamò: -ma tu sei un ragazzo!-
Toby si portò le ginocchia al petto, e si costrinse a pensare. Cosa avrebbe dovuto rispondere!?
-Ascolta, io non so chi tu sia ma ho bisogno di parlare con Jordan. Puoi passarmelo?-
Jennifer si era lasciata dietro il tono sprezzante, e si era rivolta a lui con naturalezza. Questo permise a Toby di mettersi a proprio agio.
-No.- rispose secco. Questo fece esitare Jenny.
-Ho capito, eh... tu sei come me.-
Come lei? Come? Toby era tante cose! Un malato, ad esempio...
-Come te?- ripetè lui.
-Non fare il finto tonto, principessa: l'hai rubato, questo cellulare, dillo!-
Toby rimase a bocca spalancata. Avrebbe dovuto ammetterlo, o negare tutto quanto, ma tutto ciò che gli uscì di bocca fu un rantolo confuso. Iniziava a sentirsi male...
-Hey, Coso! Pronto? Guarda che non c'è bisogno che ti scandalizzi!-. Il suo tono era rimasto allegro, ridente, e Toby ancora una volta non seppe come reagire. Prese a mordersi i bendaggi sulle mani, nel tentativo di scioglierli. Il suo silenzio lasciò Jennifer delusa.
-Credevo di aver trovato qualcuno con cui parlare, e invece...-
-Aspetta!- la bloccò lui, prima che potesse riattaccare. Non sapeva perché le aveva detto di non chiudere, ma l'immagine del suo viso gli era balenata in mente, e non aveva saputo frenarsi.
-Ancora lì? Beh, sei un tipo strano...- commentò lei. Anche senza vederlo, Toby sentì che la sua voce era deformata da un sorriso.
-Grazie...- rispose sarcastico. Jennifer ridacchiò di gusto, e Toby iniziò ad arrossire.
-Senti... per adesso ho la serata cancellata, vuoi stare in webcam, più tardi?-

Quando la chiamata si chiuse, due minuti dopo, Toby capì cosa volesse dire essere sul punto di morire.
Accese la telecamera interna del cellulare, e si guardò il volto: capelli senza alcun senso, naso a patata, costantemente arrossato, occhi scuri, tagli e cicatrici in faccia, e due occhiaie grige da far spavento.

Ma come gli era venuto in mente di accettare!?

What lies Beneath {Ticci Toby}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora