Capitolo Dodici.

464 71 8
                                    

-Siamo arrivati – mi rivolse un piccolo sorriso, questa volto sono sicuro, era un sorriso. Scese dall'auto e mi venne ad aprire. 'Ma cosa sta facendo' –Scendi o no? – rise un po', non avevo scelta in fin dei conti.

-Che diamine ci facciamo qui? – chiesi un po' (tanto) scocciato.

-Uff, sempre quell'aria da duro Frank. – Mi prende in giro forse?

-Mi prendi in giro? – Alzai gli occhi al cielo e sbuffai – che ci facciamo qui?

-Pensavo di fare una passeggiata e non mi andava di farla da solo, tutto qui.

-E che mi dici della tua ragazza? Perché non sei venuto con lei? Non riuscivi a staccartele solo 5 minuti fa.

-Okay lo vuoi sapere? Volevo fare una passeggiata con te, Frank. Volevo passare un po' di tempo con te okay? Volevo stare da solo con te, volevo poter parlare tranquillamente con te. Volevo poter guardare te. Volevo solo stare con te. Io e te. Ma a quanto pare ho sbagliato, sali in macchina. Ti riporto a casa. –Sospirò.

Mi lasciò senza parole, letteralmente. Non sapevo che dire. E se stesse giocando di nuovo con me? L'ultima volta mi ha baciato e poi preso in giro, due giorni dopo appare magicamente una ragazza. Come potrei mai fidarmi di lui. E' solo che sembrava così sincero e io sono così debole.

-Gerard! Aspetta – lo fermai – Mi dispiace.. ma come posso fidarmi di te? Io non ci riesco, mi hai ferito e non voglio stare attorno a persone che mi feriscono.

Mi guardò un secondo – Come posso provarti che questa volta sono serio, Frank? – Guardò con la coda dell'occhio la mia mano e poi la prese accarezzandola leggermente e poi intrecciando le nostre dita. Lo guardai soltanto – Lasciami tentare, se non vorrai più sapere nulla di me lo capirò, sono stato un testa di cazzo, lo so. – continuò.

-Gerard, vorrei tanto crederti in questo momento, ma non posso io non ci riesco..- Mi sorrise leggermente – Allora fammi guadagnare la tua fiducia. – Detto questo portò una mano sulla mia guancia e la accarezzò, le sue dita erano fredde a causa del vento gelido della spiaggia in cui eravamo, mi guardò dritto negli occhi e giuro mi son sentito morire perché occhi più belli non ne ho visti, avvicinò il suo viso al mio, i nostri respiri caldi si incontrarono, delle scariche di elettricità mi attraversavano tutto il corpo, le nostre labbra quasi si sfioravano, lo stavo pregando di farlo perché ne avevo bisogno. Dopo quelli che forse sono stati secondi ma avrebbero potuto benissimo essere ore, annullò la distanza che c'era ancora tra di noi prendendo le mie labbra molto delicatamente, un tocco leggerò ma che forse mi portò via un pezzo d'anima, e mi stava bene così.

Portai una mano dietro al suo collo e accarezzai i capelli corvini, sorrisi e potei sentire anche lui sorridere. Le sue labbra erano terribilmente soffici. Ci dovemmo staccare per prendere aria e mi sorrise.

Mi condusse verso la macchina e ci sdraiammo sul cofano. Guardavamo le stelle mentre lui mi abbracciava, e in quel momento giuro la fine del mondo sarebbe potuta arrivare e non mi sarebbe importato. In quel momento volevo solo stare con lui, sentire le sue labbra e i suoi abbracci. Stavo bene.

'Ma cosa mi stai facendo Gerard Way'



Free the nipple gente.

Salve, sono tornata per (s)fortuna vostra, spero vi sia piaciuto, si lo so, è corto ma ei son successe cose belle quindi potete perdonarmi, spero owo

E nulla se recensite vi amerò per sempre yay. Alla prossima ammori.


I Promise.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora