Capitolo Quattordici.

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Vi avevo detto che finché fossi stato con Gerard sarei stato bene. E non mentivo, io ci credevo. Ci credevo a tutto quello che mi diceva e aveva finalmente guadagnato la mia fiducia, fiducia che poi ha buttato nel cesso. Credevo che in fin dei conti contavo qualcosa per lui, che significava qualcosa per lui quello che stavamo vivendo, a quanto pare mi sbagliavo. E che grande sbaglio.

Ero arrivato ormai a casa sua e come al solito entrai dalla porta posteriore, la porta che dava direttamente al salone e che la famiglia Way chiudeva di rado. Forse se avessi usato la porta principale, suonando il campanello e aspettando che Gerard mi aprisse non mi sarei mai reso conto quanto lui mi stesse prendendo in giro.

Entrai in salone e posai la chitarra contro il muro, aveva la custodia quindi scivolò cadendo a terra e facendo un po' di rumore, soprattutto con le corde, un rumore sordo, per un momento pensai che una delle corde si fosse rotta rovinando la sorpresa che avevo preparato per Gerard così mi abbassai (di più?wow) e toccai la tastiera della chitarra, no, tutte e sei le corde erano a posto. Mi rialzai e quando vidi davanti a me vidi Lindsey che mi guardava sorridente come non mai e urlò a un Gerard con una faccia preoccupatissima che usciva dalla cucina.

-Oops, Gee, credo che la tua bugia sia crollata, io te l'avevo detto che non reggono mai queste storielle, ci vediamo dopo, credo che.. voi due abbiate molto di cui parlare.

Prese la borsa dalle mani di Gerard si avvicinò a me e mi lasciò un bacio in guancia, le sue labbra erano piene di rossetto color rosso acceso rovinato, a quanto pare l'altra metà della quantità esagerata del rossetto con il quale copriva le labbra la ragazza fosse finito sulle labbra di Gerard. Prima di andarsene mi sussurrò solo una corta frase che però quasi mi lacerò il cuore.

-Sono sempre stata io Frank, e sarò sempre io.

Continuò la sua strada uscendo dalla porta che poco fa io avevo usato e chiudendola con un colpo secco. Era felice, felice del fatto che io stessi soffrendo. O forse era felice del fatto che lei avesse sempre avuto ragione, Gerard si stava solo divertendo con me.

Lo guardai, solo in quel momento mi accorsi di avere le lacrime agli occhi dato che vedevo il suo volto sfocato, cacciai indietro le lacrime, non sarei crollato davanti a lui di nuovo.

-Frank ascoltami..-

Lo interruppi prima di dover sentire le sue stupide scuse, delle quali in qualche modo mi sarei auto convinto fossero vere.

-No Gerard, va tutto bene. Lascia stare, sarà meglio che io me ne vada.

-No! No! Frank aspetta, fammi spiegare, è tutto..

Non gli feci finire la frase nemmeno questa volta, non mi serviva, non volevo più sentirlo parlare. Mi avrebbe fatto solo male.

Stavo per mettermi a ridere, si esatto, ridere. A quanto pare lo notò infatti mi rivolse uno sguardo interrogativo.

-Sei patetico Gerard, ci siamo già passati una volta per questa cosa, che mi vuoi dire? Perché non accetti che il tuo gioco è finito?

Eccole, le sentivo di nuovo le lacrime che lottavano per uscire, e risi, risi per non pensarci alle lacrime, risi per non pensare al male che sentivo dentro che secondo dopo secondo diventava più grande, serrai i pugni facendomi male con le unghie che stavo premendo contro la pelle dei palmi.

-Forse ci sono cascato una volta, ma non più, non ci riuscirai di nuovo. Va bene così, ora però ti chiederei la cortesia di lasciarmi in pace, perché di te Gerard non mi importa più niente.

Fece per dire qualcosa ma lo fermai alzando una mano.

-Ci si vede in giro.

Girai i tacchi e me ne andai, quando fui certo di essere a una distanza ben accetta da casa sua e che lui non fosse nei paraggi iniziai a correre verso casa, volevo solo stare solo.

Mi chiusi in camera mia e subito mi buttai sul letto, ero stanco. Stanchezza fisica, durante la mia corsa sentivo come se le mie gambe stessero per cedere e che da un momento all'altro sarei svenuto. Come si fa a controllare una cosa del genere? Come si fa a non uscire feriti da una cotta? Come si fa a voler l'amore se tanto prima o poi finisce?

Come si fa a far morire le emozioni? Soprattutto quelle negative, perché ne abbiamo bisogno? Sospirai e mi sedetti sulla parte superiore del mio letto proprio sul mio cuscino, presi il telefono e le cuffiette e misi la riproduzione casuale, un po' di musica forse mi avrebbe fatto scordare tutto, alzai il volume al massimo non curante del fatto che probabilmente ai quarant'anni sarei diventato sordo. Partì a tutto volume Coma dei Guns n Roses, proprio quando credevi che le cose non potevano andare peggio ma poi scopri che l'universo ce l'ha con te.

-Fanculo – Lanciai il telefono dall'altra parte del letto mordendomi forte il labbro, riuscivo ancora a sentire la musica che usciva dalle cuffiette per il volume esagerato.

Le lacrime iniziarono a scorrermi giù per le guancie, ma ormai non mi importava nulla, ero solo come al solito. Ero solo ed era meglio così.

Mi morsi ancora di più il labbro per non far uscire i singhiozzi, non volevo comunque che mi sentissero. Stavo affogando quasi, forse era a causa del dolore che sentivo al petto. Iniziavo a non respirare più. Colpivo con i pugni le mie ginocchia e il dolore interno aumentava sempre di più. La gola mi faceva male, era come se avessi un nodo che stringeva sempre di più, le lacrime continuavano ad uscire e dalla mia bocca uscivano solo piccoli sospiri e qualche parola che non mi ero reso conto di star pronunciando.

-Perché..- era tutto quello che riuscivo a pensare e dire. Perché Gerard?



SALVAH

Dovevo inserire quel (..) all'inizio.. mi spiace per il capitolo depresso ma è tutta colpa della mia playlist che mi mandava solo canzoni deprex come i chimiki romantiki quindi si incolpate loro. Spero vi sia piaciuto e sappiate che ho aggiornato solo perché mi rifiuto a studiare, buonanotte a tutti gente. 


I Promise.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora